La scuola del Pd secondo la Lega: “Periodo buio della edilizia scolastica”

“Dopo tanti fallimenti, sarebbe naturale che i responsabili politici si facessero da parte. Non lo faranno, ma ci penseranno i cittadini a punire coloro che per anni hanno dimostrato di non essere stati all’altezza dei propri compiti”. Il monito è della Lega di San Miniato, che analizza “la scuola vista dal Pd” nel decennio tra 2008 e 2018, quello che per la Lega, “sarà ricordato come il periodo buio della edilizia scolastica del Comune di San Miniato”.
“Il caso più recente di mala gestione è quello dalla scuola di Cigoli – spiega la Lega -. A causa di gravi problemi strutturali – elemento ricorrente negli edifici scolastici di San Miniato -, la scuola è stata oggetto di importanti lavori di ristrutturazione durati un anno con una spesa di oltre 500mila euro. Dopo poche settimane dalla inaugurazione la scuola si è allagata per la rottura di una tubatura con conseguenti grossi disagi per alunni e insegnanti (Perdita alla scuola di Cigoli, “studenti in aula da lunedì”). Nessun accenno ad eventuali responsabilità. E’ quindi da considerarsi normale che dopo una importante e costosa ristrutturazione durata un anno si possano rompere le condutture dell’acqua.
Altro caso emblematico è quello della scuola Buonarroti di Ponte a Egola. Un fondo di 400 metri acquistato nell’anno 2000 dal Comune di San Miniato dalla cooperativa La Risorta per 800 milioni di lire, con successivi costi di ristrutturazione per 350mila euro. Dopo pochi anni dalla iniziale ristrutturazione si è accertato che la struttura dell’immobile presentava – come al solito – forti criticità strutturali anche in normali condizioni statiche per cui furono necessari nuovi e radicali lavori di messa in sicurezza. Si resero necessari grossi lavori come il consolidamento dei solai con fibra di carbonio, l’inserimento di catene metalliche in acciaio, la realizzazione di telai metallici di rinforzo, la rimozione di controsoffitti non ancorati alle strutture murarie. Costo 180mila euro. Nonostante i rischi corsi e la gravità della situazione mai si è parlato di accertare eventuali responsabilità. Dopo i tanti soldi spesi per rendere agibile un ex capannone ora ci si accorge anche che l’edificio è inadeguato come ubicazione. Un bell’esempio di avvedutezza amministrativa.
Altro clamoroso esempio di mala gestione della edilizia scolastica è il Liceo Marconi. La storica sede in Via Catena improvvisamente viene dichiarata strutturalmente pericolosa – come al solito – e abbandonata all’incuria senza ulteriori verifiche volte ad accertare lo stato della struttura. Poi si ha la nuova sede a San Donato acquistata alla bella cifra di 8 milioni di euro e dichiarata anch’essa pericolosa – come al solito – e quindi frettolosamente abbandonata. Infine i locali in affitto in via Trento negli ex uffici della Cassa di Risparmio il cui costo di locazione è di ben 40mila euro al mese. Ma anche qui, come lamentano alcuni studenti, ci sono delle grosse criticità con spazi insufficienti, finestre che non si possono aprire e l’istituto non può riparare per mancanza di fondi, scale antincendio inagibili. Tutte criticità evidenziate all’attuale amministrazione che come sempre aveva promesso di risolvere ma come sempre sono state promesse cadute nel vuoto. A ciò si aggiunga il problema connesso alla impossibilità di recuperare e utilizzare il materiale di necessità per i laboratori rimasto nei locali inagibili dell’interporto. Nel frattempo Provincia e Comune si divertono a sfornare in continuazione progetti e studi di fattibilità, ma poca solerzia dimostrano nel voler accertare eventuali responsabilità di un tale disastro”.