Il Partito democratico riparte con Letta: “Il nostro obiettivo resta Santa Maria a Monte 2023”

E il circolo apre ai non iscritti: via agli incontri tematici
“Allargarci alla società”: questa è la parola d’ordine e per questo il confronto sul documento sottoposto dal nuovo segretario Enrico Letta ai circoli si fa anche con chi non è iscritto. Ieri sera, 25 marzo, infatti, c’erano anche i non tesserati al Partito democratico di Santa Maria a Monte che hanno potuto dire la loro sui molti temi toccati dal documento.
Voto ai sedicenni, ius soli, regolamenti parlamentari e piccole e medie imprese. Un ventaglio di proposte che vanno dai principi fondanti fino alle scelte più operative su cui tutti i circoli del Pd sono chiamati a discutere. Il Pd di Santa Maria a Monte, però, ha meno tempo degli altri per riorganizzarsi: la scadenza per le elezioni comunali fra due anni è molto vicina e quindi servono atti concreti. Le proposte di Letta a lungo termine vanno calate nella realtà e condensate nel tempo perché “per noi l’obiettivo resta Santa Maria a Monte 2023”. Di concreto c’è il documento che uscirà dalla riunione di ieri sera e sarà trasmesso alla direzione provinciale, oltre all’impegno di continuare con incontri tematici su ogni punto da trattare: una serie di dibattiti su scuola, lavoro, difficoltà dovute al Covid che saranno anche la base di ascolto per la prossima campagna elettorale.
Una scossa nell’organizzazione del partito che parte dall’analisi della sconfitta alle amministrative: l’obiettivo è tornare a governare il comune perché “noi abbiamo una visione diversa rispetto a questa amministrazione, sicuramente più inclusiva”.
Lasciando la dimensione locale, la certezza che circola tra iscritti e simpatizzanti è il bisogno di abbandonare “gruppetti e correnti” che hanno divorato il Pd dall’interno, così come “deve finire l’influenza che ancora ha Renzi all’interno del partito”. In quest’ottica c’è entusiasmo per la nomina di Enrico Letta a segretario, riconosciuto come uomo capace, diplomatico nei rapporti e sicuramente bravo a ricucire. Il discrimine è vedere se questo entusiasmo iniziale, abbracciato anche da chi ha una provenienza diversa da quella lettiana, durerà nel tempo o si dissiperà.
“Credo che Letta abbia davanti a sé un grande compito – questa la sintesi di Patrizia Faraoni, segretaria del Pd di Santa Maria a Monte -. Il punto cinque del documento parla di anima e cacciavite: il fulcro per tornare sul territorio ed essere partito che aggrega, partito di riferimento. L’anima sono i nostri valori e le nostre idee e attraverso questo dobbiamo allargarci e far partecipare la società civile. Altri punti sono l’inclusione dei giovani il voler togliere dai margini i più deboli. Sullo Ius soli: c’è chi ritiene non sia il momento opportuno, ma noi dobbiamo darci un’identità e dobbiamo parlare anche di questo.
Chi fa politica non deve essere improvvisato quindi serve tornare alle scuole di politica alla ‘vecchia maniera’. Non siamo il partito del potere: abbiamo lo scopo di governare questo paese, ma tramite elezioni, non perché siamo, come la chiama Letta, la ‘protezione civile delle politica’.
Quella con i Cinque Stesse è un’alleanza possibile, un mondo a cui guardare per conseguire l’allargamento. Portare avanti le nostre idee, come ha fatto recentemente Letta sugli aeroporti: non dobbiamo avere paura di portare avanti le nostre idee, non stiamo a guardare come tira il vento. Abbiamo avuto sette governi e sei primi ministri in dieci anni: serve una riforma dei regolamenti parlamentari per combattere il trasformismo. Un freno ai cambi di casacca.
Infine, l’economia della condivisione: rendere il lavoratore un azionista dell’azienda, affinché ci sia un’autentica partecipazione. Insieme a questo, Letta pone come punto importante un rappresentante nel partito delle piccole e medie imprese, che difenda i loro interessi rispetto a quelli delle grandi aziende o delle multinazionali. Si tratta di tornare ad essere il partito degli operai e degli ultimi, che in questo periodo sono anche i piccoli imprenditori”.
Le difficoltà della scuola raccontate dai giovani studenti e degli insegnati più navigati, tenendo insieme le visioni delle due facce della medaglia. La frase di Letta sulla didattica a distanza da mantenere anche in futuro, intesa forse troppo alla lettera, quando invece il segretario sottolineava gli aspetti positivi legati a eventi eccezionali: la possibilità di invitare, per esempio, il grande professore universitario che in presenza non avrebbe mai tenuto una lezione agli studenti.
Sui 5 Stelle qualcuno suggerisce di “non piegarsi troppo” alle misure di welfare senza una visione di continuità: “non si fa il welfare così, vanno emancipate le persone”. Per altri il M5S ormai si è schierato con il centrosinistra e quindi l’apertura non pone grossi problemi. La consapevolezza della necessità di alleanze nuove porta a ricercare “la parte buona” di ciascun partito.
Fuori tempismo il voto ai sedicenni, per cui servirebbe un lavoro di anni di preparazione. Per poter tornare alla vecchia scuola politica, insomma, serve tempo. Una dialettica interna anche sulla scelta di Letta di sostituire i capigruppo alla Camera e in Senato per fare largo alle donne nel partito – dopo le accuse di essere un gruppo maschilista – tra chi ha apprezzato il pugno duro di Letta e chi, invece, avrebbe preferito delle modalità diverse.