“Sempre più medici scappano dal Pubblico”, allarme di Fratelli d’Italia

Dal San Giuseppe, ogni anni spiegano “se ne va il 3 o 4% del personale”
“Urge un serio piano strutturale, di riordino dell’intero sistema sanitario in particolare in Toscana, regione che affronta una crisi di sistema che non ha precedenti”. Lo sostengono Federico Pavese, responsabile Fratelli d’Italia zona Empolese e Giampaolo Giannelli, membro assemblea regionale Anci Toscana confidando che “Sono sempre di più i medici ospedalieri che scappano dal pubblico verso il privato alla ricerca di condizioni lavorative più favorevoli”.
Lo fanno, secondo i due esponenti politici, “Piegati da turni di lavoro insostenibili e delusi dalla mancanza di investimenti sulla sanità ospedaliera che, dopo aver retto l’onda del Covid, è stata dimenticata da qualsiasi piano di investimento e rilancio. Le condizioni cui devono sottostare i professionisti della Sanità pubblica sono sempre più difficili e pericolose, per questo molti decidono di andarsene.
Empoli, purtroppo, non è da meno, cosi come tutta la Toscana”.
Dal San Giuseppe, per esempio, ogni anni spiegano “se ne va il 3 o 4% del personale, circa una decina di medici all’anno, con personale ridotto all’osso e servizi sempre peggiori. Pronto soccorso, pediatria, ginecologia i settori dove si registrano i numeri peggiori. A Empoli (come del resto a Prato) l’emergenza urgenza registra un 40% di carenza di personale, dato, questo, veramente preoccupante.
La situazione è drammatica. I medici che se ne vanno non vengono sostitiuiti, i pochi provvedimenti tampone adottati dalla Regione Toscana nelle ultime settimane e i 91 milioni di euro di deficit del bilancio regionale della sanità mettono in ginocchio interi reparti.
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, già lo scorso anno (prot. consiglio regionale del 28 luglio 2021) aveva presentato una proposta di legge, volta a garantire ed incentivare la presenza dei medici nei presidi ospedalieri, in particolare nelle zone più disagiate.
Perché quello che serve nell’empolese, nella Toscana, nell’Italia intera, non sono i pochi palliativi adottati dalla Regione Toscana”.