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Tracce di Pfas nell’Usciana, Guazzini (CambiaMenti) chiede chiarimenti al sindaco di San Miniato

30 settembre 2022 | 15:55
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Tracce di Pfas nell’Usciana, Guazzini (CambiaMenti) chiede chiarimenti al sindaco di San Miniato

La consigliera dopo i controlli Arpat: “Vogliamo sapere adesso come procederà il Comune”

Tracce di Pfas nell’Usciana, la consigliera comunale del gruppo CambiaMenti Manola Guazzini presenta un’interpellanza al sindaco di San Miniato dopo l’inchiesta uscita su Il Cuoio in diretta.

Inquinamento, le analisi Arpat fanno emergere tracce di Pfas anche nell’Usciana

“Da notizie di stampa risulta che Arpat abbia trovato nel Serchio, nel Versilia, nell’Usciana, nell’Elsa, nel Bisenzio e nell’Ombrone tracce di Pfas, circa 4700 sostanze totali che fanno parte della famiglia delle sostanze perfluoroalchiliche, tali sostanze, create in laboratorio, vengono impiegate dagli anni Cinquanta per la produzione di numerosi prodotti commerciali: impermeabilizzanti per tessuti, tappeti, pelli, insetticidi, schiume antincendio e vernici e rivestimento dei contenitori per il cibo; cera per pavimenti e detersivi – si legge nella premessa -. Il giornalista Vincenzo Brunelli (Il Cuoio in diretta) descrive i Pfas in questi termini: ‘conosciuti anche come le molecole eterne. Persistenti, tossiche e create in laboratorio dalle industrie, hanno la terribile capacità di accumularsi nel tempo negli organismi viventi’, e riferisce che ‘è stato stimato che un solo cucchiaino da caffè di Pfas è capace di inquinare per secoli due piscine olimpioniche’ “.

“E’ stato dimostrato che gli pfas sono in grado di causare un’ampia gamma di effetti avversi, e ciò è aggravato dalla loro proprietà di accumularsi nell’organismo – prosegue la premessa -. Le patologie maggiormente riscontrate che, sulla base di una letteratura scientifica ampia e quasi univoca, vengono attribuite all’esposizione prolungata a queste sostanze, sono il tumore ai reni; il cancro ai testicoli; malattie della tiroide; ipertensione in gravidanza; colite ulcerosa; aumento del colesterolo. Recenti ricerche hanno inoltre messo in luce l’incremento delle patologie neonatali e delle donne in gravidanza nelle aree più contaminate: diabete gestazionale, neonati più piccoli e sotto peso rispetto alla media e altre malformazioni maggiori tra cui anomalie del sistema nervoso, del sistema circolatorio e cromosomiche; c’è su questo tema una situazione di vuoto legislativo, perché, mancando in Italia una normativa nazionale, al momento si fa riferimento solo a direttive europee e a ‘obiettivi di performance’ per le acque potabili indicati nel 2014 dall’Istituto Superiore di Sanità; la tendenza suggerita dalla letteratura scientifica al legislatore è di puntare sull’impatto zero, usando metodi a circuito chiuso, e sostituendo nel tempo queste sostanze incontrollabili e pericolose con altre che hanno gli stessi effetti (cere e paraffine) ma con una biodegradabilità completamente differente, sia pure con costi maggiori”.

“Vogliamo sapere se esistono controlli Arpat relativi alle acque superficiali del Comune di San Miniato e se da questi controlli sono emerse tracce di pfas – si legge -. Se il sindaco non ritenga opportuno, d’intesa con le altre amministrazioni del comprensorio, appurare se vengono usate queste sostanze nel processo di lavorazione dei settori conciario e calzaturiero, e in caso che quest’uso venga accertato, di adottare opportuni provvedimenti affinché siano messi in atto procedimenti sostitutivi e se fosse possibile acquisire dati sulla diffusione delle malattie connesse alla presenza degli pfas, e più in generale dell’incidenza dei tumori e della mortalità ad essi connessa e del suo andamento negli ultimi vent’anni”.

“Inoltre vogliamo sapere come il sindaco intende operare affinché Arpat abbia più risorse per effettuare controlli mensili e costanti nelle acque superficiali, nelle falde, negli scarichi e nel mare, sugli animali e soprattutto sugli esseri umani – prosegue Guazzini – e quali iniziative intenda assumere per premere sul Governo, sul parlamento e sulla Regione Toscana perché le direttive europee contro l’uso dei pfas trovino adeguata traduzione in misure legislative e regolamentari”.