Siringhe usate e sangue su un accappatoio al parco di Santa Croce sull’Arno foto

Lambertucci e Oliveri: "Un vero schifo in uno dei parchi più belli a disposizione della nostra città. L'area deve essere bonificata e messa in sicurezza"

“Un vero schifo in uno dei parchi più belli a disposizione della nostra città e un autentico pericolo per l’incolumità dei cittadini. Questo quello che abbiamo trovato dopo aver verificato alcune segnalazioni di cittadini e famiglie preoccupate che avevano inviato foto relative alla situazione presente al parco di via Sant’Andrea, dietro lo sgambatoio per i cani e gli orti urbani”. I due consiglieri comunali di Santa Croce sull’Arno Alessandro Lambertucci e Vincenzo Oliveri raccontano di essersi trovati di fronte ad un vero e proprio bivacco per consumo di stupefacenti, con pericolose siringhe utilizzate sparse tra le foglie e un accappatoio macchiato di sangue.

Secondo i due consiglieri, l’Amministrazione non vigila con mezzi e persone la situazione dei beni pubblici di Santa Croce. Tutto viene lasciato al caso ed il lassismo e l’indifferenza impera. “Questa situazione – dicono – non può andare avanti perché va a scapito solo degli onesti cittadini che rispettano la città e pagano le tasse per avere, giustamente, servizi e pulizia”. Intanto i capigruppo di “Per un’altra Santa Croce” e “Asma 2.1chiedono che l’area venga subito bonificata senza alcun indugio o tergiversazione.

“Ma è mai possibile – si chiedono – che gli occhi e le orecchie di noi consiglieri comunali, la cui portata è amplificata dalle segnalazioni dei cittadini, riescano a vedere queste situazioni mentre gli amministratori di maggioranza e il sindaco girino il loro paese muniti di pesanti paraocchi? Delle due l’una: o sono incapaci di vedere o non vogliono farlo volontariamente per chi sa quale interesse. Forse per loro sarà poca cosa quello che denunciano i cittadini o pensano che sia un fenomeno non arginabile ma noi crediamo che quando sia in ballo la salute dei cittadini si debba fare ogni cosa e molto di più per evitare il pericolo e il bivacco di certa gente che non ha a cuore la propria esistenza figuriamoci quella degli altri e che, non vogliamo, si abitui a frequentare le nostre strade e i nostri parchi pubblici. L’unica terapia utile è, da una parte, quella che era stata già tracciata alcuni anni fa dalla Prefettura e alla quale il sindaco aveva espresso una piena adesione rivelatasi, però, solo di facciata che prevedeva il monitoraggio del territorio da parte di soggetti e associazioni espressamente individuate e formate e dall’altra illuminare adeguatamente anche i nostri parchi molti dei quali, di notte, sono spesso abbandonati a se stessi; oltre, ovviamente a disporre nelle aree più deficitarie adeguati sistemi di videosorveglianza”.

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