“Fatto fuori il controllo della minoranza pubblica”, Aquarno riduce i consiglieri

Sarebbe dovuto entrare Oliveri, secondo il decreto sindacale
Il consigliere che ricopre l’incarico di parte pubblica di minoranza lascia per un altro incarico, dovrebbe subentrarne un altro, ma il Cda decide di ridurre il numero dei consiglieri, annullando di fatto la necessità di subentro.
“Una cosa gravissima” per il consigliere comunale di Asma 2.1 di Santa Croce sull’ArnoVincenzo Oliveri, che sarebbe dovuto entrare in Consorzio Aquarno “Dopo le dimissioni – racconta – del membro di parte pubblica di minoranza Luca Cavallini per un sopravvenuto incarico in Regione, il Cda ha deciso in modo del tutto inedito e anomalo di ridurre in corso di mandato il numero dei componenti sapendo che nel decreto di nomina del Comune di Santa Croce il nome del successore a Cavallini sarebbe stato proprio il mio. Che paura avevano in Aquarno di me? Che cosa hanno da nascondere?”.
Oliveri lo ha chiesto anche alla presidente di Aquarno Ilaria Nieri che, dopo essere stata incalzata dalle sue domande, si sarebbe trincerata dietro “l’autonomia decisionale dell’ente nel ridurre il numero dei consiglieri nel rispetto della percentuale prevista dallo Statuto e, comunque, non avrebbe ritenuto in alcun modo automatica la sostituzione tra i nominativi previsti nel decreto sindacale”.
Secondo Oliveri però, le cose non stanno così perché “proprio lo Statuto prevede chiaramente che venendo a mancare un consigliere questo venga sostituito dagli altri nominativi secondo l’ordine preferenziale ma, in questo caso, il suo nome sarebbe stato in successione l’unico della lista. Circa poi l’autonomia di apporre modifiche al regolamento, a concorrere a questa decisione non vi è stato alcun particolare tipo di necessità se non quella di far fuori dal Consiglio di Amministrazione di Aquarno la voce della minoranza di parte pubblica in un momento così delicato sul trattamento degli scarichi industriali a seguito delle note vicende dell’inchiesta Keu”.
“Come il Consiglio rivendica la libertà di poter prendere questa decisione che si presenta assurda e immotivata, in un momento di grande difficoltà, allo stesso modo, quale parte estromessa, ho la piena libertà e facoltà riconosciuta dalle mie prerogative politiche di informare i cittadini di Santa Croce sull’Arno di quello che al Consorzio sta accadendo nel silenzio generale. Non escludo di porre in essere un flash mob per sottolineare alla cittadinanza come, invece di far chiarezza, si sia scelta la pessima strada di far fuori chi avrebbe dovuto rappresentare il controllo della minoranza pubblica sulle attività dell’ente“.