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“Santa Croce tradita dal suo sindaco”, la Lega: “Non può restare politicamente senza conseguenze”

19 aprile 2021 | 12:32
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“Santa Croce tradita dal suo sindaco”, la Lega: “Non può restare politicamente senza conseguenze”

“Cittadini e aziende hanno il diritto di essere rappresentati da un sindaco di tutti. Preoccupa il silenzio di chi dovrebbe dare spiegazioni”

Gli esponenti della Lega non si limitano alla richiesta di dimissioni della sindaca Giulia Deidda, richiesta avanzata già ieri (domenica 18 aprile) in modo corale da tutta l’opposizione. Alessandro Lambertucci e Valentina Fanella provano ad analizzare dal punto di vista politico il perché di questa richiesta di dimissioni, al di là delle liturgie della politica. Un ragionamento da cui emerge uno scenario amaro che a vari livelli e in vari modi causerà un impatto su tutta la collettività santacrocese a prescindere da quelle che saranno le risultanze investigative ed eventualmente processuali.

Santa Croce tradita e vilipesa. Quando la ‘narrazione’ si sostituisce ai fatti, – dicono Fanella e Lambertucci – quando un approccio ideologico alla vita pubblica tende a piegare la realtà a tornaconti settoriali, economici o politici, i risultati non possono che essere quelli che abbiamo sotto gli occhi. Lungi da noi la volontà di emettere o, meglio, anticipare giudizi che attengono alla competenza delle competenti Autorità Giudiziarie, oggi non possiamo che tenerci a rispettosa ‘distanza’ dalla ricostruzione di quelle ‘verità’ che troveranno, viceversa, spazio nelle aule dei tribunali in cui i protagonisti di questa vergognosa vicenda saranno chiamati a rispondere.

“Tuttavia, siamo – dicono ancora i due esponenti – costretti a rilevare come l’indagine della Direzione distrettuale antimafia colpisca duramente la società civile, il comparto produttivo e punti dritto al cuore istituzionale di Santa Croce accusandolo di essere asservito ad un sodalizio criminale.Associazione per delinquere: questa l’accusa mossa al sindaco Giulia Deidda rispetto alla quale, come detto, evitiamo di formulare qualunque commento e giudizio, di assoluzione o colpevolezza, che risulterebbe parziale e del tutto fuori luogo. Non possiamo però esimerci da una condanna prettamente politica netta e senza appello alcuno. Le verità processuali verranno accertate ma il tenore delle intercettazioni pubblicate in questi giorni su tutti i quotidiani hanno destato uno sconquasso che non può restare politicamente senza conseguenze. Ciò che più preoccupa è il silenzio di chi avrebbe ed ha l’obbligo di fornire doverose spiegazioni: non sono certo tre righe su Facebook a poter cancellare dubbi e sospetti circa comportamenti politicamente censurabili”.

Ciò che viene infangato e stracciato, – spiegano ancora i due esponenti della Lega – considerato il tenore del contenuto delle intercettazioni pubblicamente diffuse, è un valore che si chiama etica. Sembrerebbe, infatti, emergere chiara ed inequivocabile, senza possibilità di fraintendimento, una inaccettabile preminenza di interessi particolari rispetto ed a scapito di quelli generali. Ne discende la presa d’atto dell’inaccettabile tradimento, perpetrato, sul piano politico, dal nostro sindaco, che colpisce il rapporto con i cittadini e con il mondo produttivo santacrocese. I cittadini hanno il sacrosanto diritto di essere amministrati da un sindaco schierato in difesa degli interessi generali e non impegnato, come sembrerebbe dalla lettura degli stralci delle intercettazioni riportate dalla stampa, a muovere pressioni per rimuovere funzionari sgraditi e scomodi. I cittadini hanno il diritto di essere rappresentati da un sindaco costantemente impegnato nella lotta al degrado che è sotto gli occhi di tutti (tranne quelli di coloro che vorrebbero raccontare un Paese che non esiste) e non coinvolto nell’esercitare pressioni per salvaguardare gli interessi di pochi. L’intera comunità di Santa Croce ha il diritto di essere guidata da un sindaco che si ponga in modo franco e trasparente, senza riempirsi la bocca con gli elogi ai principi su cui si impernia l’economia circolare mentre nell’ambiente vengono sversati materiali inquinanti, utilizzati, a quanto pare, anche per la realizzazione del manto delle strade sui cui, ogni giorno, ogni santacrocese percorre la distanza per andare al lavoro, a fare la spesa, a scuola”.

“Così l’intero mondo produttivo santacrocese, polo conciario d’eccellenza composto da aziende che hanno, negli anni, fatto investimenti e impegnato risorse nella ricerca, oggi, a seguito dei comportamenti censurabili assurti alla ribalta delle cronache giornalistiche, rischia di pagare un conto drammaticamente salato. Anche le aziende hanno il diritto di essere rappresentate da un sindaco di tutti e non già da chi avrebbe privilegiato, secondo la stampa, gli interessi dei pochi oggi sul banco degli imputati. E’ questo il danno politico che il contegno del sindaco Deidda ha generato ed ancora sta generando. E si si sostanzia nel tradimento del rapporto fiduciario con i cittadini, con il mondo produttivo, con le associazioni di categoria, con interi settori del tessuto sociale di Santa Croce. Il voler restare ad ogni costo ancorato a quella sedia, che dovrebbe servire alla costruzione del bene comune e non degli interessi di pochi, è di danno all’intera collettività”.

“Con quale serenità d’animo e con quale credibilità il sindaco potrà d’ora in poi approvare un bilancio, – incalzano i due consiglieri comunali – fare una nomina, avanzare una qualunque proposta, gestire una qualunque situazione di conflittualità? Con quale credibilità potrà stabilire i criteri di indirizzo rispetto alle politiche urbanistiche, ecologiche o di sviluppo del paese? Con quale credibilità potrà farsi portavoce ed interprete e rappresentante di quel settore produttivo che il mondo ci invidia? Il problema politico è qui perché viene prima della liceità di un provvedimento amministrativo. Deve essere al di sopra di ogni sospetto. Vale per il sindaco Deidda e vale per le forze che la sostengono che, se avessero a cuore le sorti di Santa Croce e delle industrie conciarie, le consiglierebbero di fare un passo indietro. Non si tratta di ‘scaricare’ qualcuno ma di operare per il bene di una comunità. Difendere in modo acritico l’operato politico di Giulia Deidda significa in qualche modo accettare politicamente i metodi censurati dall’indagine ed, in qualche modo, conferirgli una legittimità che assolutamente non meritano: anzi, a ben vedere,sono proprio le forze politiche che nel sindaco Deidda avevano creduto quelle che, per prime, sentendosi tradite,  dovrebbero contestarne l’operato”.