In famiglia mi hanno detto: “Benvenuto sindaco”. Giglioli su voto, campagna elettorale e criteri della giunta

All’indomani del ballottaggio, dopo la vittoria di Simone Giglioli, arriva una prima analisi del voto da parte del neoeletto sindaco. I nervi sono più rilassati, l’adrenalina degli ultimi giorni deve ancora scemare e sul volto l’espressione di chi sa di avercela messa tutta, ma anche di aver rischiato. Per la prima volta il centrosinistra sanminiatese si è trovato nel pentolone magico del ballottaggio, un secondo turno mai provato e quindi difficile da gestire anche per i veterani della politica di vecchia data. “Ero preoccupato – ammette Giglioli – perché il ballottaggio non l’avevamo mi affrontato, come ci si comporta al ballottaggio?, Mi sono chiesto”.
Simone Giglioli ha vinto con il 58,5% delle preferenze al secondo turno e, a giochi finiti, si lascia andare in commenti e riconoscimenti nei confronti degli avversari che mai avrebbe fatto fino a ieri.
“Altini ha fatto un bel gesto, lo ringrazio sinceramente – ha detto Giglioli – Devo dire che la differenza tra Altini e la Lega c’era. Se prima la Lega faceva campagna solo per le Europee, dopo il 26 si è ribaltata la campagna elettorale: non ha puntato più solo sul simbolo. È evidente che Altini abbia fatto la sua campagna mentre la Lega ne faceva una completamente diversa”. Poi continua su CambiaMenti: “Cambiamenti ha fatto una campagna elettorale per cui noi abbiamo dovuto recuperare terreno – ha detto – Io ho avuto necessità di farmi conoscere anche ai non addetti ai lavori e in alcune zone dove non ero conosciuto. Devo esser sincero: gli elettori che avevano votato CambiaMenti al primo turno poi ce lo dicevano, intendendo che il primo turno si dà a chi ci pare, al secondo si vota chi vogliamo come sindaco veramente”.
Poi torna su un tema che ha fatto da perno durante la campagna elettorale: quello della continuità e del rinnovamento. Di questo, CambiaMenti ne ha fatto la sua bandiera fino al 26 maggio e poi Altini ha cercato di giocare la stessa carta per il ballottaggio con l’intento di intercettare i voti di Manola Guazzini. “Quando si chiude il ciclo di 10 anni – risponde Giglioli, questa volta con l’arma dell’esperienza – il tema della continuità esce sempre fuori, anche nel 2009 fu così. Il mio non sarà un mandato di mera continuità con Gabbanini, ma sicuramente di continuità valoriale”.
“Poi è chiaro – continua – non prendo le cose sul piano personale, in campagna elettorale è normale che uno venga attaccato. Colpi sotto la cintola non ci sono stati, qualche voce fuori dal coro c’è stata, ma tutto sommato nei toni di una campagna elettorale”.
Adesso, eletto il sindaco, quando sarà smaltita l’euforia dei primi giorni, l’attenzione si sposterà tutta sulla giunta. Giglioli ancora non si sbilancia sui nomi ma sicuramente ha bene in mente quali saranno i criteri che guideranno la sua scelta. “Il criterio di scelta della giunta – spiega – sarà la parità di genere, la provenienza (geografica ndr) facendo attenzione al consiglio comunale eletto per rappresentare nella maniera più ampia possibile il territorio, e poi chiaramente in base alla competenza”. Terrà un occhio di riguardo alle preferenze prese dalle liste che lo sostenevano e sarà quindi una decisione basata su criteri piuttosto quantitativi, sui numeri delle schede.
“Adesso – continua subito dopo il passaggio di consegne – devo prendere coscienza delle cose che sono rimaste a metà. Devo riprendere la situazione del project che va portata in fondo e poi iniziare col lavoro programmatico. Ho un rapporto diretto con tutti i sindaci del Comprensorio, già dalla presentazione del programma comune. Ripartiamo con il superamento dell’Unione dei comuni. Parto da rapporti ottimi con il polo industriale di Ponte a Egola. C’è qualche nodo aperto con la Regione. Rossi sarà qui nei prossimi giorni e avrò modo di parlare con lui per alcune questioni aperte”. L’operazione che Giglioli cerca di fare e quella di capire cosa lo aspetta nei prossimi 5 anni. Capire qual è il suo punto di partenza, quali sono gli appoggi su cui può contare e fare mente locale sulle questioni rimaste in sospeso.
“La notte prima del ballottaggio – conclude – non avevo idea di quanto potesse essere l’affluenza, la notte di ieri, invece, ho provato un senso di liberazione. Ho fatto la campagna elettorale che volevo fare e penso che gli elettori l’abbiano apprezzato. La prima cosa che mi hanno detto in famiglia è stata ‘Benvenuto sindaco’. Dedico la vittoria a Laura e Lorenzo. Poi ai volontari e riservo sempre un pensiero a Stefano Pappagallo, nostro candidato che ha avuto problemi di salute”.
Giuseppe Zagaria