Maltempo, Rifondazione: “I danni? Frutto di politiche orientate al profitto”

Il partito dopo le alluvioni che hanno colpito il comprensorio del Cuoio: “È l’ora di ascoltare quello che gli scienziati dicono da tempo”
“La misura è colma, come i nostri paesi e le nostre città di ieri sera”. Così il partito della Rifondazione Comunista del comprensorio del Cuoio dopo i danni causati dal maltempo.
“Ciò a cui abbiamo assistito e assistiamo nel comprensorio del Cuoio, praticamente in tutti i comuni, è segno che ormai la situazione del territorio ha raggiunto uno stato critico che non può essere ascritto al solo colpevole abbandono del territorio – prosegue Rifondazione Comunista -. La situazione critica della Valdegola, gli smottamenti di Santa Maria a Monte, le strade allagate di Castelfranco e Santa Croce malgrado l’apertura delle idrovore, l’ennesimo allagamento del sottopasso di San Romano, ci dicono che le politiche ‘minute’ di normale amministrazione delle città sono saltate, sotto il peso dei forti tagli attuati dai governi al gettito destinato ai comuni, ma anche di una scala di priorità completamente sballata, che spesso vede le nostre amministrazioni succubi di piccole e ridicole lobby, che in un momento come questo portano a spendere decine di migliaia di euro in lucine in vista del Natale, in infrastrutture sportive doppie o triple allestite con i soldi del Pnrr, in rattoppi plurimi e inutili alle scuole fatiscenti dei nostri figli, o semplicemente è ostaggio di un personale politico inadeguato al ruolo, incapace di comprendere la gravità dei fenomeni che ci troviamo quotidianamente ad affrontare”.
“La manutenzione scarsa però non spiega molto degli eventi di queste ore. Di sicuro non lo fa nelle aree urbanizzate – dicono ancora -. E qui passiamo al secondo problema, decisamente più strutturale, che siamo ad affrontare: i fiumi che ieri e oggi non hanno mostrato segni di crisi mentre i paesi andavano sotto l’acqua ci parlano di un clima che si manifesta con una forza e una violenza inaudita, estranea ai nostri progenitori e a coloro che per secoli hanno avuto la responsabilità di edificare le nostre città, le nostre fognature, i nostri invasi e reticolati agricoli. Se il fiume scorre e in centro c’è l’acqua a mezza gamba, significa che non abbiamo infrastrutture pensate per questo genere di fenomeni, che gli scienziati di mezzo mondo ci comunicano come sempre più frequenti”.
“Di fronte a tutto questo servirebbe finalmente una politica che non si trinceri dietro stupidi complottisti contro il cambiamento climatico come fa la destra, ma anche di un’idea di sviluppo finalmente sostenibile che abbandoni l’industrialismo degli anni ‘70, la cementificazione del nuovo accanto ai capannoni vecchi e sfitti, l’impermeabilizzazione forzata e dilagante di cui in Toscana è stato indiscusso protagonista il Partito Democratico – concludono -. Servirebbe, infine, un utilizzo delle risorse maggiormente orientato alla manutenzione (come un tempo si faceva) ma anche al riadeguamento del territorio a ciò che attende tutte e tutti noi nei decenni a venire. Ce lo chiedono, tanto per fare un esempio, quei tanti campi oggi allagati per i quali qualcuno, in Regione Toscana, vorrebbe abbassare i parametri di rischio idraulico in risposta a tanti che ancora oggi non pensano ad altro che a murare, murare e ancora murare. Il cambiamento climatico è in gran parte è dovuto allo sviluppo industriale sfrenato che cerca l’iperproduzione delle merci, spesso inutili, per fare sempre più profitti per un numero sempre più ristretto di persone, strafregandosene dell’ambiente. Loro i profitti, nostri i danni. E’ l’ora di dire basta”.