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Keu, Auletta: “Vogliamo sapere se il Comune ha fatto i passaggi dovuti”

24 marzo 2024 | 17:46
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Keu, Auletta: “Vogliamo sapere se il Comune ha fatto i passaggi dovuti”

“Abbiamo presentato un question time, che si discuterà lunedì in consiglio comunale”

“Nella prima metà di aprile si svolgerà l’udienza preliminare per l’inchiesta Keu. Per questo, proseguendo un lavoro che portiamo avanti da anni senza sosta, abbiamo presentato un question time, che si discuterà lunedì in consiglio comunale, per sapere se alla fine il Comune di Pisa si è costituito, come annunciato, parte civile nel processo: una questione su cui da subito ci siamo battuti e ora vogliamo sapere se l’amministrazione comunale ha fatto i passaggi dovuti“.

La richiesta è di Ciccio Auletta, consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune, Unione Popolare. “Siamo – ricorda -, infatti, di fronte ad una vicenda cruciale nella nostra Regione.

Le richieste di rinvio a giudizio per 24 persone e 6 società da parte della Dda di Firenze per l’inchiesta Keu hanno confermato ancora una volta quanto emerso già con l’avvio delle indagini: l’esistenza di un vero e proprio intreccio tra politica e affari volto ad evitare i controlli ambientali e così garantire lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari, grazie alla collaborazione di imprese che secondo gli inquirenti sarebbero legate dalla ‘ndrangheta calabrese”.

Per Auletta, “Che il distretto del cuoio fosse permeabile all’ingresso della criminalità organizzata – e del suo denaro illecito da riciclare – era emerso chiaramente già dal maggio 2018 con l’inchiesta Vello d’Oro della stessa Dda di Firenze. Che gli imprenditori e le società di depurazione spesso si liberassero abusivamente degli scarichi inquinanti non trattati, senza alcuna considerazione per le conseguenze ambientali e sulla salute dei cittadini, era evidente dai molti episodi occorsi in passato. Ma dalla inchiesta emerge un quadro molto più grave che vede poteri economici e politici della nostra Regione in connessione con attività criminali ai danni dei cittadini e dell’ambiente”.

In tutto questo, “i Comuni sono stati lasciati soli a risolvere un problema generato da questo connubio ed in definitiva da una governance regionale che continua a non porsi il minimo problema sulla sostenibilità delle filiere industriali del territorio. Questo anche perché si tratta del solito odioso sistema: profitti privati e socializzazione dei costi. La prevenzione, la riduzione dell’impatto ambientale, viene fatta se e solo se ci sono finanziamenti pubblici: progetti di ricerca finanziati con i soldi di tutti perché l’industria italiana non investe in innovazione. E poi, quando ci sono danni, nell’interesse della salute pubblica, sono i Comuni a intervenire, visto che è sempre difficile poi rivalersi in danno sui soggetti responsabili: spesso società che falliscono. Ma non è assolutamente giustificabile che a pagare le bonifiche siano, in definitiva, i cittadini e le cittadine attraverso soldi pubblici.

Da anni ripetiamo, infine, che il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra Regione è una priorità assoluta, a partire proprio da alcuni settori più a rischio come quello della gestione dei rifiuti, ma anche degli appalti nel settore dell’edilizia”.