L’immigrazione secondo CasaPound, a partire dal caso Multicons

24 febbraio 2018 | 18:25
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L’immigrazione secondo CasaPound, a partire dal caso Multicons

“Per noi lo Stato ha il dovere di occuparsi prima dei suoi cittadini e solo in seguito dei cittadini di altre nazioni. Occorre che lo stato italiano torni a difendere le proprie prerogative e i propri confini”. Lo sostiene CasaPound Italia, preoccupata “per la gestione di questa emergenza e la lotta a un business attorno al quale girano miliardi d’euro”.

Secondo CasaPound Pisa, “L’infernale meccanismo immigratorio di massa è uno dei principali vettori di sradicamento e impoverimento sociale, culturale ed esistenziale a danno di tutte le popolazioni coinvolte, siano esse ospiti o ospitanti. I cavilli legali consentono a chiunque di passare anni in Italia senza diritto, grazie alla lungaggine della burocrazia e dei ricorsi per la richiesta d’asilo, richiesta che nel 90% dei casi viene respinta. E’ sufficiente approfondire il caso del consorzio Mc Multicons di Montelupo fiorentino. Iniziato il percorso dell’accoglienza nel luglio del 2015 con l’apertura di di svariati Cas, il consorzio Multicons insieme alle varie consorziate, prima tra tutte la Servizi Toscana, ha quasi decuplicato in un solo anno il suo fatturato. Il consorzio, infatti, gestisce ad oggi 32 centri che ospitano circa 650 immigrati su vari territori dislocati nelle province di Firenze, Arezzo, Massa Carrara, Prato e Pisa”.
Riferendosi al caso Montopoli (Migranti a San Romano, scatta il controllo della municipale), CasaPound ricorda: “Al momento dell’insediamento, l’immobile risultava ancora allo stato di cantiere e di conseguenza privo dei requisiti di agibilità e abitabilità. Spesso infatti, gli immobili destinati dal Consorzio all’accoglienza, non erano a norma e non disponevano delle relative certificazioni come richiesto dalla prefettura. Addirittura, in alcuni casi, al momento del bando suddette strutture non erano state ancora individuate e quindi neppure contrattualizzate. Considerato che ad oggi, l’accoglienza ricopre circa il il 60-70% del fatturato totale del consorzio (Multicons inizialmente si occupava solo di facchinaggio, logistica, pulizie e manutenzione verde) e apporta l’entrate più alte, non c’e da stupirsi, se proprio in questa attività sia contravvenuto a quanto dichiarato nel bando con le prefetture. Infatti, nonostante l’impegno sottoscritto a fornire servizi (come l’assistenza psicologica, legale, corsi di formazione personale, presidio H24), per aumentare le marginalità di guadagno, il consorzio avrebbe ridimensionato parte di essi. Servizi che se disattesi, in primis l’obbligo di presiedere la struttura H24 7 giorni su 7 da parte di personale professionalmente formato, contribuiscono a rendere i Cas dei centri autogestiti dagli stessi ospiti, con tutto ciò che ne consegue”. Oltre a questo, poi, per CasaPound “è lecito chiedersi che diritto abbiano le prefetture di bypassare, quando non accondiscendenti, le istituzioni locali assegnando la gestione di questa grave emergenza ad associazioni e cooperative che operano nell’illegalità. Una sorta di accoglienza imposta”.
“Ci domandiamo – poi -, come si possa concentrare decine di immigrati in piccole frazioni come quella di San Romano, piuttosto che nel cuore di centri storici e commerciali come nel corso Matteotti a Fucecchio. Per non parlare del tentativo di piazzarne ben 80 nella struttura dell’ex Hotel Cristallo in pieno centro a Santa Croce sull’Arno. Doveroso ricordare la mobilitazione di liberi cittadini in quest’ultimo caso, che ha scongiurato che il progetto fosse attuato affossando definitivamente il quieto vivere e le poche attività commerciali rimaste”.
Sul tema dell’immigrazione, quindi, CasaPound propone: “Blocco totale dei flussi immigratori, regolari o irregolari fino all’avvenuto rimpatrio di tutti coloro che si trovano in Italia illegalmente, stabilire il principio dello Ius Sanguinis in Costituzione, scongiurando qualsiasi automati­smo nell’acquisizione della cittadinanza italiana, revocare, a seguito di reati gravissimi (terrorismo, omicidio, stupro) la cittadinanza per i neo italiani che siano di prima, seconda o terza generazione. Tra le proposte, poi, il rimpatrio degli stranieri che si trovano in Italia e non hanno mezzi propri di sostentamento, casa e lavoro grazie ad accordi bilaterali con le nazioni di provenienza, affinché questo rimpatrio sia rapido e definitivo, cooperazione con le aree economiche extraeuropee atta al loro sviluppo e al riscatto dalla dipendenza dalle Multinazionali, accordi bilaterali con le nazioni di provenienza dei clandestini per la re-immigrazione: ope­re civili ed infrastrutture (scuole, strade, acquedotti, centrali fotovoltaiche) in cambio del rientro dall’Italia dei cittadini di quella nazioni da utilizzarsi come manodopera per costruire le infrastrutture stesse, sostegno a tutti i movimenti identitari extra-europei che favoriscano il radicamento e la re-immigrazione delle popolazioni autoctone, lotta senza quartiere ai mercanti di schiavi e ai loro complici, blocco dei fondi destinati alle associazioni parassitarie che dietro alle ‘politiche d’acco­glienza’ mascherano i propri interessi economici, religiosi o ideologici, ritiro delle licenze e delle autorizzazioni per coloro che sfruttano gli immigrati assunti sen­za permesso di soggiorno, aumentando così indirettamente la miseria, la disoccupazione e la precarietà fra gli italiani ed esproprio immediato di beni immobili concessi in uso o affitto a immigrati senza valido titolo che ne giustifichi la presenza sul territorio nazionale”.