Cento anni di Adrio e Luigi Puccini, il ricordo dell’ex sindaco Ciaponi

L’ex sindaco e il sindacalista erano nati nel 1921 e hanno sempre militato nel Pci: “Il loro operato merita di essere sempre più conosciuto ed ê doveroso diffonderlo e preservarlo nel tempo”
Adrio e Luigi Puccini, nelle parole dell’ex sindaco di Santa Croce sull’Arno Osvaldo Ciaponi il ricordo di due grandi personaggi della politica locale.
È l’ex primo cittadino a ricordarne le figure a 100 anni dalla nascita. “Sono nati – ricorda – a distanza di cinque giorni l’uno dall’altro. L’uno il 4 ottobre, l’altro il 29 settembre. Sono nati nell’anno 1921. Oggi avrebbero avuto cento anni. Sono nati nello stesso anno in cui nacque il Pci, partito al quale appartennero fino alla sua fine. Sono nati nell’anno in cui la violenza fascista si scatenava sempre più forte in Italia contro le sedi dei partiti di sinistra, le case del popolo, le camere del lavoro e tutte le persone che si opponevano alla nascente dittatura. Sono nati nell’anno in cui il sindaco socialista di Santa Croce sull’Arno Bruno Gufoni fu aggredito e picchiato nel suo ufficio nell’esercizio delle sue funzioni nel Palazzo Vettori, allora sede del municipio, da un gruppo di fascisti locali”.
“Portano lo stesso cognome – ricorda Ciaponi – ma non sono parenti. Potremo dire che son gemelli ma non fratelli: i due Puccini sono stati protagonisti ben oltre i confini comunali di Santa Croce sull’Arno della vita politica, istituzionale e sindacale nella seconda metâ del secolo scorso lasciandoci un vissuto di storie, lotte, esempi di vita, militanza, passione e intelligenza ancora oggi di estrema attualità e modernità e al quale ogni riferimento ê tuttora di grande utilità”.
“Adrio Puccini, Adrio e basta per tutti – dice Ciaponi – Sindaco indimenticato e indimenticabile per quasi 25 anni, apparentemente un po’ burbero ma al contrario tanto buono, affabile, amico e amato. Il sindaco antifascista delle lotte per la pace e il lavoro. Il sindaco della semplicità e dell’onestà, della concretezza e delle grandi intuizioni. Il sindaco dell’alluvione del 1966, il sindaco del nuovo municipio, il sindaco del servizio di medicina preventiva per i lavoratori, il sindaco che credeva nell’industria conciaria e per salvarla capì con grande anticipo che la soluzione era solo la depurazione dei reflui e la tutela dell’ambiente. Produrre senza inquinare non fu solo un perfetto e ancora oggi attualissimo slogan ma una pietra miliare del suo operare e di chi lo seguì. il sindaco mai sconfitto in una elezione ma costretto a cessare la sua attività a causa di una sentenza per un fatto attinente proprio alla depurazione la cui ferita lo accompagnò fino alla morte. Il sindaco della biblioteca che porta il suo nome, di Villa Pacchiani. Il sindaco delle partite a scopa al circolo Primavera o a bocce sotto gli alberoni dei Canottieri o dello struscio nel Corso con i suoi compagni ma spesso anche con i suoi avversari e sempre con l’immancabile l’Unitá ben visibile sotto il braccio”.
“Luigi Puccini. Gigi di Pallesco per tutti – aggiunge l’ex primo cittadino – Persona di grande statura e non solo fisica. Fu privato della possibilità di frequentare la scuola media e di ottenere un diploma per corrispondenza perchè di famiglia antifascista. Il padre, nascosto perchè ricercato dai fascisti, non potê vederlo nascere. Frequentò fin da giovane la Cgil. Fu segretario per tanti anni della Camera del lavoro di Pisa prima di trasferirsi con la famiglia a Roma dove ricoprì la carica di segretario nazionale della Filceva Cgil. Fu stretto collaboratore di Giuseppe Di Vittorio e membro della segreteria nazionale di quel sindacato. Fu più volte consigliere della Provincia di Pisa di cui rivestì la carica di assessore e vicepresidente. Impegnato poi anche lui sul grande tema della tutela dell’ambiente e dei rifiuti delle concerie”.
“Per loro e su di loro potremo parlare molto e a lungo – è il commento di Ciaponi – Il loro operato merita di essere sempre più conosciuto ed ê doveroso diffonderlo e preservarlo nel tempo perchê questo è un concreto, lodevole e necessario esercizio di memoria che oltre a rendere riconoscenza e gratitudine a questi due grandi santacrocesi dà loro quel posto che meritano nella storia della nostra comunitä.