“Il Natale non sia la festa dell’inverno. I sindaci difendano le nostre tradizioni”

La mozione di Rossi nel consiglio comunale di Castelfranco di Sotto. “Questo tentativo assomiglia molto al voler togliere i crocifissi dalle scuole”
Una mozione per chiedere ai sindaci che si facciano garanti delle tradizioni e delle radici cristiane nel loro comune. La mozione promossa da Forza Italia arriva anche a Castelfranco di Sotto, presentata dalla consigliera comunale Aurora Rossi.
Arriva, spiega la stessa Rossi, “dopo che l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, fra l’altro finanziato dall’Unione Europea e da istituzioni pubbliche, prova a cancellare il 25 dicembre cambiando il nome da Natale a festa dell’inverno. Lo si apprende da circolari interne all’istituto. Questo, dicono, per una uguaglianza etnica e razziale. Cancellare il Natale per noi significa cancellare la nostra identità cristiana e sorprende che questa proposta venga dal direttore di un prestigioso istituto fiorentino che ha per propria sede, un antico convento”.
Per la consigliera, “2000 anni di storia non si cancellano con una circolare e devo proprio dire che questo tentativo assomiglia molto al voler togliere i crocifissi dalle scuole e tenta di voler azzerare i valori cristiani dell’occidente. Basta affacciarsi alle finestre del convento di Fiesole oggi sede universitaria, per vedere un panorama di cupole, chiese, croci che vi sovrastano, campanili, che facciamo, dopo togliamo anche quelli o oscuriamo le finestre?
E’ storia che nel 1929 Stalin abolì il giorno della nascita di Cristo e nel 1991 crollò il regime comunista sovietico e fu ammainata la bandiera rossa con falce e martello dal Cremlino, proprio, guarda caso, il 25 dicembre. Si può dunque liberamente pensare che l’Urss abolì il Natale di Cristo, ma alla fine Cristo ha abolito l’Urss proprio nel giorno della sua nascita. Non è certo eliminando la nostra storia, la nostra cultura cultura, la nostra fede, che si crea un dialogo interreligioso, non è certo nascondendo ma ascoltando e dialogando con l’altro con dignità e rispetto reciproco”.