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Italexit, verso le dimissioni in blocco. Manfrin: “Paragone si è fatto gabbare”

7 agosto 2022 | 12:40
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Italexit, verso le dimissioni in blocco. Manfrin: “Paragone si è fatto gabbare”

Dissapori sulla lista delle candidature per Camera e Senato

Dimissioni in blocco da Italexit. E’ pronto a lasciare anche Alessandro Manfrin, ex candidato sindaco di Bientina e coordinatore organizzativo provinciale di Pisa, vice coordinatore politico, coordinatore della sezione comunale di Santa Croce sull’Arno. Con lui lasciano anche Giovanni Pezone, Gabriele Gori, coordinatore provinciale di Pistoia, Nicola Dal Zotto, di Massa Carrara, Daniele Mencarelli, coordinatore provinciale di Arezzo, Marco Lubrano, coordinatore livornese e Pier Paolo Todisco di Grosseto. Il motivo dell’attrito è tutto inerente alle candidature per Camera e Senato.

“Paragone – attacca Manfrin – ha dimostrato di essere ingenuo politicamente; si è fatto irridere da un gruppetto di marionette (Alternativa c’è) mandato lì appositamente, e lui ci è cascato. Oppure faceva tutto parte di un teatrino di cui lui ne era il protagonista. Un leader bulletto, prima donna, con un ego smisurato, che è stato gabbato come un bambino. Un direttivo regionale inadeguato che non ha saputo gestire niente degli ultimi 15 giorni Una gestione nebulosa e poco chiara, da cui sono stati esclusi tutti i direttivi provinciali, rimasti sempre all’oscuro di ogni scelta e/o decisione”.

“Mentre tutte le altre regioni, da lunedì, partivano con la raccolta firme, la Toscana no – afferma Manfrin -: le liste dei candidati tardavano ad essere consegnate per non si sa quale motivo. Nel frattempo i territori avevano già, da giorni iniziato un lavoro durissimo, programmando un calendario fittissimo di eventi, puntualmente tutti annullati o rimandati a causa di questo strano ritardo dei moduli. Finalmente iniziata la raccolta firme (giovedì) dopo sole 2 ore è stata subito stoppata (codici fiscali errati, balla colossale). Siamo rimasti all’oscuro di tutto per 24h senza saper dare risposte a nessuno. Oltretutto il Regionale ha subito passivamente tutti i diktat di Paragone che imponeva i suoi nomi nelle liste in base ai follower o ad altre virtù nascoste, a discapito di chi ha creato il partito, giorno dopo giorno, sacrifici dopo sacrifici, con tempo tolto alla famiglia, denaro (tanto!, tutto in autofinanziamento). Caso emblematico…la forzatura sul nominativo di tale Costanza Vaccaro, consigliera Comunale di Livorno, in Lega fino ad una settimana fa, che un quotidiano locale riportava indecisa ad entrare in Italexit o +Europa. Questo a palese dimostrazione di che mercenari ci stiamo imbarcando. La quasi totalità delle province Toscane ha rassegnato le proprie dimissioni: Pisa, Livorno, Grosseto, Pistoia, Massa e Arezzo, solo Firenze non si è espressa, Lucca, Siena e Prato non esistono. Le provincie dissidenti hanno inviato direttamente a Paragone una lista di candidati ‘non trattabile’ e la richiesta di una riorganizzazione totale a livello regionale. Se le nostre richieste non verranno accolte, ci saranno le dimissioni irrevocabili in blocco di tutti i coordinatori politici provinciali”.