“Respingere e abolire la Giornata del ricordo”, la richiesta del Partito Marxista Leninista di Fucecchio

L’invito è a “Boicottare la riscrittura della storia” e a non concedere “spazi pubblici ai neofascisti e ai neonazisti per le loro celebrazioni”
“Chiediamo a tutti gli antifascisti e i democratici di non abboccare a questa campagna anticomunista e di rivalutazione del fascismo, boicottare e ostacolare tutti i tentativi di inculcare alle masse popolari, ai giovani e nelle scuole (come sta già avvenendo) la storia dal punto di vista dei fascisti. Cogliamo l’occasione per solidarizzare con chi lo sta già facendo, come il rettore dell’università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, nuovamente bersaglio degli attacchi di Lega e FdI per un seminario universitario dal titolo: Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del ricordo“. Per il Partito Marxista Leninista di Fucecchio “occorre respingere e abolire la Giornata del ricordo e non concedere spazi pubblici ai neofascisti e ai neonazisti per le loro celebrazioni. Chiediamo lo scioglimento delle loro organizzazioni a cominciare da Forza Nuova”.
Al grido di “Abbasso il fascismo! Viva il socialismo! Viva la Resistenza!”, il partito invita a respingere e abolire la Giornata del ricordo convinto che “Ogni anno la ‘canea’ revisionista utilizza la Giornata per riscrivere la storia all’insegna della pacificazione tra antifascisti e fascisti e per rivalutare il Ventennio mussoliniano. Una ‘ricorrenza’ che fu proposta da Roberto Mania e Ignazio La Russa (prima Msi, poi An e infine Fratelli d’Italia) e istituita per mano del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004 con il plauso della destra e i voti di quasi tutta la ‘sinistra’ borghese.
Anche nella nostra zona, il 10 febbraio e nei giorni successivi si svolgono varie adunate e cerimonie, da quelle organizzate da gruppi apertamente fascisti che secondo la nostra Costituzione dovrebbero essere fuorilegge come Forza Nuova, Casapound e altri e fascisti in ‘doppio petto’ come Fratelli d’Italia (vedi Pontedera) a quelle istituzionali, come quella dell’amministrazione del nostro comune Fucecchio e di tutta la Toscana. In tutti e due i casi, pur usando toni diversi, si finisce per paragonare le cosiddette ‘foibe’ e gli avvenimenti del confine orientale con lo sterminio nei campi di concentramento nazisti di milioni di ebrei, comunisti, oppositori, rom, minoranze, disabili e di chiunque venisse considerato ‘deviato’, equiparare i partigiani Jugoslavi alle Ss e il nazifascismo al comunismo. Lo stesso Mattarella cita ‘gli opposti totalitarismi’ ma noi gli vogliamo ricordare che il fascismo non è altro che la versione più reazionaria della dittatura della borghesia e del capitalismo.
Una ricostruzione che evita accuratamente di ricordare il contesto storico della 2a Guerra Mondiale e l’aggressione militare alla Jugoslavia da parte dei nazifascisti e degli eserciti hitleriano e mussoliniano che perpetrarono indicibili massacri tra la popolazione nelle zone da questi occupate con repressioni, stragi, incendi di villaggi e massicce deportazioni nei campi di concentramento dove vi furono decine di migliaia di morti per fame, malattie e violenze. Esercito italiano che da solo o con i tedeschi, partecipò all’aggressione oltre che della Jugoslavia di Grecia, Francia e Urss.
È questa riscrittura della storia che ha portato ad esempio alla risoluzione dell’europarlamento del 2019 che accomuna il comunismo al nazifascismo e vieta l’uso dei simboli comunisti, vale a dire che mette sullo stesso piano i fascisti con coloro che hanno dato un contributo determinante alla Liberazione del continente dal mostro nazifascista. In Italia ricordiamo i tentativi, in particolare di Fratelli d’Italia, di mettere in pratica questa risoluzione europea chiedendo lo scioglimento di due partiti che hanno come simbolo la falce e martello, fra i quali il Pmli”.