Il caso keu torna in consiglio comunale: interpellanza di Guazzini

Il caso keu e le sue implicazioni politiche tornano in consiglio comunale a San Miniato. A portarceli è la capogruppo di CambiamentiManola Guazzini con una interpellanza.
A sindaco e giunta, Guazzini chiede “se si ritiene ancora sostenibile di fronte a questi sviluppi che (indipendentemente dall’esito della vicenda penale e dalla presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio che riguarda tutti gli indagati) attestano che la politica, prima riducendosi alla funzione di puro facilitatore istituzionale nei confronti degli interessi più forti, poi limitandosi a esprimere fiducia nell’operato della Magistratura senza assolvere ai suoi doveri specifici, ha abdicato al proprio ruolo, che sia ancora possibile aprire un dibattito come più volte richiesto, che ne analizzi contenuti politici e relazioni ai cittadini quanto fino a qui emerso.
Se non ritengano che dal momento in cui è esplosa l’inchiesta, sia emersa l’esigenza di adeguare maggiormente le procedure dei nostri Comuni per contrastare le infiltrazioni mafiose, che in Toscana non si presentano come un fenomeno di importazione, ma rispondono con un’offerta di servizi a una domanda del sistema economico; e per riflettere e cominciare a cambiare rotta, ponendosi domande su come intervenire nei processi produttivi, per rendere il più possibile i residui riutilizzabili correttamente, e su quali siano le possibilità in cui questo si può fare, e su quali eventuali iniziative di innovazione e diversificazione andranno sostenute anche con soldi pubblici, e infine quali garanzie si devono dare per smaltire correttamente i rifiuti non trasformabili in sottoprodotti: senza sconti o scorciatoie di alcun genere”.
Guazzini chiede inoltre “quali iniziative si intendano compiere o promuovere in tali direzioni” e “se non si ritenga che sia quanto meno inopportuno politicamente che chi ricopre incarichi istituzionali provasse a restare al suo posto anche dopo aver ricevuto, su una vicenda di questa importanza e gravità, non un semplice avviso di garanzia ma un rinvio a giudizio”.
Tra le premesse dell’interrogazione c’è l’interrogatorio reso dall’ex capo di gabinetto del presidente della giunta regionale Ledo Gori e le dichiarazioni, “seppur parziali, di fatto documenterebbero l’esistenza di un uso della politica e dei ruoli istituzionali come strumento di intermediazione e facilitazione di interessi e di affari anziché come potere di indirizzo e controllo”.