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Leporaia, Giglioli: “Bando per rinnovare la convenzione, nessun problema se rimane Coia”

18 giugno 2020 | 16:55
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Leporaia, Giglioli: “Bando per rinnovare la convenzione, nessun problema se rimane Coia”
Leporaia, Giglioli: “Bando per rinnovare la convenzione, nessun problema se rimane Coia”
Leporaia, Giglioli: “Bando per rinnovare la convenzione, nessun problema se rimane Coia”
Leporaia, Giglioli: “Bando per rinnovare la convenzione, nessun problema se rimane Coia”
Leporaia, Giglioli: “Bando per rinnovare la convenzione, nessun problema se rimane Coia”

L’apertura del sindaco di San Miniato dopo le polemiche

“Ci siamo incontrati, abbiamo chiarito, la polemica è rientrata”. È questo l’ultimo atto del caso Leporaia, l’impianto sportivo del Tuttocuoio di Ponte a Egola che era stato sollevato dalla presidente Paola Coia dopo le accuse mosse nei suoi confronti di incuria e mala gestione. A mettere fine al botta e risposta sono le parole del sindaco di San Miniato, Simone Giglioli, tirato direttamente in causa da un duro attacco di Coia lanciato dalla pagine di questo giornale.

“Bisognerà fare un bando perché la convenzione per la gestione è scaduta – ha detto Giglioli – e chi vuole, parteciperà. Se anche lei lo vorrà tenere, nessuno le impedisce di presentarsi. Anzi – precisa in maniera più incisiva il sindaco -, nessuna preclusione nei confronti di Paola Coia”.

È un’apertura, quella di Giglioli, che arriva dopo settimane di bagarre: accuse reciproche di menefreghismo e incompetenza a mezzo stampa e voci di corridoio che hanno attraversato tutta la frazione. Settimane fatte anche di incontri tra la società e l’amministrazione: in un primo momento, sembra, per riconsegnare le chiavi dell’impianto, poi, per i chiarimenti. Certamente l’azione politica di Giglioli ha messo una toppa alle parole del consigliere Alessio Spadoni che in consiglio comunale aveva dato il là alla questione definendo il Tuttocuoio una “società di business”.

D’altra parte, da quando Coia si è insediata, il rapporto con la frazione di San Miniato è sempre stato conflittuale. E proprio questa relazione con i ponteaegolesi diventa, oggi più che mai, un tema centrale: “Occorre fare qualche passo verso la ricucitura – ha detto Giglioli – La squadra di calcio e la società sono una parte integrante del tessuto sociale e serve muoversi verso un’inclusione e la collaborazione reciproca”. Certo alcune dinamiche dimostrano che una dose di collaborazione c’è stata: in primo luogo gli sponsor delle aziende del distretto e poi le recenti dichiarazioni di Coia che si è detta “pronta a lasciare solo a una cordata locale” se la domanda di ripescaggio in serie D dopo la retrocessione non venisse accettata. Questo, però, è soltanto uno degli scenari che potrebbe aprirsi.

Il caso era nato dopo che in molti avevano sottolineato l’incuria in cui versava il campo, soprattutto nel periodo del lockdown. L’erba alta era finita nel mirino dei cittadini prima e sulle pagine dei giornali dopo. La miccia, poi, si è accesa dopo il consiglio comunale del 25 maggio, che ha dato modo alla presidente della società di ripescare tutta una serie di incomprensioni fino ad allora rimaste latenti e portarle allo scoperto. Disinteressamento e scarsa collaborazione erano le accuse che Coia aveva mosso a Giglioli e ad altri membri della sua giunta. Sulla questione dell’erba, invece, aveva risposto così: “È vero, nel periodo di lockdown non ho mandato il giardiniere di 75 anni a tagliare l’erba, ma non è un danno irreparabile. È stato in condizioni precarie a seguito di un’emergenza. Mi sono seccata di polemiche sterili, di appigliarsi al nulla, di non essere supportata, anzi l’attuale amministrazione è pronta ad alimentare i problemi”.

Diversa la narrazione dell’amministrazione, che si ripropone uguale ancora oggi, ma con toni decisamente più pacati. “Gli impianti vanno manutenuti – ha detto Giglioli – ciò che viene chiesto è semplicemente di tagliare l’erba e tenere la struttura in buone condizioni. A Coia come a tutti gli altri gestori degli altri impianti. Nessuno vuole mettere in pericolo la salute delle persone, ma ci stavano arrivando molte segnalazioni. Il campo da calcio per una squadra è un punto fondamentale”.

L’epilogo della vicenda, quindi, resta ancora aperto: ci sono ancora molti interrogativi sul tavolo e nodi che aspettano di essere sciolti. Uno certamente è la questione del ripescaggio che potrebbe influenzare anche la decisione di ripartecipare alla convenzione per la gestione del campo o meno. L’altra, invece, è vedere se arriverà qualche offerta da cordate locali.