Fucecchio al lavoro per il dopo Spinelli: 3 assessori tra i possibili candidati

Le opposizioni punterebbero a correre unite per la conquista del comune
Manca ancora un anno alle elezioni amministrative 2024 che forse si svolgeranno a giugno, e non ad aprile, per la concomitanza con quelle europee, e potrebbe sembrare prematuro ipotizzare possibili candidati a sindaco di Fucecchio dall’una e dall’altra parte. Qualche nome però si sente pronunciare, in particolare in casa Pd, considerato che l’attuale sindaco Alessio Spinelli, per legge, non è più rieleggibile e qualcun altro, o altra, dovrà sostituirlo al primo posto della griglia dei possibili candidati. La campagna elettorale è lontana e nessun partito ha avanzato pubblicamente candidature anche se le ipotesi non mancano sia per quanto concerne il Partito Democratico che governa la città che nella parte avversaria di centro destra che siede sui banchi dell’opposizione formata da FdI, Lega, Gruppo Misto e Forza Italia.
Per il partito locale di Elly Schlein pare al momento vi siano quattro possibili candidati anche se su tutti spicca il nome di Emma Donnini, attuale vice sindaco, insegnante della scuola media Montanelli Petrarca di Fucecchio. La vice sindaco uscente vanta infatti già due mandati in questo ruolo nei quali ha avuto un peso notevole in entrambe le giunte Spinelli, in particolare nell’attuale, considerato che quasi un terzo dei fondi del Pnrr sono destinati alla realizzazione di opere pubbliche in ambiti scolastici, materia dell’assessorato ricoperto, che nella prossima consiliatura potrebbe puntare a inaugurare in veste di primo cittadino.
Accanto al suo nome viene fatto anche quello dell’attuale assessore allo sport, bilancio, viabilità e protezione civile Fabio Gargani, medico pediatra, riguardo al quale sembra strizzare l’occhio l’ala sinistra del partito. Anche l’assessore al Palio delle Contrade Daniele Cei, marketing manager, ha la sue carte da giocare: due mandati da assessore sono un biglietto da visita importante per candidarsi a coprire il ruolo di sindaco. Non è da escludere che possa essere della partita anche il capo gruppo in consiglio comunale Alberto Cafaro, archeologo, che nell’ambito del partito è particolarmente apprezzato e gode di ottime referenze. Con questa variegata griglia di candidati non è da escludere che il partito locale della Schlein decida di ricorrere alle primarie per far scegliere agli iscritti e simpatizzanti il nome di colui che verrà indicato come candidato sindaco per il prossimo quinquennio.
Per quanto riguarda invece la sponda opposta, al momento pare che il centro destra abbia le idee abbastanza chiare. La coalizione a trazione Fratelli d’Italia, primo partito a Fucecchio alle recenti elezioni politiche, nonostante l’autorevolezza della possibile candidatura di Simone Testai, capogruppo consiliare di Forza Italia Centro Destra Fucecchio, spesa in altre campagne elettorali, o quella di Marco Cordone capogruppo consiliare della Lega per Salvini Premier, parrebbe orientata a puntare decisamente su Vittorio Picchianti, bancario, coordinatore locale dal 2018 del partito di Giorgia Meloni, attivo da sempre nell’associazionismo cattolico e nel terzo settore, già candidato alle regionali 2020 con il secondo miglior risultato di preferenze nel circondario.
L’obiettivo di Picchianti dovrebbe essere quello di riunire in un unico blocco i rappresentanti dell’opposizione che siedono in consiglio comunale (Forza Italia, Lega Salvini Premier, Gruppo Misto) insieme a quelle forze del mondo civico che hanno come obiettivo la discontinuità con l’attuale governance locale al fine di creare un soggetto e progetto politico alternativo all’attuale per dare una spallata a chi da sempre ha governato Fucecchio. Non si percepiscono al momento segnali indicativi di possibili candidature da parte di Italia Viva e del Movimento 5 Stelle. Per il momento si tratta solo di ipotesi, la strada da percorrere è ancora lunga e di sicuro nei prossimi mesi ne sapremo di più anche perché, nell’area della colazione di centro sinistra sono già iniziate le manovre per la composizione delle cosiddette liste civetta che nell’ultima consultazione ebbero un ruolo importante.