Finisce deserta l’asta per l’ex Icla: torna il timore dei residenti per un possibile ampliamento della M3

Guazzini (Cambiamenti) torna a chiedere che il Comune eprima una manifestazione di interesse per l’immobile di Ponte a Egola
Ex-Icla: punto e a capo. L’asta attesa per questa mattina è andata deserta, per la seconda volta. Il prezzo minimo d’asta di 2milioni e 394mila euro (la base è di 3,1 milioni) ancora non convince potenziali acquirenti, fra quali qualcuno avrebbe voluto vedere anche il comune di San Miniato, chiamato in causa tempo fa in un’animata riunione della consulta.
Una polemica rilanciata oggi (25 ottobre) anche dalla lista Cambiamenti e da Manola Guazzini, nel tentativo di farsi portavoce di coloro che, nella frazione, da tempo sperano in una delocalizzazione della M3, fabbrica del gruppo Magniflex che occupa in parte ciò che resta della vecchia Icla.
“L’espressione di una manifestazione di interesse da parte del Comune per l’acquisizione pubblica dell’area è un’occasione, che sarebbe gravissimo lasciar sfuggire – scrive la consigliera Guazzini. – Per allontanare nell’unico modo sicuro dall’abitato di Ponte a Egola un rischio ambientale con esso del tutto incompatibile. E prevedendo al tempo stesso una destinazione dell’area per ragioni di pubblica utilità che non comporterebbero nessun ulteriore consumo di suolo pubblico: ampliamento degli spazi sportivi e del verde pubblico al servizio della frazione di Ponte a Egola, sede di associazioni, del distretto socio-sanitario e del centro medico in attesa della realizzazione, che prevede tempi ancora molto lunghi, della Casa della salute, eventualmente anche soluzione di problemi strutturali legati alle scuole della frazione”.
La paura di alcuni dei residenti del quartiere è quella che, prima o poi, il terreno finisca per far gola proprio ai proprietari della fabbrica M3. Una presenza “ingombrante” all’interno di un area molti più grande (quasi 15mila metri quadri di stabili totali più il resede), che secondo l’amministrazione rappresenterebbe anche il più grosso problema da affrontare in caso di acquisto da parte dell’ente, come dichiarato alcuni giorni fa dallo stesso sindaco Simone Giglioli.
“L’acquisizione – incalza ancora Guazzini – potrebbe essere finanziata col ricorso a mutui, come reso del tutto compatibile, se effettuato in modo oculato e mirato, dall’attuale situazione finanziaria del Comune. Non ho il minimo dubbio che, se l’amministrazione comunale esprimerà in questa direzione una volontà politica chiara, non mancheranno certo, all’interno della macchina comunale, risorse umane in grado di attuare tale volontà attraverso strumenti giuridici e tecnici adeguati”.