
Il consiglio comunale di Castelfranco di Sotto era stato convocato per questioni di bilancio e per variazioni al piano triennale degli investimenti. Ieri 30 novembre, però, in aula sono arrivate anche altre questioni, compresa la presenza di vermi nel farro delle mense delle scuole di Orentano (Vermi nel farro della mensa a Orentano e Villa). Il problema è stato posto dal gruppo consiliare Movimento 5 stelle e dai consiglieri Cristina De Monte e Luca Trassinelli. Il consiglio comunale ha anche votato all’unanimità una mozione, proposta da Glenda De Nisi e con alcune modifiche suggerite dalla maggioranza, sulle prossime iniziative da intraprendere.
“Credete – hanno chiesto a sindaco e giunta – che ancora non sia venuto il momento di rimettere in discussione questo servizio, valutare cosa offre il mercato e interrompere i rapporti con quell’azienda?”. I consiglieri lo chiedono sottolineando che l’episodio specifico si inserisce in un contesto generale di non completa soddisfazione rispetto al servizio.
“Premesso che – scrivono – ci risulta che anche i genitori dei bambini che frequentavano le scuole in questione non siano stati informati dell’accaduto all’uscita dalle maestre ma invece lo abbiano appreso dai media e propagata poi via social solo in tarda sera, registriamo la logica indignazione del sindaco e la conseguente informativa verso l’Azienda Speciale Servizi Pubblici Locali che gestisce il servizio per conto del comune e l’Ausl di competenza. Registriamo anche un calendario ben preciso con la programmazione dei pasti che vengono serviti nelle scuole. L’articolo 43 ‘Controlli’ del capitolato della refezione mensa sottoscritto tra Comune e Camst recita: ‘L’Asspl e il Comune di Castelfranco di Sotto si riservano il diritto di procedere, avvalendosi di proprio personale dipendente o di tecnici incaricati, a controlli sulle modalità di conduzione del servizio, sulla pulizia dei locali e sul controllo delle derrate e dei pasti sia in cucina che nei locali di distribuzione. L’Asspl e il Comune di Castelfranco di Sotto si riservano inoltre la facoltà di controllare in ogni momento che il servizio si svolga sempre secondo standard e modalità prefissati nel presente Capitolato e nel Piano di Autocontrollo redatto dall’impresa.
Chiediamo: perché non sia stata immediatamente chiusa la mensa in attesa dell’intervento delle autorità al fine di accertare la causa scatenante della contaminazione, questo a tutela di tutti gli addetti i responsabili ma soprattutto degli utenti in questo caso dei bambini che in quanto tali dovrebbero avere una attenzione in più, perché non è stato neppure sospeso il servizio il giorno seguente 15 novembre, considerato che questa è la prassi nei locali gestiti da privati, fintanto che non si fosse accertato scientificamente e rimosse le cause della infestazione, perché, vista la sua profonda ira e indignazione e il suo ruolo di garante della salute dei cittadini nonché per tutelarsi contro eventuali ipotetiche frodi non abbia provveduto ad esporre i fatti anche al Nucleo Anti Sofisticazione dei carabinieri, salvo che non lo abbia fatto e non comunicato alla stampa, perché in base al menù a scalare per mercoledì 14 novembre, rispetto a quanto era previsto, è stata cambiata la portata ed è stata servita la minestra di farro che invece era nel menù del lunedì 12″. I consiglieri chedono, inoltre, “Se sono stati fatti quei controlli, in base all’articolo 43 del capitolato, quando e con che cadenze, esiste un registro dove vengono appuntati o raccolti i verbali con gli esiti di tali verifiche, perché ancora oggi sulla pagina istituzionale del comune, particolarmente aggiornata e attiva negli ultimi tempi, in cui si mostra ai cittadini foto con continui e stravaganti tagli di nastri e si tessono lodi per quanto operato, non si siano state fornite notizie sull’accaduto e su che cosa si stava facendo onde evitare ‘il tiro al piccione’ che si è scatenato via social. Infine intendiamo soprattutto conoscere che cosa intenderà fare l’Azienda Speciale, ricordiamo totalmente partecipata dal comune e quindi di conseguenza il sindaco nei confronti della Camst e di ragioni ne abbiamo da vendere. Prima di tutto ovviamente per questo episodio”. Inoltre, “la qualità del cibo non sempre eccelsa, in merito a questo abbiamo avuto molte segnalazioni dai genitori dei bambini e ve lo abbiamo spesso fatto presente nelle discussioni consiliari relative all’Asspl, per il costo non proprio concorrenziale rispetto ad altre realtà limitrofe come già avevamo segnalato alcuni anni fa dopo un’indagine effettuata su alcune realtà limitrofe. Magari adesso può anche spiegare perché il comune in base ai dati di bilancio versa alla Asspl la somma di 450mila circa annuo a fronte di un costo invece sostenuto a quest’ultima di 400mila”. Su questo la prima precisazione dal Comune: “Noi trasferiamo 250mila euro, non 450”.
Nella sua lunga risposta, il sindaco Gabriele Toti ha precisato che la mensa viene chiusa dall’Ausl solo se ci sono problemi in essere. “E qui non ne ha riscontrate neppure rispetto alle strutture. Sono stati fatti campionamenti rispetto al cibo, ma al momento non ho ancora esiti. Non ho chiamato i Nas perché il sindaco ha relazioni con l’Ausl”. Toti ha inoltre precisato di aver contattato un legale per verificare la richiesta di risarcimento all’azienda. E ribadito che diverse volte, anche a sorpresa, si è presentato a mensa e mai ha trovato cose che non andassero. “Servono segnalazioni puntuali – ha precisato -. In questo caso c’è stata, in altre no. Io prima del 14 novembre non ho mai trovato cose da segnalare”. Un fatto grave, questo, per il sindaco, che ha ribadito come “alla scadenza del contratto non ci sarà rinnovo”.
“Nel tempo di ritirarlo, qualche bambino qualcosa lo ha mangiato”, ha ammesso l’assessore Chiara Bonciolini che ha dato le cifre del problema: l’allarma è scattato in piazza Garibaldi, dove è stato bloccato lo sporzionamento intorno alle 40 porzioni subito ritirate. Sporzionati e bloccati 12 piatti a Orentano, 35 all’asilo di Villa.
Ai consiglieri del Movimento, però resta un dubbio: perché dal fatto a che il sindaco ha appreso la notizia sia passato così tanto tempo. Toti ha infatti ribadito di aver ricevuto alle 16,30 circa la chiamata che lo informava dell’accaduto. “Condividiamo – spiegano i 5 stelle – di non rinnovare il contratto a Camst ma sui controlli dobbiamo fidarci di voi, perché in questi anni di consiliatura abbiamo provato a entrare a scuola e ci hanno detto di no. Per non fare discussioni, non siamo mai andati a mangiare a mensa”. I consiglieri 5 stelle hanno chiesto a sindaco e giunta l’immediata rescissione del contratto con Camst o, in alternativa, la concessione alle famiglie di portarsi il pranzo da casa fino alla stipula del nuovo contratto.