No Valdera avvelenata, presidio al Green Park di Pontedera: “Le bonifiche le paghi chi ha inquinato”

Cittadini ma anche partiti, comitati e associazioni ancora una volta hanno voluto farsi sentire. Galletti (M5S): “Si scongiuri una Terra dei fuochi toscana”
“Siamo i figli di un periodo morto, di potenze corrotte, di un terreno avvelenato. Ci meritiamo un futuro e siamo stanchi di una società che ricerca il profitto dei pochi e lascia a tutti gli altri i suoi rifiuti”. Sono le parole della giovanissima Clara, studentessa a Pontedera della Rete Studenti Medi, ad inaugurare il presidio che questo pomeriggio (9 maggio) ha visto numerosi cittadini riunirsi ancora una volta di fronte ai cancelli del cantiere Green Park a Pontedera, di fronte ai tanti mucchi di terra e Keu in attesa di smaltimento, in risposta alla chiamata del comitato No Valdera Avvelenata.



























Cittadini ma anche partiti, comitati e associazioni che ancora una volta hanno voluto farsi sentire per chiedere “bonifiche subito”, ma anche che a pagare per i danni eventualmente riconosciuti dagli smaltimenti dei rifiuti delle concerie di Santa Croce “non sia il pubblico, non siano i cittadini stessi”.
“Solo dei criminali potrebbero pensare di venire a scaricare questi veleni qui, in mezzo alla zona residenziale – ha dichiarato Antonio Piro, del Comitato No Valdera Avvelenata – Siamo qui oggi per far tenere alta l’attenzione su una questione, quella dell’avvelenamento da Keu di tanti piccoli e grandi siti sparsi per la Valdera e non solo, che qualcuno vorrebbe far passare in sordina, nel silenzio. Ma siamo presenti oggi anche per ribadire una cosa molto semplice che purtroppo non è più appannaggio della cultura politica di questo paese: chi inquina e delinque, paga. E paga di tasca sua anche le bonifiche. Non è accettabile che i costi di un’operazione così vergognosa, che nella sua evoluzione giudiziaria ha visto fra gli indagati esponenti del potere politico e di quello economico, se li debba accollare il pubblico, mentre territori e persone rimangono coinvolte nell’ennesimo ricatto che riguarda la loro salute e vuol vedersi tutelata”.
Persone come la signora Daniela, residente in uno dei palazzi proprio di fronte al cantiere, che con la voce rotta dall’emozione ha preso la parola. “Il giorno in cui io mi scoprivo il tumore al seno, a mio marito lo trovavano alla gola – ha detto. – Chi dobbiamo ringraziare? Da casa mia io me la sono vista tutta, la vicenda di questo cantiere”.
Molti i riferimenti all’ormai noto studio pubblicato settimane fa da Arpat sulle possibili interazioni del Keu con gli agenti atmosferici. “Studi che ci parlano di pericolosissime ripercussioni possibili per i terreni contaminati da questo materiale, che a contatto con l’umidità può portare alla formazione di cromo esavalente, una delle sostanze più pericolose per la salute umana – ha ricordato Marco Pagli, uno dei portavoce dell’Assemblea empolese, che il 20 e 21 maggio si darà appuntamento al No Keu Fest nella città dell’area fiorentina. – Mentre qui a Pontedera, come d’altronde anche ad Empoli, ancora siamo a manifestare in mezzo a mucchi e teli di plastica”.
Presente, sul posto, anche la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Irene Galletti. “È urgente la bonifica di tutti i siti coinvolti e la Regione deve agire seguendo il principio di precauzione” ha dichiarato la consigliera, che ha anche sottolineato la “deludente risposta della giunta” alle varie interrogazioni presentate sull’argomento. “Si promette, a ormai due anni dai fatti, 97mila euro per uno studio “terzo”. Questo è assolutamente inaccettabile. L’ipotesi di una Terra dei Fuochi toscana deve essere scongiurata”.