





Sono giorni di bilancio questi di fine anno, sia per le famiglie che tirano le somme dell’anno passato sia per il parlamento che è alle prese con la finanziaria 2019. La legge di bilancio è stata approvata in Senato e si attende la terza lettura e l’approvazione definitiva alla Camera. Una corsa contro il tempo quella per l’approvazione perché la finanziaria deve essere controfirmata e promulgata dal presidente Sergio Mattarella entro il 31 dicembre e ciò che ha fatto infuriare le opposizioni è stata la presentazione di un testo con numerosi emendamenti, votato senza nemmeno averlo letto, come richiede la prassi.
A spiegare cosa è successo in parlamento, ieri sera al circolo Pacchi di Fucecchio è stato il senatore del Partito D emocratico Dario Parrini, eletto in Toscana e già sindaco di Vinci. Parrini ha discusso a lungo con gli iscritti e i simpatizzanti del Pd e i temi all’ordine del giorno erano la legge di bilancio e il congresso del partito, in vista per il 3 marzo. La serata è stata occasione di analisi per capire perché la sinistra è stata sconfitta tanto alle politiche quanto alle amministrative. “Noi dobbiamo cercare almeno nella nostra zona di riportare i nostri sindaci a vincere le elezioni. E questo si fa con un partito compatto – ha detto in un intervento Claudio Toni, uno dei presenti all’assemblea che ha portato la discussione dal livello nazionale al livello locale – A Fucecchio il sindaco ha avuto il buon senso di contattare tutta la sinistra fucecchiese divisa in sette gruppi. Di questi la maggior parte hanno detto che il loro obiettivo era battere il Pd, ma di che parliamo? Noi tutti non siamo stati in grado di capire i successi dei governi a guida Pd: In due anni, 2016 e 2017 il lavoro dipendente nell’empolese Valdelsa è aumentato di 5900 unità. Queste sono cifre enormi in una zona come la nostra. L’errore che è stato fatto è quello di non identificare un nemico nelle ultime elezioni: bisogna fare capire a chi ci opponiamo. Il nostro nemico nei nostri comuni sono i fascisti e i razzisti nel territorio”. Toni tocca un punto cruciale per il Partito democratico, ossia la frammentazione. Le correnti interne al partito sono talmente distanti che interpretano la frammentazione stessa in un modo diametralmente opposto: se da una parte si sente dire di ‘un partito che ha distrutto il suo leader’, dall’altra è il ‘leader che ha distrutto il suo partito’.
“Secondo gli ultimi dati l’Italia è un paese entrato in una fase di calo del Pil nell’ultimo trimestre rilevato, il terzo trimestre è calato dello 0.1 – inizia Parrini – Se nel prossimo trimestre continua a calare siamo ufficialmente un paese in recessione. Sono bastati sei mesi di questi sciagurati per mettere in ginocchio l’economia. L’ultimo sondaggio di Pagnoncelli segna un calo della Lega e una continuazione del calo dei Cinque stelle. Arriverà il momento in cui chi ha dato un voto e comincia a vedere che quel voto non è stato valorizzato metterà in discussione la propria scelta. Siamo sull’orlo della recessione e ci viene propinata una legge di bilancio che disincentiva gli investimenti e aumenta la tassazione, due cose sbagliatissime. Misure di carattere assistenziale con una spiccata natura clientelare e non hanno nulla a vedere con la crescita. Inoltre, il sistema di informazione, soprattutto i telegiornali hanno raggiunto un livello di partigianeria e di faziosità spaventosi. Noi vogliamo alzare le buste paga, diminuire i contributi che i lavoratori pagano, il cosiddetto cuneo fiscale detassando anche i datori di lavoro che assumono. La seconda priorità è il raddoppio dei fondi del reddito di inclusione, che non rende conveniente l’inattività come il reddito di cittadinanza e poi ancora il sostegno per chi ha figli e per chi vive in affitto”. Parrini ha passato in rassegna i principali temi caldi di questi giorni e quindi ha parlato anche delle associazioni no profit, che vedono raddoppiata l’Irap a loro carico. “Le proteste del no profit non sono state ascoltate e ora stanno facendo marcia indietro sul volontariato. Hanno detto ‘ci siamo sbagliati’ ma la verità è che non hanno mai ascoltato le associazioni – prosegue il senatore – Anche la reazione dell’Anci non è adeguata: ai Comuni vengono tagliate risorse preziose però gli viene detto che possono aumentare le tasse locali e in particolare l’Imu”.
