Lambertucci: “Botte e tafferugli sono il segno che si è lasciata andare la città”

15 marzo 2019 | 16:56
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Lambertucci: “Botte e tafferugli sono il segno che si è lasciata andare la città”

“Non può passare sotto silenzio quello che è accaduto sabato scorso a Santa Croce sull’Arno in corso Mazzini e che apprendo dai mezzi di informazione questa mattina (Botte e bastonate in corso Mazzini, persone barricate nei negozi). Botte e tafferugli sono il segno che si è lasciata andare la città e il paese senza avere una strategia e senza rendersi conto di quanto si stava facendo e ora i cittadini onesti ne fanno le spese”. Queste parole sono di Alessandro Lambertucci, il candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Santa Croce Sull’Arno per la coalizione di centrodestra.

“Non è una questione di razzismo – spiega -, il fatto che due gruppi di cittadini si siano fronteggiati in strada a colpi di pugni e bastonate non è più o meno grave se si tratta di cittadini di origine straniera o di italiani, ma è il sintomo di una situazione emergenziale causata dal non governo del tessuto urbano, della politiche abitative e delle politiche per la sicurezza. Ci sono città che ci insegnano che dopo governi che avevano lasciato andare, si sono trovate in situazioni di questo tipo. Per uscirne, amministratori e cittadini si sono rimboccati le maniche e hanno ricreato il tessuto sociale, economico e di vicinato che è la prima forma di controllo e garanzia per una buona città. A Santa Croce bisognerà fare questo. Le misure preventive e repressive che possono essere attuate con l’aiuto delle forze dell’ordine, possono servire nell’immediato, ma serve un cambio di passo, bisogna ricreare il tessuto commerciale delle botteghe di vicinato, bisogna fare in modo che i santacrocesi piano piano si riapproprino del centro e a quel punto sono sicuro che non assisteremo più a fenomeni di questo tipo. La misure repressive sono la cura per la fase acuta della malattia, ma non sono la soluzione. Dalla repressione di un fenomeno, poi, bisogna passare alla prevenzione ad esempio con l’organizzazione di pattugliamenti anche con l’aiuto della polizia municipale, di dispositivi tecnologici e poi bisogna mettere in campo iniziative, eventi che coinvolgano la cittadinanza e che riportino i santacrocesi in corso Mazzini, che ridiano vitalità al commercio di vicinato, in altre parole bisogna ricreare il senso di appartenenza dei santacrocesi. Non è facile e non lo si può fare in pochi anni, ma bisogna avviare il percorso. In questi anni non è stato fatto niente di tutto questo: non si è pensato, non si è vigilato e si è fatto ben poco anche per un’integrazione pensata e ragionata. Forse il primo passo sarebbe dovuto essere quello di insegnare a tutti a rispettare le stesse regole, che poi sono alla base della buona convivenza”.