“Il tempo perso ha fatto lievitare i costi”, Squarcini dopo l’incontro con le consulte

Mancano “visione e programmazione politica” quindi “se questa amministrazione terminasse qui si eviterebbero altri danni”
“In sostanza il sindaco di Montopoli Valdarno e l’assessore Varallo hanno ribadito che, di tutti i grandi progetti presentati nel programma elettorale, solo la stazione e la scuola di Marti potranno essere completati. E’ bene sapere che su questi argomenti, e in particolare sulla situazione delle scuole di Marti e Capanne, dove agli atti si registrano ritardi di programmazione ingiustificati, sono presenti tre interpellanze sostanzialmente ‘ferme’ per richiesta di tempo da parte dell’Amministrazione”. Lo racconta la capogruppo di Montopoli del cambiamentoSilvia Squarcini dopo l’incontro pubblico tra amministrazione comunale e consulte di frazione per discutere di investimenti, alla quale hanno partecipato anche i consiglieri di minoranza.
“Interpellanze – spiega ancora Squarcini – che servono, per esempio, a capire come mai non si è proceduto con la programmazione di Marti nonostante si potesse procedere e come mai non sia stata ancora fatta la verifica della sicurezza della struttura della scuola di Capanne nonostante gli amministratori fossero a conoscenza di questa necessità fin dal novembre 2021”.
Sottolineando di non aver rilasciato dichiarazioni in quella sede, Squarcini vuole “ribadire che l’intera riunione si è incentrata sulle azioni che l’Amministrazione non potrà portare avanti, anche se promesse negli anni, sulle mancate risposte dell’amministrazione comunale al lavoro che le consulte hanno svolto in questi anni, alle loro proposte, alle loro richieste e alle mancate risposte ai loro problemi. Molte domande da parte delle consulte, dai lavori promessi a Montopoli, alla discarica delle Conche, ai fossi mai sistemati a Casteldelbosco, alle domande sul destino dell’area del campo sportivo di Bulignano sono tutte senza risposte concrete. Un problema diffuso di cui la maggior parte dell’aula poco si rallegrava con il senso di delusione e sconforto per il tempo perso che si respirava nell’aria”.
Particolarmente sentito il tema scuole. “Il tema vero è che i genitori avrebbero il diritto di conoscere le condizioni di sicurezza delle scuole frequentate dai loro figli. E’ bene che tutti abbiano chiaro che sono questi ritardi, dovuti all’incapacità di gestire il lavoro, che hanno determinato veramente una perdita di tempo che poi, è causa principale della tanto decantata lievitazione dei costi. In effetti, se ci si sofferma a riflettere sugli aumenti, si nota come anche lo stesso progetto stazione di San Romano contenga un aumento dei costi che va da 550 a più 60mila euro, coerente però con gli aumenti generali e non da 800mila a 2 milioni di euro per la scuola di Marti che si è quasi triplicato.
In realtà è questo ritardo, insieme a una politica della scuola mai fatta negli ultimi 8 anni e a un continuo rimaneggiamento dell’organizzazione, a determinare una situazione in cui, l’assessorato ai lavori pubblici procede a stenti fra problemi e la rincorsa dei bandi e quello alla scuola è praticamente inesistente.Non una visione, non una programmazione politica”.
Riguardo al polo scolastico unico poi, “E’ la stessa amministrazione che ha proposto per San Romano il polo unico dell’intero sistema istruzione spostando le sedi dalle frazioni, compreso Marti, a San Romano. La nostra risulta quindi una domanda lecita fatta su un punto fondamentale espresso già dalla stessa Amministrazione. Come gruppo consiliare abbiamo sempre sostenuto la riapertura della scuola di Marti perché comprendiamo la sua importanza per la stessa frazione ma allo stesso tempo ci sentiamo in dovere di fare queste considerazioni per una visione futura di una scuola pubblica al passo con i tempi e che garantisca tutti i servizi di cui i nostri ragazzi necessitano.
Noi crediamo che tutte le persone abbiano diritto a risposte. Risposte che, anche a detta delle consulte, mai arrivano dagli amministratori che invece continuano a difendersi con l’aumento dei costi e il covid, a cui tutti noi siamo soggetti così come le altre amministrazioni comunali che, ciò nonostante, procedono nel far crescere le proprie comunità da sole o con integrazioni intercomunali più ampie. Si è perso un anno di tempo a riorganizzare una struttura per renderla meno attiva di quanto non lo fosse prima.
Perdere circa 300mila euro sulla scuola di Capanne, circa 38 e altri 16mila sulla informatizzazione sono solo alcuni esempi che riportiamo e che per ragione di brevità di stampa non ampliamo con tutto il resto delle considerazioni ma che ci hanno portato a considerare che se questa amministrazione terminasse qui si eviterebbero altri danni”.