“Per il fondo Tasi questo governo ha inciso negativamente di 200mila euro sui bilanci dei comuni – precisa Alessio Spinelli, sindaco di Fucecchio – Questa crisi di identità come ha detto Dario non è dovuta a fattori economici ma ai flussi migratori. Nel nostro territorio i dati addizionali Irpef sono aumentati da un milione e mezzo a un milione e sette. I salari pro capite negli ultimi anni sono aumentati ma nonostante questo la Lega ha aumentato i consensi. Allora di questo che ci stiamo dicendo dobbiamo fare una narrazione con la popolazione in modo tale che lo vedano tutti. Noi non sappiamo fare narrazione con parole semplici a persone semplici. Dobbiamo parlare a quella popolazione che è in crisi di identità”. In breve il senatore ha spiegato cos’è successo in aula e perché il Partito democratico ha presentato ricorso alla Corte costituzionale. “A cinque giorni dall’approvazione in senato secondo gli economisti ancora non è possibile capire gli effetti della manovra. Hanno votato su un testo mai presentato prima e che nessun parlamentare conosceva, sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione. Nemmeno i loro parlamentari non hanno capito niente di quello che stavano votando. Hanno violato l’articolo 72 della Costituzione. Abbiamo depositato ricorso alla Corte costituzionale cercando di presentarla prima della promulgazione di Mattarella. Avremo il 9 gennaio il giudizio sull’ammissibilità del ricorso. Può darsi che la Corte costituzionale dichiari inammissibile il ricorso, ma questa lotta era dovuta, noi riteniamo fondato il ricorso. Mattarella può promulgare la legge con una lettera di rimprovero e vediamo se lo farà e aspettiamo anche il suo discorso di fine anno. Vogliono abolire la democrazia rappresentativa parlamentare, che non vuol dire fare la dittatura, ma vogliono limitare tutto il meccanismo dei contropoteri”.
Dopo una lunga discussione sulla legge di bilancio l’altro tema scottante, questa volta interno al Pd, sono le primarie. Convocate per il 3 marzo e con molti candidati ci sono opinioni diverse e contrastanti nelle molte aree del partito. “Io ero per farlo subito perché così, facendolo a marzo, finiremo per avere le liste a un mese dalle elezioni amministrative – spiega Parrini – Comunque, il congresso è un momento di discussione sui nostri valori. I valori sono eterni ma i modi di affermarli cambiano insieme ai cambiamenti della società e dell’economia. Mi auguro che non si riduca il congresso a una discussione sui nomi e sulle alleanze, ma che si parli dei temi della politica. I social network sono ormai un’arena decisiva per la politica. Ci sono due scuole di pensiero: la prima dice che l digitale è il prodotto ideale per i messaggi violenti, quindi noi non lo possiamo fare. L’altra scuola di pensiero dice che dipende da quanti soldi ci si investe. Loro ci stanno mettendo tanti investimenti. Noi non possiamo diventare come la Lega o come il M5S dove c’è un padrone che parla e tutti gli altri ascoltano. Nessun parlamentare Cinque stelle ha attaccato di Maio per le questioni di suo padre, nessun leghista ha attaccato Salvini per i 49 milioni. Se lo avessero fatto nel Partito democratico le prime critiche sarebbero venute dall’interno. Però il messaggio di un corpo litigioso nessuno lo ascolta. Dobbiamo trovare la via intermedia tra il ‘partito caserma’ e il ‘partito pollaio’, come siamo apparsi nell’ultima legislatura. L’avanzata del populismo non è solo il prodotto di un disagio economico ma di un disagio culturale. Altrimenti non si capisce come un personaggio, lasciatemelo dire, squallido e volgare come Matteo Salvini non perda un punto. L’abbraccio all’ultrà fascista non è casuale, lui non vuole lasciare spazio a nessuno a destra di Forza Italia”.