Tari ’poco trasparente’ e sanzioni per i cittadini, la denuncia di CambiaMenti
La riscossione della Tari secondo CambiaMenti a San Miniato è stata ridisegnata tenendo conto di indicazioni date dal proposta dal governo Gentiloni e mai approvate definitivamente. Una situazione che ha generato poca chiarezza e forse penalizzato, come ipotizzano i membri del comitato, e causato confusione nell’utenza che in alcuni casi si è vista recapitare cartelle retroattive e comunque senza sapere con chiarezza quali sono i parametri che concorrono secondo le nuove normative alla determinazione della tariffa.
Proprio di questo Guazzini ne ha chiesto conto all’amministrazione comunale durante l’ultimo consiglio comunale. “Un disegno di legge presentato dal governo Gentiloni – continua il gruppo di opposizione – e mai approvato obbligava ad adeguare la Tari non più al numero dei vani ma alle superfici catastali calcolate in metri quadri. Il Comune di San Miniato, come molti altri, ha adeguato il criterio di conteggio anche in mancanza dell’approvazione della legge, ma non ha comunicato ai cittadini le superfici catastali su cui veniva calcolato il nuovo importo della tassa. In conseguenza di ciò, molti cittadini, che non hanno fatto nessuna dichiarazione ma hanno semplicemente pagato i precedenti importi si sono visti addebitare non solo la differenza dell’importo ma anche una sanzione per una falsa dichiarazione che in realtà non hanno mai fatto. E tutto questo in una situazione in cui la riscossione della tassa è interamente esternalizzata ad un’azienda (ABACO) che riscuote in proporzione a quanto riesce a incassare e che quindi è interessata ad aumentare il numero delle sanzioni”. La nostra interpellanza – prosegue CambiaMenti -, che non intendeva assolutamente favorire l’evasione, ma sospendere le sanzioni in attesa di una definizione regolamentare inequivocabile per tutti, e che chiarisse ad esempio come va calcolata la superficie calpestabile rispetto a quella catastale, e come vanno considerati i sottotetti e i vani scala, ha ricevuto una risposta sprezzante, tipica di chi evidentemente considera la chiarezza come una parola da agitare solo in campagna elettorale, e ritiene inevitabile che un cittadino, se vuole vedere rispettati i suoi diritti, si rivolga a un professionista, o, come più spesso succede, paghi la multa che gli costa meno dell’onorario al professionista. Abbiamo anche votato contro la delibera di totale affidamento all’esterno della riscossione delle imposte: situazioni come quella che abbiamo denunciato nell’interpellanza dimostrano che almeno una parte delle professionalità necessarie per svolgere questo servizio dovrebbe gradualmente essere riportata all’interno della macchina comunale, in modo da obbligare il comune ad un’assunzione di responsabilità chiara nei confronti dei cittadini”.