Diritti in Comune: “Parcheggio a Torre non era priorità, meglio gli olivi”





“L’ampliamento del parcheggio a Torre non poteva costituire una priorità né per Fucecchio né per la stessa frazione Torre, che invece necessita di un percorso pedonale per il nido di infanzia e per il cimitero”. Lo sostiene Diritti in Comune dopo l’abbattimento degli olivi per ampliare il parcheggio.
“Soprattutto – aggiungono -, in una situazione di scarsità di risorse, considerando la cifra prevista nel piano delle opere pubbliche – 466mila euro -, per pochi posti auto in più, allo stesso tempo inutili e insufficienti. Sì, perché a Torre, piazza San Gregorio è sempre vuota, salvo in caso di eventi e fine settimana particolari, in cui alcuni posti auto in più non risolvono il problema. Che viene da sempre risolto dal buon senso delle persone. Ora è stata data attuazione al progetto, nel modo peggiore. Sono stati, letteralmente, segati gli ulivi che costeggiavano via Poggio Osanna, invece di trapiantarli, distruggendo un patrimonio naturale che, per riprodursi, necessiterà di decine di anni. A parte il merito della questione,che non è irrilevante, quello che dobbiamo rilevare è il persistere di un metodo (o forse di un non metodo) privo di razionalità nell’affrontare tutti i temi della vita della comunità fucecchiese: dallo sviluppo economico alla programmazione territoriale, dall’edilizia scolastica all’assistenza socio sanitaria, dalle politiche culturali a quelle giovanili.
Si procede con interventi spot, che rispondono solo alle emergenze (… e alle pressioni), senza una visione di prospettiva della città, su cui chiamare a discutere i cittadini e le loro rappresentanze sociali, partendo da una analisi dei dati reali e prospettando possibili soluzioni alternative, elaborate anche con il supporto di conoscenze scientifiche e tecniche, che pure non mancano, vista la vicinanza di tre sedi universitarie.
Nel caso specifico, se il tema era, come pensiamo, non il parcheggio, ma creare un punto di aggregazione per la comunità torrigiana, sarebbe stato più utile (e sicuramente meno dispendioso) coinvolgere nell’elaborazione di un progetto culturale ricreativo le risorse sociali (circolo arci e parrocchia, oltreché la contrada), anche utilizzando meglio gli spazi esistenti e sostanzialmente inutilizzati (campetto da gioco e giardini di via ultrario) e favorendo unione anziché divisione. E evitando di abbattere un patrimonio naturale, come gli ulivi di via Poggio Osanna”.