“La vera alternativa è non fare la base militare”, né a Coltano né nell’area Cisam




“A noi preoccupa il silenzio attorno a tutta questa vicenda”
“Cisam non è l’alternativa. La vera alternativa è non fare la base. Per essere credibili e combattere l’astensionismo bisogna dire ai cittadini cosa si pensa. Noi sulla base siamo l’unica forza politica che continua a chiedere conto”.
E’ la stoccata che Una Città in Comune e Rifondazione Comunista lanciano in direzione di tutte le forze politiche, candidato del centrosinistra Martinelli in primis, sull’ipotesi di spostamento dell’ormai nota base militare dei reparti Tuscania e Cinofili dei Carabinieri da Coltano all’area Cisam, centro di ricerca della Marina Militare a San Piero a Grado.
“Dopo l’incontro Crosetto Conti Petrucci – spiegano le due forze politiche –, come se la gestione del territorio fosse un affare privato di Fratelli d’Italia, sono passati oltre due mesi e nessun tavolo, interistituzionale o meno, è stato convocato. La proposta non parte da Fratelli d’Italia e nemmeno dall’Arma dei Carabinieri, ma viene sin dallo scorso giugno da chi massimamente dovrebbe preoccuparsi di tutelare le aree interne al Parco, cioè il presidente Lorenzo Bani. Un cortocircuito quasi comico, se non si stesse parlando di destinare immense aree di un parco naturale a infrastrutture militari”.
Sede del celebre reattore nucleare per gli studi sulla propulsione navale dell’ex Camen di Livorno, chiuso nel 1980, l’area a cui ci si riferisce si trova a poche centinaia di metri da Camp Darby, ha una estensione di oltre 450 ettari. Sparsi in quest’area immensa ci sono alcune aree coperte, alcuni edifici e piazzali. “L’idea di ‘recuperare le strutture esistenti’ è pura fantascienza, basta avere un’idea minima dell’area di cui parliamo e dei volumi che invece la base dovrebbe occupare – fa sapere il candidato della coalizione Diritti in Comune alle prossime elezioni Francesco Auletta –. Oltre ad essere la forza politica che ha scoperchiato questa intera vicenda, ancora oggi continuiamo la battaglia sulla trasparenza degli atti. E’, infatti trascorso un mese e mezzo da quando abbiamo inviato una richiesta di chiarimenti alla Regione Toscana, al Comune di Pisa, alla Provincia di Pisa e all’Ente Parco sulle aree che sarebbero coinvolte, sulle implicazioni e gli impatti che avrebbe un potenziamento militare, senza ricevere alcuna risposta nonostante i nostri solleciti”.
Poco o niente si sa, poi, della delicata fase di smantellamento progressivo dell’impianto e delle acque dell’ex reattore, annunciato più volte. Le strutture militari all’interno dell’area coprono appena il 2% del totale. “Stiamo parlando di un territorio prevalentemente boscato che rappresenta un bacino enorme di ricchezza ambientale, genetica, faunistica, ovvero tutto ciò che rende un territorio maggiormente resistente anche agli effetti deleteri del cambiamento climatico – afferma Tiziana Nadalutti, di Una Città in Comune –. Un luogo non solo del parco regionale, ma anche un Sito di Importanza Comunitaria tutelato dall’Unione Europea nell’ottica di una rete di luoghi protetti che resistano alla fortissima compressione urbanistica dei territori”.
“Allo stesso modo – continuano Auletta –, è assolutamente fuorviante parlare di assenza di progetto come ha detto nella sua unica uscita pubblica il candidato del centrosinistra Martinelli, visto che il progetto della base esiste, che ci sono ben due decreti, e che siamo stati noi per primi a scoprirlo”.
“A noi preoccupa il silenzio attorno a tutta questa vicenda – conclude Daniele Iannello, di Rifondazione –. Una questione che invece ha dimostrato con la manifestazione dello scorso 2 giugno e con tutto questo anno di studi ed iniziative politiche di essere davvero un dispositivo di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini. Perché non si parla di questi 192 milioni di euro rubati al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione? Perché si fa di tutto per rimandare la discussione come se non si aspettasse altro che andare oltre la data delle elezioni? Cosa stanno facendo, sotto banco, le principali forze politiche?”.