Santa Maria a Monte, imposta di soggiorno al via dall’1 giugno: è bagarre in Consiglio

Polemica per la mancata possibilità di intervento del pubblico presente. La sindaca Del Grande: “Faremo molto per la promozione, lasciateci lavorare”
Imposta di soggiorno al via, dall’1 giugno. Questo il risultato della votazione al consiglio comunale di venerdì sera (15 marzo), dove la maggioranza ha portato a discussione un regolamento della nuova imposta solo leggermente modificato rispetto all’originale, a seguito delle consultazioni con Confcommercio, Confesercenti e Federalberghi.
“La misura ha ricevuto l’approvazione di quasi tutte le organizzazioni di categoria, ad eccezione di Confesercenti che sosteneva di non aver ricevuto il regolamento – ha spiegato la sindaca Manuela Del Grande – I soldi ricavati saranno dedicati al turismo e in particolare ad incrementare l’apertura dei musei e della rocca, spesso al centro delle proteste e segnalazioni dei turisti che vengono nel nostro comune e li trovano chiusi”.
La nuova tassa si applicherà ovviamente ai pernottamenti dei non residenti nelle strutture ricettive “classiche”, ma anche agli immobili utilizzati per le locazioni brevi (inferiori a 30 giorni) e assolta anche dai soggetti gestori di piattaforme on-line. Come in altri comuni della provincia, saranno previste delle esenzioni, bambini fino a 12 anni, portatori di handicap non autosufficienti, ma anche autisti dei pullman turistici, studenti coinvolti nei progetti del comune. Il costo si aggirerà fra 1 e 2 euro giornalieri.
“Mi chiedo cosa avremo da offrire ai turisti quando in paese sarà tutto chiuso – ha detto polemicamente la consigliera Elisabetta Maccanti, di ViviAmo Santa Maria a Monte. – I musei si possono tenere aperti in tanti modi, sfruttando bandi, associazioni e non solo, come fatto in questi anni. Non introducendo tasse che porteranno nelle casse comunali si e no 3-4 mila euro l’anno. Introdurre nuove tasse o togliere le esenzioni per il commercio nei centri finirà solo per ammazzare il paese”.
Parlando di turismo, poi, il dibattito è naturalmente scivolato sui temi del centro storico. Argomento che ha visto le forze politiche dibattere ancora una volta sulle deliberazioni del bilancio votato martedì scorso, alla presenza di alcuni rappresentanti degli esercizi del paese che avrebbero voluto fare un intervento. “È possibile in qualsiasi momento dare la parola al pubblico se lo si ritiene necessario” ha chiesto la ex sindaca e consigliera d’opposizione Ilaria Parrella. Permesso negato dalla maggioranza: “Non è un consiglio aperto”.
A tornare sui temi del bilancio è stato anche il centrosinistra, con una mozione presentata appositamente per denunciare “la modalità sbrigativa, inadeguata e antidemocratica con la quale è stata affrontata la discussione di martedì”. Modalità, quella degli ultimi consigli, che per Patrizia Faraoni ed Elisa Eugeni, della lista Fare Insieme fa sì che “vengano calpestati i più basilari diritti democratici”, in cui “i consigli non sono registrati, non sono mandati in streaming” e dei quali “non vengono portati in approvazione i verbali”. In una nota, poi, le consigliere esprimono poi un pessimo giudizio sugli argomenti di bilancio. “Sono state abolite le agevolazioni per le attività che hanno aderito all’iniziativa Il Borgo che vorrei dopo aver fatto loro sottoscrivere la nuova convenzione a inizio anno, senza prima avvertirli dell’intenzione della giunta. Qui si gioca con le vite della gente in maniera scorretta – dicono – Le previsioni di spesa irrisorie per le opere pubbliche, poi, impediranno anche solo la manutenzione ordinaria di scuole, asili, strade, verde pubblico, aumentando sia la pericolosità delle nostre scuole che il livello di rischio di dissesto idrogeologico del nostro territorio”.
“Quando c’è un cambiamento ciò spaventa sempre, ma è chiaro per i nostri centri storici e per il paese serva un approccio diverso – ha affermato Luca Vanni, della maggioranza – Questa tassa può forse essere l’inizio di un lavoro in quella direzione, qualcosa che aiuti alla promozione di un territorio che forse merita di diventare qualcosa di più che un dormitorio per turisti interessati solo ad un luogo strategico fra Pisa, Firenze e Lucca”. “La tassa di soggiorno la mette chi ha la possibilità di sviluppare a delle potenzialità che ha, e noi le abbiamo – rincara la dose Del Grande. – Molto sapremo fare per la promozione, non fasciamoci la testa, lasciateci lavorare“.