





Qualche momento di tensione c’è stato, ma comunque nell’ambito di un dibattito costruttivo e centrano sulle problematiche del territorio. Ieri sera (18 maggio), all’auditorium Carismi di piazza Buonaparte si è tenuto il confronto tra i tre candidati sindaci di San Miniato moderato da Gabriele Mori, giornalista de Il Cuoio in Diretta. Una corsa tra volti già conosciuti: chi più chi meno, tutti e tre i candidati alla poltrona di sindaco, hanno già avuto esperienze politiche. Il dibattito, organizzato dalle quattro associazioni Federazione italiana della caccia, Associazione tartufai delle colline samminiatesi, Coldiretti e l’Associazione regionale cacciatori toscani, ha visto confrontarsi su molti temi Simone Giglioli, Manola Guazzini e Michele Altini.
In platea, una sala gremita di persone, si potevano scorgere gli schieramenti a blocchi che hanno sostenuto il proprio candidato senza mai sfociare nella tifoseria da stadio. Le domande, con tempi di risposta contingentati, hanno toccato temi della salvaguardia ambientale e della biodiversità, proposte per la Val d’Egola, il polmone verde del comune, e cosa intendono fare i candidati per associazioni venatorie e tartufigene. Poi, i classici di San Miniato: il liceo Marconi, la M3 di Ponte a Egola, il project financing, Cuoiodepur, la Francigena e, certamente, il distretto conciario. Ogni candidato ha avuto qualcosa da opporre agli altri due, alla ricerca di un passato scomodo da opporre alla presente campagna elettorale. Le categorie rappresentate dagli organizzatori, cacciatori, tartufai e agricoltori hanno voluto chiedere ai candidati quali provvedimenti prenderanno nel caso in cui venissero eletti sindaci per l’ambiente. “Io ho proposto il tavolo verde tra comune e tutti soggetti che vivono il territorio – ha detto Simone Giglioli, che si definisce un volontario della politica -. Per quanto riguarda la chiusura delle terre di proprietà che impedisce a chi va a caccia o a cerca di tartufi di svolgere le loro attività – continua Giglioli -. Io sono per i fondi aperti, sono per la libera caccia e la libera ricerca del tartufo. Occorre equilibrio tra proprietari e associazioni tartufigene”.
Tutti i candidati sono d’accordo nel dire che serve un contenimento dell’uso di suolo. “Il territorio deve rimanere libero e aperto il più possibile – spiega Manola Guazzini di CambiaMenti -. C’è però una legge che prevede anche la realizzazione di fondi chiusi. Il comune deve controllare che la realizzazione di questi fondi risponda ai criteri di legge”.
Poi rivolgendosi alle associazioni ha detto: “Nel nostro programma si parla di un organismo di consultazione, non di un tavolo. Perché i tavoli passano, ma un organismo riconosciuto dall’ordinamento no”. Uno dei punti caldi della serata è stato quello del project financing, accordo che rischia di gravare fortemente sul bilancio del comune. “Progetto complesso, io non l’avrei fatto – interviene Giglioli -. San Miniato Gestione è andato in crisi e quindi le opere non sono state fatte. Abbiamo deciso di uscire dal contratto perché la controparte non faceva le opere e noi continuavamo a pagare. Il lodo però ci ha condannato. Ma il nostro bilancio riesce ad ammortizzare anche questo lodo: ci sono già 5 milioni disponibili frutto della buona gestione del bilancio”. “Strumento bello che siamo riusciti a distruggere – è la replica di Altini -. Questi 7 milioni ricadono sulle spalle di tutti i cittadini. Questo perché per 9 milioni di euro di lavori al consorzio Etruria non è stata richiesta nessuna fideiussione. Noi affronteremo la sentenza. Non ci dimentichiamo che ci sono 130 famiglie in attesa di case popolari, avremmo potuto pensare a loro”. Ci sono stati attriti anche quando Michele Altini ha proposto un masterplan per l’integrazione delle piste ciclabili tra tutte le frazioni e il centro storico. “Sono contento che il candidato della destra abbia ripreso il nostro programma” ha detto Simone Giglioli rivendicando la primogenitura dell’idea. A gettare benzina sul fuoco è stata Manola Guazzini quando con una frase ha suscitato al tempo stesso applausi e contestazioni dalla platea: “Non serviva la campagna elettorale per capire che bisognava intervenire sulle strade”, ha chiosato. Gli umori degli avversari politici a quel punto le hanno ricordato che lei stessa aveva fatto parte della giunta Gabbanini. “Non sono addomesticabile, per questo mi hanno cacciata”, ha risposto.
Sulla questione della M3, ex Icla di Ponte a Egola, sottoposta a legge Seveso, Giglioli e Guazzini sostengono entrambi che andrebbe delocalizzata, come è avvenuto per le altre concerie di Ponte a Egola. Secondo Altini, invece, “ha il diritto di rimanere dov’è. Se vogliamo delocalizzare non si può fare un atto di forza, serve dialogo. Quando è nata l’azienda 60 anni fa non c’era nemmeno un’abitazione. Chi è che ha dato autorizzazione a costruire? Ricordiamo che l’azienda rispetta tutte le leggi sulla sicurezza”.
Sul tartufo, punta di lancio dell’enogastronomia di San Miniato, e su San Miniato Promozione le idee erano diverse. “Il tartufo non va rilanciato, va riconosciuto che il nome di San Miniato è andato su tutti i network quando e stato consegnato a grandi personalità – ha detto Michele Altini, il candidato di centrodestra -. Il tartufo può essere usato tutto l’anno ma è importante la filiera corta per incentivare gli agricoltori”. “Lo slogan del tartufo tutto l’anno non mi appartiene, anche perché non si trova – ha risposto Guazzini – Il marchio deve essere esportato, ma anche le altre tipicità vanno valorizzate. La mostra mercato va ripensata nell’organizzazione: è la stessa da diversi anni. Su San Miniato promozione abbiamo espresso criticità perché serve una regia con maggior coordinamento”. Giglioli, dal canto suo, rivendica il buon operato di San Miniato promozione e lancia la proposta di allungare la Mostra Mercato, la cosiddetta alta stagione del tartufo, di un fine settimana. Anche sul bacino di Roffia Giglioli lancia alcune proposte per progetti futuri: ricorda che da lì passserà anche la ciclopista dell’Arno e quindi pensa a un parco, a una spiaggia attrezzata o a un campeggio, che manca sul territorio comunale. “Se parliamo con gli abitanti di roffia vedono come priorità la sicurezza – ha detto Guazzini -. Se il collaudo arriva, bisogna verificare la funzionalità. Poi, anche per le opportunità unità sportive gli impianti vanno messi in sicurezza”. “Ricordiamoci che questa è una cassa di esondazione – dice Altini – e quindi come prima cosa deve garantire sicurezza a chi vive vicino agli argini. Poi si pensa ai progetti”. Ultimo tema toccato dal giro di domande, il centro storico. “Vocazione residenziale e turistica vanno insieme – spiega Giglioli – Riorganizzare i parcheggi a partire dal parcheggio di Cencione da ampliare”. Guazzini e Altini puntano sul turismo: “Siamo il fanalino di coda per quanto riguarda i dati sul turismo. Il turista si deve fermare a San Miniato, invece ora è così” ha detto Altini. “Serve visione strategica complessiva – riprende Guazzini – Parcheggi sono fondamentali per turisti e residenti e dobbiamo spostarci verso una progressiva pedonalizzazione del centro storico. Rispetto ai dati sul turismo che sono stati dati forse dovremmo fare un’analisi seria”.
Giuseppe Zagaria