Storie di gender e letture arcobaleno, i dubbi di Fratelli d’Italia

“Prendiamo atto che l’Amministrazione stia facendo propria la linea politica radicale della nuova segreteria Pd, soffiando sul fuoco di argomenti divisivi”
“Prendiamo atto che l’Amministrazione stia facendo propria la linea politica radicale della nuova segreteria Pd, soffiando sul fuoco di argomenti divisivi che nulla hanno a che fare con la guida di una comunità locale”. Lo dice Vittorio Picchianti, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Fucecchio, che aggiunge come “Non rifiuteremo mai il confronto su temi dei diritti e dell’inclusione di tutti i cittadini e non sappiamo se questa radicalizzazione ideologica cerchi di distogliere l’attenzione da qualche difficoltà amministrativa o di consenso. Certo è che ci piacerebbe confrontarci, finalmente, su temi di merito e di competenza di un’amministrazione comunale”.
Dall’agenda del sito del Comune, infatti, racconta Picchianti, “apprendiamo che tra le Notti di Mezza Estate promosse dalla biblioteca comunale Indro Montanelli, ci sarà la presentazione del libro Storie dell’altro Gender. Un libro di testimonianze sulle esperienze di ragazzi e ragazze di fronte alla scoperta del proprio orientamento e della propria sessualità non può, di per sé, avere niente di negativo, ma come è usanza di certa politica di Sinistra, si finisce per strumentalizzare certi argomenti – anche profondi e complessi – alla luce di quella che è ormai a tutti gli effetti un’ideologia creata a tavolino. Riflettiamo, innanzitutto, sull’opportunità che a proporre certe tematiche in un ambiente che appartiene a tutta la collettività comunale siano associazioni che fanno della lotta politica e ideologica un loro cavallo di battaglia.
Gradiremmo, poi, conoscere il contenuto delle letture arcobaleno che verranno proposte ai bambini. Sul sito del Comune si legge che saranno letture sull’accoglienza, sull’empatia e sulla diversità. La presentazione che precede suggerisce che dietro a parole di buon senso come queste ci sia, piuttosto, una battaglia ideologica sul gender. Non ci rassicura certamente nemmeno l’improprio utilizzo, su sito istituzionale, della schwa, scelta linguistica (già contestata anche dall’Accademia della Crusca) che rappresenterebbe una sedicente battaglia fonetica per abbattere presunti stereotipi di genere e che ha, come scopo, quello di ‘neutralizzare’ i due generi o anzi, di crearne un numero indefinito”.