Pd, OrgoglioFucecchiese e M5s: “Non tollereremo il ripetersi di episodi tanto incresciosi”

Commento dei capogruppo al battibecco che ha portato alla sospensione del consiglio ccomunale
“Siamo disponibili a un confronto politico sereno e ordinato ma, per rispetto di tutta la nostra comunità, non tollereremo il ripetersi di episodi tanto incresciosi”. Lo dicono i capogruppo del PdAlberto Cafaro, di #OrgoglioFucecchieseFederica Banti e di M5SFabrizia Morelli commentando il battibecco tra consiglieri che ha portato alla sospensione del consiglio comunale di Fucecchio(qui).
“Con nostro sgomento – scrivono i capogruppo -, i lavori del consiglio comunale di Fucecchio sono stati sospesi a causa di comportamenti inaccettabili. La ricostruzione dei fatti è nota e non preme a noi ripeterla in questa sede, ma il fatto che la consigliera del Pd Irene Pagliaro sia stata intimorita dalle urla del consigliere della Lega Leonardo Pilastri è semplicemente intollerabile. La consigliera si è dovuta rivolgere ai militi dell’arma dei carabinieri, che sono prontamente intervenuti e ne hanno raccolto il disagio. A loro, come sempre, va il nostro ringraziamento.
Esprimiamo la nostra più convinta solidarietà alla consigliera Pagliaro per quello che è solamente l’ultimo di una serie di episodi che da tempo stigmatizziamo e di cui è spesso protagonista lo stesso consigliere. Riteniamo che questi atteggiamenti siano gravi e non più tollerabili. Con pacatezza e senza intento polemico, li abbiamo più volte segnalati in conferenza dei capigruppo, ma senza successo. Nel condannare quanto avvenuto, vogliamo rivolgerci ai rappresentanti di tutti i partiti, chiedendo unanime condanna e ricordando che col nostro comportamento dobbiamo tutti essere esempio per i cittadini, rappresentarne la voce in Consiglio e così contribuire al bene della nostra città.
Un ultimo messaggio – il più importante – lo rivolgiamo infine proprio ai cittadini: nulla di quanto avvenuto durante questo sconcertante episodio è politica. Questi atteggiamenti non sono parte di un normale, serrato confronto fra le parti. Se si accetta che questa sia la normalità, tutti noi avremo fallito. Viviamo in una Repubblica democratica e non possiamo accettare atteggiamenti intimidatori da parte di nessuno – specie se si tratta di fatti avvenuti in una sede istituzionale e democratica quale appunto il Consiglio”.