Vicenda keu, Greco (Pd): “L’astensione? Non condividiamo l’impostazione della mozione”

Il capogruppo: “C’è una grande differenza tra chi strumentalizza le paure e chi, come noi, vuole continuare a far crescere il Comprensorio del Cuoio”
Mozione sulla vicenda keu approvata in consiglio comunale a San Miniato, prosegue la discussione. Il capogruppo del Partito Democratico, Marco Greco, spiega i motivi dell’astensione.
“Come noto, ci siamo astenuti sulla mozione riguardante la vicenda Keu e la relativa inchiesta giudiziaria della Dda di Firenze – esordisce Marco Greco -. Nonostante riteniamo in gran parte condivisibili i 10 punti proposti dalla Cgil, non condividiamo né l’impostazione della mozione né tantomeno l’approccio che la consigliera Guazzini ha avuto all’alba dell’indagine. Se c’è un merito che la consigliera Guazzini porta con sé non è tanto una mozione passata grazie all’astensione della maggioranza, bensì il merito di aver fatto capire da che parte sta. E soprattutto contro chi sta. La consigliera Guazzini è la stessa che sostiene sedicenti associazioni che affermano che gli imprenditori vanno a cercare i mafiosi. La consigliera è contro un sistema che, grazie all’impegno profuso dagli amministratori locali, dai sindacati e dal mondo imprenditoriale, ha contribuito alla prevenzione di fenomeni di criminalità organizzata e ha favorito un netto miglioramento della salute delle persone, investendo sulla qualità ambientale. La consigliera Guazzini sta con chi dice che nel Comprensorio del Cuoio c’è la mafia”.
“Noi siamo diversi e lavoriamo in modo diverso – afferma -. In questi mesi , consapevoli della serietà della situazione, abbiamo voluto approfondire la vicenda, a partire dalla Commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata in Toscana che ha prodotto due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza. Da queste apprendiamo, e lo sottolineiamo, che il filone di questa complessa inchiesta non ha niente a che vedere con la mafia. Ma c’è di più. Relativamente alla vicenda di Aquarno, si evince che Arpat ha eseguito in maniera costante i controlli (almeno 2 al mese) e pertanto non si sono registrati illeciti ambientali. Anche in sede di audizione in commissione d’inchiesta promossa dal Consiglio Regionale della Toscana, il direttore tecnico di Arpat, Marcello Mossa Verre, ha fatto emergere una responsabilità diretta da parte della società Lerose che non ha rispettato le procedure. Ha dichiarato che ‘il materiale delle Lerose non rispettava le due condizioni: quella della eluizione con l’acqua, per vedere se pur avendo certe sostanze entro certi limiti rilasciava qualcosa; il rispetto delle soglie, che sono le CSC delle bonifiche’. Il Direttore ha inoltre specificato che ‘Ecoespanso non doveva nemmeno rispettarle in uscita perché bene o male era un rifiuto'”.
“Troppo facile cavalcare i timori di coloro che, legittimamente, manifestano preoccupazioni – continua Greco -. Scandaloso dare adito a coloro i quali ritengono che ‘c’è una gestione marcia nel sistema pubblico-privato’ paventando mancate autonomie tra potere pubblico e imprenditoria. E tutto questo con l’idea di attaccare un partito o qualche amministratore locale. Non si rende conto, tuttavia, che attacca un modello, quello pubblico-privato, che negli anni ha avuto grande capacità di innovazione. Non ci sono mai stati favoritismi, il lavoro è sempre stato svolto anteponendo le esigenze di tutela ambientale e della salute e dettando linee di indirizzo rigide che hanno comportato per il comparto ingenti investimenti negli ultimi decenni. Basti pensare alla realizzazione dei due depuratori (Aquarno e Cuoiodepur), all’accordo di programma per la tutela delle risorse idriche del Valdarno o alla realizzazione di strutture come Po.te.co”.
“Alla luce di ciò, siamo convinti di quanto positivamente abbia prodotto il sistema pubblico-privato in questi anni e con forza e convinzione continueremo a raccogliere le istanze del comparto conciario affinché continui ad essere un’eccellenza per tutta la Toscana e non solo. E’ fondamentale che l’opinione pubblica sappia che nel Comprensorio del Cuoio possono contare su validi amministratori e sulla grande capacità degli imprenditori. C’è una grande differenza – conclude – tra chi strumentalizza le paure e chi, come noi, vuole continuare, attraverso sviluppo, innovazione e sostenibilità ambientale, a far crescere e conoscere il Comprensorio del Cuoio“.