Le ragioni del dissenso di Liberi e Uguali al Decreto Sicurezza

7 gennaio 2019 | 18:30
Share0
Le ragioni del dissenso di Liberi e Uguali al Decreto Sicurezza

Al di la dei delle proclamazioni più o meno tiepide e delle scermaglie a distanza a puntualizzare gli aspetti più contenutistici del dissenso verso il Decreto Sicurezza è Il comitato promotore di Liberi e Uguali del Valdarno Inferiore.

“Esprimiamo ferma disapprovazione e contrarietà sul cosiddetto Decreto Sicurezza le cui norme sono in aperta violazione dei principi stabiliti dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo di cui abbiamo da poco celebrato il settantesimo anniversario. Il Comitato Promotore di Liberi e Uguali del Valdarno Inferiore esprime grande preoccupazione per le conseguenze della sua applicazione perché causerà un pesante aggravamento delle condizioni di vita di migliaia di persone con conseguenti ricadute negative su tutta la comunità. L’abolizione della protezione umanitaria per i rifugiati getterà nell’irregolarità decine di migliaia di persone che oggi risultano in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Migliaia di persone finiranno per strada compreso famiglie con bambini (cosa che già sta accadendo in molti Comuni italiani), e saranno esposte allo sfruttamento selvaggio e a diventare manovalanza per la criminalità organizzata. Aumenterà la povertà e la marginalità e i sindaci saranno costretti a fronteggiare la crescita di ulteriori disagi nei loro territori con un conseguente aumento della tensione sociale. Questo decreto, oltre a ledere i diritti umani e la dignità delle persone, avrà un impatto devastante su tutti i territori rendendo tutti i cittadini, non solo gli stranieri, meno sicuri”. E’ con questo spirito che Liberi e Uguali alacune richeiste ai sindaci del Valdarno Inferiore “Chiediamo – dicono gli esponenti di Leu – di valutare con grande attenzione la possibilità di riproporre nei nostri Comuni l’iniziativa presa, ad esempio, dal sindaco di Palermo dando indicazione agli uffici anagrafe di sospendere l’applicazione qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona. Chiediamo anche di chiedere, tramite la Regione Toscana, un pronunciamento della Corte Costituzionale sui vizi di incostituzionalità di questa norma. Di solito quando ciò avviene il giudice, nelle more del giudizio, sospende l’efficacia della legge. e inoltre vorremmo che i sindaci facessero pressione sull’Anci affinché si faccia portavoce presso il Governo e ottenga l’apertura immediata di un tavolo di confronto. Contemporaneamente facciamo appello a tutte le forze della sinistra e del mondo del volontariato laico e cattolico – concludono gli esponenti di Liberi e Uguali – per una forte mobilitazione contro le politiche disumane e inutili del governo”.