Santa Croce celebra il 25 aprile, Deidda: “È il fondamento della nostra storia democratica”






La sindaca: “Oggi festeggiamo la fine dell’occupazione nazifascista. Una data che deve accomunare tutte le italiane e gli italiani”
“Il 25 aprile di quest’anno richiede di essere celebrato in maniera ancora più forte e solenne. In tempi in cui si tenta di riscrivere, cancellare, togliere meriti a chi ha costruito la nostra liberazione, non possiamo permetterci semplificazioni”. Inizia così il messaggio rivolto ai cittadini e cittadine della sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, in occasione della festa della Liberazione.
“Mi hanno sempre detto ‘tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta’ la figura è bella e qualche volta piango. Ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l’ideale nella testa dell’uomo’. Il 28 dicembre del 1943, cadevano, ‘in un unico sparo’, Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore Cervi, fucilati dai fascisti nel poligono di Reggio Emilia. Inizio così, con una citazione di Alcide Cervi, le celebrazione di questo 25 aprile in cui come ogni anno siamo qui a ricordare la fine dell’occupazione nazifascista, celebrando una data che deve accomunare tutte le italiane e gli italiani a prescindere dalle nostre convinzioni politiche. La liberazione deve essere un giorno pace, di democrazia, di diritti e di eguaglianza perché la libertà conquistata è un bene che non conosce limiti o differenze, è senza esclusioni, perché l’antifascismo è più forte se riesce ad unire”.
“Come amministrazione comunale di Santa Croce sull’Arno -prosegue la sindaca – ci siamo presi l’impegno di valorizzare e arricchire ancora di più quella che riteniamo essere la festa più bella del nostro calendario civile e il fondamento della nostra storia democratica. Non ci limitiamo però a vivere e celebrare il 25 aprile solo come un momento di ricordo e memoria. Riflettere sul valore dei diritti dell’uomo, primo fra tutti quello di poter vivere in un presente libero e di pace, è il forte messaggio che ci hanno consegnato la Resistenza e l’antifascismo i cui valori sono la nostra guida nell’attività politica, istituzionale da cittadini attenti e consapevoli. La Liberazione ci ha affidato il convinto e incondizionato rifiuto di ogni sopraffazione totalitaria, unitamente alla consapevolezza dell’importanza della democrazia, all’affermazione coraggiosa e intransigente del rispetto della dignità umana, al rifiuto di ogni razzismo, valori che vogliamo trasmettere alle future generazioni tanto più oggi in cui è chiaro e lampante il pericoloso tentativo di riscrivere la storia e riabilitare il periodo più drammatico per il nostro Paese. Ci troviamo sempre più spesso di fronte a parole che suonano come inaccettabili soprattutto se pronunciate dalle più alte cariche dello stato e del governo, e pericolose perché, senza mai condannare un Ventennio di sopraffazioni, odio e violenza il tentativo è quello di mantenere una strisciante vicinanza a quelle idee che sono state alla base della nascita del fascismo”.
“Abbiamo denunciato più volte questo pericolo e spesso ci siamo sentiti dire, da chi oggi ci governa, che vediamo il ritorno del fascismo ovunque, che il fascismo non può più esistere perché superato dalla storia e che noi stessi portiamo avanti concetti superati – continua Deidda -. Oggi le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa e del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, solo per citare le ultime infelici uscite, ci dicono purtroppo che avevamo ragione, che abbiamo ancora ragione a sostenerci antifascisti e che il nostro antifascismo è un’azione necessaria. E per capirlo basta porci una semplice domanda e darci una risposta che è la storia a suggerirci: che cos’è il fascismo? Il fascismo è negazione della democrazia e del pluralismo politico, la soppressione della libertà di pensiero e di espressione, la persecuzione degli oppositori, l’intolleranza e la discriminazione, la creazione del nemico e il nazionalismo populista. Ogni volta che nelle parole di questo governo rintracciamo anche solo l’ombra di uno di questi concetti diventa necessario continuare a resistere, per non correre il rischio di cancellare la linea di demarcazione dei nostri diritti fondamentali e delle nostre garanzie, quella linea che i padri e le madri costituenti hanno disegnato nella Costituzione”.
“Il nostro dovere è raccogliere il seme di cui parla Alcide Cervi, e trasformarlo in memoria attiva, attraverso le generazioni, per non rendere inutile il sacrificio dei suoi figli e per continuare a coltivare il dono prezioso che ci ha lasciato quello straordinario movimento collettivo costituito dai partigiani e dagli antifascisti tutti che combatterono, gli uni accanto agli altri, per quello che per loro era un futuro e che per noi è il presente. Raccogliere un testimone, portarlo con noi attraverso il cammino della vita e saperlo passare a chi verrà dopo di noi, questo è per noi il senso del 25 aprile e della memoria che deve accompagnarne il semplice esercizio del ricordo, per garantire la salute della nostra Italia libera, democratica e antifascista conclude la sindaca -. Viva il 25 aprile!”.