Consiglio comunale a Fucecchio, la maggioranza perde un pezzo: Rossella Costante lascia il gruppo del Pd

Serata movimentata in assise: i rappresentanti di Forza Italia abbandonano l’aula per protestare contro le mancate risposte alle interrogazioni
Doppio colpo di scena durante la seduta di ieri (6 settembre) del consiglio comunale a Fucecchio. I consiglieri di Forza Italia, Simone Testai e Sabrina Ramello dopo la lettura di un documento nel quale spiegano i motivi, hanno abbandonato l’aula. Con loro, a seguire, anche il consigliere del Gruppo Misto, Leonardo Pilastri. Nella stessa seduta la consigliere Rossella Costante abbandona il gruppo di maggioranza del Partito Democratico e costituisce un gruppo a sé. Un episodio, quest’ultimo che non ha precedenti nella storia recente della politica locale. Ma andiamo per ordine di tempo.
Dopo le comunicazioni del sindaco arriva il primo colpo di scena. La consigliere in forza al Partito Democratico, Rossella Costante, annuncia di abbandonare il gruppo di maggioranza con il quale siede in consiglio comunale. La consigliera, il cui intervento non è stato possibile seguire in diretta streaming per un problema tecnico, ha precisato che molti dei progetti che inizialmente aveva condiviso con il gruppo di maggioranza sono stati rinnegati, da ciò “ho capito di non essere più nel posto giusto ed intendo quindi proseguire il mio mandato da sola”. Un fatto eclatante che non ha precedenti nella storia della politica locale, la maggioranza perde un consigliere.
“Ieri sera – spiega all’indomani la consigliera – nel corso del consiglio comunale, ho lasciato il mio posto tra i banchi della maggioranza. Ho deciso di uscire dal gruppo consiliare del Partito democratico e di dimettermi, per correttezza, dalla presidenza della commissione consiliare 2 e di proseguire il mio mandato da consigliera da sola. Nel corso di questi anni, ma soprattutto nell’ultimo, ho capito di non essere nel posto giusto per me, per come sono fatta io, per come intendo gruppo, politica e comunità. Ho manifestato il mio disagio, le mie perplessità, ho provato a confrontarmi e a ricredermi, ma senza risultati. Casualmente mi sono avvicinata al mondo politico, spinta dalla responsabilità di essere diventata (e di sentirmi) madre e di sentire di dover fare, nel mio piccolo, un qualcosa per il paese in cui ho scelto di vivere stabilmente. Da lì idee, “battaglie” e progetti, molti dei quali portati avanti con altri consiglieri che hanno, per strada, rinnegato quelle idee, quelle battaglie, quei progetti, come non fossero mai esistiti. Io a certe idee e a quei progetti condivisi con gli elettori non rinuncio. Non ho vincoli, non devo niente a nessuno, se non a Dio e ai miei genitori che hanno voluto nascessi. Non mi piacciono i compromessi, le gerarchie di vecchio stampo, le chiusure. Ma soprattutto non amo l’ipocrisia. Sarebbe stato più semplice rimanere in un gruppo, che tra l’altro è di maggioranza, anche non sentendomene parte, continuando, magari con un profilo basso e via a scivolare verso giugno prossimo, verso la fine del mandato. Ma a me non piacciono le cose semplici né quelle preconfezionate. A me non basta alzare una mano o adeguarmi, ho bisogno di comunicare, di ascoltare e essere ascoltata, di sapere prima e non dopo, di condividere, di potermi fidare, di poterci essere sempre e non solo al bisogno o al comodo, vivendo le relazioni nel pieno rispetto reciproco. Ho bisogno che quei valori in cui credo e che sbandiero siano valori veri, in concreto e non di facciata. Non dico e non voglio dire che la mia idea di gruppo politico e di politica, intesa come messa a servizio per il paese e per gli altri, sia quella giusta o la più giusta rispetto a quella di altri. Dico semplicemente che è diversa, ed è per questo che ho creduto fosse giusto e coerente per me lasciare la maggioranza e sedere dall’altra parte, confluendo nel gruppo misto. Questo non significa venire meno al mio mandato, al patto con gli elettori che mi hanno votato. Niente cambia tra noi e nell’impegno che ancora più intenso potrò offrire, proseguendo nella strada della trasparenza e del bene comune, lontana da ogni impensabile personale opportunismo. L’unica strada che, al momento e in futuro, intendo seguire.”
Pochi minuti dopo il secondo colpo di scena: il capo gruppo azzurro, Simone Testai, ha letto un documento nel quale ha spiegato i motivi dell’abbandono dell’aula riconducibili al modo di gestire, da parte dell’amministrazione le interrogazioni consiliari “i cui termini di risposta non vengono mai rispettati” citandone ad esempio alcune presentate nel periodo dal 12 al 27 di giugno che figuravano all’ordine del giorno di ieri. Le interrogazioni in questione riguardano l’inosservanza dei divieti nell’area pedonale di piazza Montanelli, i lavori alla rotonda di via dei Cerchi, la violazione del lutto nazionale, ed il mancato rispetto dell’ordinanza inerente la rimozione di una vettura abbandonata su area pubblica (presentate rispettivamente nei giorni 12 e 27 di giugno).
“Le interrogazioni e le interpellanze secondo l’articolo 55 del regolamento del consiglio comunale – ha puntualizzato Testai – devono avere risposta nel primo consiglio utile o al massimo entro 30 giorni in base a quanto disposto dal comma 5 e, qualora nei trenta giorni successivi alla presentazione dell’interrogazione, non risulti convocata una seduta del consiglio comunale, è dovuta all’interrogante, entro il predetto termine, risposta scritta e l’interrogazione sarà, comunque, iscritta all’ordine del giorno della successiva seduta del consiglio comunale”.
Questi termini secondo il capo gruppo forzista non sono mai rispettati. Testai ha inoltre contestato il fatto che da sempre i consigli comunali (che non siano prosecuzione) vengono preceduti dalla convocazione della riunione dei capigruppo, come previsto dall’articolo 30 dello statuto comunale e dall’articolo 14 del regolamento del consiglio comunale e ritenuta obbligatoria anche dal Tar Molise con sentenza 162/2018.
“Dispiace – conclude – dover constatare ancora una volta come questo Consiglio e questa amministrazione applichino regolamenti e leggi a proprio comodo secondo una loro personale interpretazione, talvolta avallate da pareri tecnici, che mancano di terzietà o di coerenze tra diversi dirigenti. Bene siamo stanchi, ha chiosato il capogruppo forzista, di essere osteggiati in tutti i modi, di vedere prevaricati i nostri diritti di consiglieri, rappresentanti di una buona fetta di popolazione, soltanto per poter proseguire il progetto politico della maggioranza senza intralci, senza ostacoli e senza confronto, siamo stanchi per cui stasera abbandoneremo l’aula e provvederemo a comunicare questa decisione agli organi competenti, affinché vengano presi provvedimenti nei confronti di chi non rispetta i regolamenti, li applica in modo interpretativo e questo al solo scopo di mantenere consensi elettorali che con i fatti non riesce a mantenere”.