Toscana Pride, Lambertucci: “Aderire è perseguire politiche contrarie alla famiglia tradizionale”

26 giugno 2019 | 10:08
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Toscana Pride, Lambertucci: “Aderire è perseguire politiche contrarie alla famiglia tradizionale”

“Quest’anno, stando alle dichiarazioni programmatiche degli organizzatori del Toscana Pride, il patrocinio è stato considerato non come un gesto puramente simbolico ma come impegno ad avviare un serio percorso di collaborazione per sostenere con atti concreti e periodici, anche sul nostro territorio, le istanze della comunità lesbica, gay, bisessuale, trans, intersessuale, queer, asessuale, agitante, aromatico e altri diversi orientamenti sessuali e identità di genere”. Per questo, secondo Alessandro Lambertucci capogruppo in consiglio comunale Per un’altra Santa Croce, i cittadini dovrebbero sapere in cosa consiste il patrocinio alla manifestazione.

“Il 23 maggio – spiega Lambertucci -, in piena campagna elettorale, il sindaco e l’allora giunta comunale tra cui spiccavano Marco Baldacci oggi vicesindaco ed Elisa Bertelli oggi assessore, decidevano di aderire all’iniziativa del Toscana Pride 2019 e concedevano il patrocinio del nostro comune ritenedola manifestazione ‘incentrata sulla riaffermazione della parità dei diritti, la tutela dei singoli e delle singole, dei legami affettivi e della liceità delle istituzioni’. Ora, ben inteso che ognuno fa quel che vuole decidendo di aderire o partecipare a tali eventi. Quando, però, a parteciparvi è la pubblica amministrazione, come appunto il nostro comune, è doveroso che i cittadini sappiano in concreto a quale tipo di manifestazione si è deciso di aderire con il proprio patrocinio perchè ognuno possa giudicare che tipo di amministrazione in concreto si sta portando avanti. Le vergognose manifestazioni alle quali, purtroppo, ci hanno abituato questi Gay Pride non sono certo funzionali al riconoscimento di diritti e, tanto meno, di doveri e l’uso di termini come resistenza, ribellione, lotta, contrasto alle forze conservatrici e movimenti neofascisti, tradiscono le vere e, del resto, mai celate, finalità politiche di questo tipo di eventi che, al di là dell’apodittica affermazione di contrasto ad ogni forma di discriminazione, non hanno niente di tollerante nella loro forma di espressione trasformandosi, ormai sistematicamente, in eventi aberranti attraverso i quali veicolare messaggi di propaganda e di lotta politica che fin troppo spesso, scadono, attraverso l’uso di espressioni e messaggi blasfemi, nell’intolleranza più violenta contro la famiglia tradizionale, contro la religione cattolica, contro i valori millenari condivisi e contro la diversità di opinione”.
Per Lambertucci, poi, “La matrice politica di questa manifestazione è resa tanto più evidente dalle affermazioni pubbliche della consigliera regionale Nardini che ha presentato una mozione in consiglio regionale e ha sollecitato l’adesione formale dei comuni alla manifestazione, sostenendo che è un grande orgoglio per lei sostenere ed aderire formalmente al Gay Pride Toscano soprattutto in un tempo in cui ‘la peggiore delle destre ci vuole portare culturalmente indietro nel campo dei diritti’. L’aver aderito a tale manifestazione da parte del nostro comune con la delibera di giunta 118 del 23 maggio ha, quindi, quale significato inequivocabile quello di voler perseguire concretamente politiche contrarie, fortemente contrarie, alla famiglia tradizionale. Ancora una volta, quanto avevamo detto in campagna elettorale circa l’attitudine del sindaco Deidda ad aderire ciecamente e passivamente ai diktat ideologici di partito imposti dal Pd si è puntualmente e nuovamente avverato riuscendo ad avere, ancora una volta, la meglio su quella parte della sua giunta e dei consiglieri che, pur di raccogliere consenso, avevano dichiarato di essere rappresentativi del mondo cattolico e rispettosi della figura della famiglia tradizionale i quali, successivamente, hanno pure espresso pubblicamente di aver attinto i propri voti anche dall’elettorato vicino ai neocatecumenali. Ci piacerebbe sapere che cosa pensano tali assessori e consiglieri e, soprattutto, il mondo cattolico, dell’adesione all’iniziativa del Toscana Pride fortemente voluta dal sindaco. Riteniamo che Santa Croce, ogni giorno che passa, mostri l’improrogabile urgenza di avere un amministrazione concreta che sia in grado di calarsi sul territorio con una politica attiva che risolva i problemi e che non si porta certo avanti con la partecipazione o patricini ad eventi discutibili come questo ma con scelte coraggiose, concrete e consapevoli e soprattutto lungimiranti e scevre da condizionamenti esterni che tutelino lo sviluppo, il benessere e i valori condivisi. Fino ad oggi non abbiamo ancora visto niente di tutto ciò o segnali in controtendenza rispetto al passato e siamo costretti a segnalare, ancora una volta, la totale inefficienza di questa amministrazione nella gestione dei servizi essenziali utili a soddisfare i bisogni primari dei suoi cittadini”.