“La punta dell’iceberg”. Per un’altra Santa Croce chiede più controllo

23 ottobre 2019 | 15:16
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“La punta dell’iceberg”. Per un’altra Santa Croce chiede più controllo
“La punta dell’iceberg”. Per un’altra Santa Croce chiede più controllo
“La punta dell’iceberg”. Per un’altra Santa Croce chiede più controllo
“La punta dell’iceberg”. Per un’altra Santa Croce chiede più controllo

“Potrebbe essere la punta dell’iceberg e quell’iceberg potrebbe emergere se si facessero i controlli”. Lo sospettano il capogruppo Alessandro Lambertucci e gli altri consiglieri comunali di Per un’altra Santa Croce. Il riferimento è al caso di contributi indebitamente percepiti da una 40enne che vive a Santa Croce sull’Arno e che dovranno essere restituiti (Ottiene contributi mentendo sui redditi, ha 120mila euro in banca).

“Riteniamo – spiegano i consiglieri di minoranza – che il nostro comune debba effettuare controlli sistematici e verifiche periodiche in piena e stretta collaborazione con la guardia di finanza e uffici comunali preposti e non fare come quei comuni che, per scelta e ottusità politica, si limitano a fornire la mera lista della spesa senza vigilare, collaborare e fornire spunti interessanti e ogni altro elemento utile alle indagini. Occorre poi che venga redatta una sorta di unica banca dati all’interno del comune che comprenda le informazioni dell’ufficio casa con quello dell’ufficio scuola, che spesso non interagiscono nella giusta maniera, in modo da interloquire, in uscita e in entrata dei dati, in maniera unitaria con la guardia di finanza ed evitare che si formino dei compartimenti stagni in cui l’attività informativa e di controllo venga lasciata solo alla mera discrezionalità del funzionario di turno”.
Rispetto all’episodio, infatti, per i consiglieri, “Il sindaco, come era prevedibile, nel tentativo di tenere sotto controllo le critiche, si è affrettato a mistificare la realtà cercando di fare intendere che il Comune avrebbe collaborato attivamente ai controlli ma in realtà si limita solo ad adempiere all’obbligo di legge, che prevede il mero invio di una semplice lista dei beneficiari. L’attività di collaborazione tanto decantata dal sindaco termina con quest’unico adempimento perché, per scelta politica, non ha alcun interesse ad approfondire i controlli. Purtroppo il nostro comune non è tra quelli più virtuosi, che oltre alla lista inviano spontaneamente anche segnalazioni di evidenti criticità utili alle indagini, visto che fornisce eventuali chiarimenti solo se espressamente richiesto dalla guardia di finanza durante la sua attività di controllo e verifica. Insomma, non vi sarebbe una collaborazione stabile e strutturata con la polizia tributaria come si vorrebbe far credere ma solo quella minima indispensabile imposta dalla legge. La verifica che la Guardia di finanza effettua non è sempre resa agevole perché alcuni comuni non forniscono sollecitamente le tariffe applicate e i contributi erogati a ogni scaglione di dichiarazione Isee, che cambiando di anno in anno, complicando non poco la possibilità di accertare l’ammontare dell’effettiva indebita percezione del contributo da parte dei furbetti”.
Convinti che i contributi vengano assegnati con troppa leggerezza, i consiglieri ritengono “che un elemento fondamentale nell’attività di verifica sia rappresentato dall’attività di accertamento della residenza che il comune può esercitare facilmente, perché troppo spesso avviene che qualche furbetto faccia risultare fittiziamente più soggetti nel proprio nucleo familiare aumentando così il valore dell’indice divisore che permette di diminuire il valore dell’Isee e, di conseguenza, far aumentare la possibilità di ottenere il contributo rispetto ad altri soggetti con minori persone a carico. Procedere alla cancellazione della residenza di chi in realtà vi figura solo formalmente ma poi si trova di fatto stabilmente all’estero, comporta un rimedio imprescindibile nei confronti di quelle famiglie straniere o italiane che si vedono sottratte del legittimo contributo. Ci batteremo affinché quello che è avvenuto non sia frutto di un accertamento tributario casuale e sporadico ma che si proceda a controlli sistematici su tutti coloro che percepiscono sussidi dall’amministrazione pubblica di varia natura e misura. E’ il momento di dare una svolta a questo paese e l’amministrazione deve dimostrare con i fatti e non solo a vuote e inflazionate parole, di volere una Santa Croce più giusta iniziando a non tollerare più quei comportamenti scorretti di disinteresse diffuso che, in qualche modo, finiscono per favorire il proliferare di evidenti ingiustizie e rischiano di scatenare una guerra tra bisognosi veri e fasulli. Chiediamo inoltre al sindaco di volersi attivare concretamente per recuperare immediatamente tutte le somme indebitamente percepite dai furbetti e di dare trasparenza e contezza alla cittadinanza di questa attività. Ringraziamo la guardia di finanza di San Miniato per l’attività svolta, perché con questa operazione ha contribuito a mettere in luce queste modalità deviate e forse a scardinare una volta per tutte un vero e proprio tabù per cui parlare della necessità dei controlli, come ha fatto in passato l’opposizione di centrodestra, era visto da qualche assessore (oggi non più in giunta) come la posizione di chi è prevenuto verso certe etnie o, addirittura, nutre un pregiudizio di colpevolezza verso una parte di cittadini santacrocesi”. Rispetto a quel passato recente, Marco Rusconi (consigliere oggi come allora) precisa: “Noi non abbiamo mai messo in discussione i criteri di assegnazione ma la modalità, quella dell’autocertificazione. Abbiamo sempre chiesto che ci fosse un ente a garanzia, per esempio chiedevamo un documento dell’ambasciata del Paese di provenienza del richiedente il contributo” che certificasse il reale stato patrimoniale, anche fuori dai confini italiani. “L’obiettivo è il controllo, su tutti – concludono -. Perché Santa Croce è piccola e la gente si conosce. E quando si vedono certe situazioni, poi si alimentano voci che portano all’odio, mentre basterebbero semplici controlli per smascherare chi non ha diritto”.