Vermi nella minestra, De Nisi chiede di rescindere il contratto con la Camst

17 novembre 2018 | 15:26
Share0
Vermi nella minestra, De Nisi chiede di rescindere il contratto con la Camst

Il consigliere comunale di opposizione Glenda De Nisi, del gruppo consiliare Comunità e Futuro, non ha mezzi termini sulla vicenda dei vermi (larve di farfalla o di mosca) finiti nel piatto dei bambini della mensa di Orentano e Villa Campanile, a Castelfranco sembra che la somministrazione dei pasti sia stata fermata in tempo, per evitare di servire farro con i vermi i bambini. De Nisi infatti chiede l’immediata rescissione del contratto con la Camst e che il comune venga risarcito per il danno di immagine. E chiede inoltre che le famiglie possano portare il pranzo al sacco. Tutto questo in una mozione che verrà dibattuta nel prossimo consiglio comunale.

“Vista la gravità del caso, – spiega De Nisi – chiedo al sindaco e alla giunta comunale, l’immediata risoluzione del contratto per colpa dell’impresa aggiudicataria, nonché la sospensione dei bollettini di pagamento da parte delle famiglie ed un risarcimento del danno d’immagine subito dall’amministrazione comunale, da valutare ovviamente nelle sedi opportune. Chiedo inoltre che si diano istruzioni alle famiglie conformi alle loro necessità (come il pranzo al sacco portato da casa), per consentire un regolare svolgimento della permanenza dei bambini nelle strutture scolastiche” Non solo la consigliere di minoranza Glenda De Nisi aggiunge anche: “E’ doveroso da parte delle istituzioni essere trasparenti con le famiglie perché è inammissibile che siano state avvisate solo all’uscita pomeridiana e dopo il racconto dei figli. (e secondo alcuni genitori neppure questo, infatti i genitori sarebbero stati informati direttamente dai bambini ndr). Come ho appreso dalla stampa locale, l’amministrazione comunale ha attivato immediatamente azienda speciale e controlli asi e il sindaco si è reso disponibile a tenere numerosi incontri con le famiglie, ma ad oggi non si è provveduto alla sospensione della somministrazione del cibo da parte della Camst e oltretutto non si era data la possibilità alle famiglie di esercitare la scelta del pranzo al sacco, creando in questa maniera disagio per quei genitori che non possono ritirare i bambini per l’ora di pranzo”.
Poi Glenda De Nisi spiega il motivo della sua indignazione: “Questo fatto gravissimo mette in rilievo una completa mancanza di attenzione ai principi base della normativa che regola l’HACCP e mette inevitabilmente in risalto ciò che per anni spesso le famiglie hanno sostenuto rispetto alla qualità del cibo, nonostante la promozione della Camst dell’impiego di prodotti di qualità quali: prodotti biologici, dop, igp, tradizionali, a chilometro “0” e di filiera corta, prodotti freschi, come si legge nell’articolo 21 del capitolato d’appalto. Questo fatto è inammissibile in quanto la parte lesa è la fascia della società più debole che ha maggior bisogno di essere protetta: i bambini. Inoltre è doveroso tutelare le famiglie che la mattina affidano con fiducia i loro figli alla scuola”.