Guazzini su Carismi: “Autosufficienza non ha pagato”

2 gennaio 2018 | 13:06
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Guazzini su Carismi: “Autosufficienza non ha pagato”

Un’analisi senza mezzi termini, oggettiva e spietata quella che Manola Guazzini prova a fare della situazione Carismi, dal suo osservatorio di politico e di cittadino di un territorio che comincia il nuovo anno depauperato di una banca, nei fatti e dei meccanismi che permettevano di riconsegnare al territorio parte dei soldi che transitavano in Carismi.

Un’analisi, quella di Guazzini da cui scaturiscono interrogativi che fino a ora nessuno nella classe dirigente samminiatese e del Comprensorio, se non per una timida eccezione rappresentata dal sindaco di Castelfranco di Sotto, si è permesso di pronunciare, dando l’idea che tutti abbiano un timore reverenziale nei confronti dei protagonisti degli ultimi atti della vicenda che ha consegnato Carismi in mani francesi. Un meccanismo che sembra, nell’analisi di Guazzini essersi retto su un sistema di rapporti tra economia e politica. Un sistema che come risultato hanno prodotto, nell’analisi avanzata da Guazzini, i noti effetti. Ora l’ex assessore provinciale prova a fare domande per il futuro e ad analizzare il meccanismo dove come lei stessa dice a atteggiamenti di autosufficienza e rapporti privilegiati non hanno pagato.
“Molte questioni attendono di essere chiarite- dice Guazzini – quale sarà l’entità dei tagli al personale? Che sicuramente ci saranno, a seguito di una riorganizzazione annunciata, che non sarà certamente né indolore né a costo zero. Il prevedibile ridimensionamento delle filiali con conseguente riduzione del livello dei servizi resi sul territorio, di che entità sarà? In quali aree verrà dislocato? E soprattutto, in una situazione in cui si prevede un accorpamento degli uffici generali e di direzione con quelli di altre sedi lontane da San Miniato, dove andrà la testa di Carismi? Quali possibilità ci saranno di salvaguardare almeno in qualche misura il ruolo che la Cassa ha svolto nei confronti del nostro distretto industriale? E quale sarà, dopo l’operazione di salvataggio, il peso e quindi il valore residuale della Fondazione Carismi? Quale perdita economica registrerà? Quale sarà il valore delle azioni della Fondazione e quali le conseguenze sui piccoli azionisti? Di quanto sarà ridimensionato il ruolo storico della Fondazione a sostegno del territorio?” Una ‘sventagliata’ di domande alle quali forse nessuno risponderà ma a cui la cronaca non potrà non rispondere.

“I punti – spiega Guazzini dal suo osservatorio politico – che credo dovranno essere tutelati con priorità assoluta sono la massima salvaguardia possibile dei livelli occupazionali di un personale dipendente caratterizzato da alti livelli di conoscenza del distretto conciario-calzaturiero toscano. Non dovranno esserci ulteriori perdite occupazionali dopo quelle determinate dall’accordo sindacale sui 147 esuberi. La garanzia della piena operatività della banca verso i risparmiatori, le famiglie e le imprese . Il mantenimento dell’identità e del legame col territorio di Carismi e il mantenimento almeno parziale del cervello strategico della banca a San Miniato.
Sul piano politico poi Guazzini non si sottrae all’esercizio della ricerca della verità almeno di una verità storico politica oltre apparenze e proclami chiedendo anche un sorta di resa dei conti per chi ha sbagliato in ambito politico e in ambito bancario. In particolare verso i primi Guazzini non nasconde che le trattative sono state gestite male e in modo particolare senza mai cercare un dialogo strutturato tra amministratori locali e banca in una dialettica sana, ma sempre nell’ottica di ottenere qualcosa per il proprio municipio e per il particolare. “L’acquisto della Cassa di Risparmio di San Miniato – speiga Guazzini – da parte del Crédit Agricole fa pesare molte incognite sul futuro delle imprese e delle famiglie del Valdarno Inferiore. Le cause che hanno determinato questa situazione sono note: di fronte alla perdita di oltre 60 milioni sull’esercizio 2015, tutte le trattative dirette sono fallite finché non si è arrivati ad un intervento di salvataggio della Banca Centrale, che ha risolto la situazione trovando un acquirente forte nel sistema bancario internazionale, che dovrebbe garantire la salvaguardia dell’istituto bancario e la tutela dei rapporti in essere e dei risparmi: tutti obiettivi che però non possono essere considerati pacifici, e su cui occorrerebbe che le istituzioni, la politica e i sindacati avessero un ruolo di controllo e vigilanza forte. Non si dovrà assolutamente passare sopra alle responsabilità di amministratori e dirigenti che hanno portato, in questi anni di crisi, alla situazione che ha reso necessario l’intervento di salvataggio. Lo richiedono le più elementari esigenze di trasparenza, di fronte a una situazione che ha determinato e determinerà comunque perdite significative per famiglie, imprese e per l’intero sistema economico comprensoriale. E, sul piano politico,- sottolinea l’ex assessore provinciale – non si può non ricordare, per trarre le necessarie conseguenze per il futuro, che anche il peso, certo non determinante, che le rappresentanze delle istituzioni locali avrebbero potuto esercitare se si fossero mosse con compattezza e coerenza su un indirizzo unitario di salvaguardia degli interessi generali del territorio e di garanzia di un corretto rapporto con i sistemi d’impresa, non ha potuto esprimersi perché c’è sempre stato chi ha privilegiato la ricerca di interlocuzioni dirette e personali a favore di propri progetti e di propri programmi, e, per coltivare il proprio sistema i relazioni, non ha esitato nemmeno, in tempi recenti, a votare a favore di consistenti aumenti ai compensi di dirigenti che hanno poi avuto i risultati che, ora, sono sotto gli occhi di tutti. Anche in questo come in altri casi, – conclude Manola Guazzini – si è potuto misurare come atteggiamenti di autosufficienza, ricerche di rapporti privilegiati con poteri e istituzioni esterne, che hanno caratterizzato in questi anni il comune di San Miniato, alla lunga non siano affatto paganti”. (ga.mo.)