Aggressione ai lavoratori stranieri, Rimicci: “Un fenomeno non troppo isolato”

I carabinieri stanno indagando per caprie tutti dettagli di quanto accaduto ai due lavoratori stranieri non in regola dal punto di vista contrattuale, picchiati perchè reclamavano il salario. Un pestaggio verificatosi a Santa Croce sull’Arno anche se l’azienda è di Castelfranco di sotto. Un episodi rigettato dal territorio su cui continuano ad arrivare commenti e valutazioni sulla gravità dell’epsiodio.
“L’aggressione ai danni dei due lavoratori senegalesi, – dice Jonathan Rimicci coordinatore Articolo Uno MDP Valdarno Inferiore – colpevoli a quanto pare solo di aver richiesto il loro regolare stipendio al proprio titolare, è un fatto osceno e purtroppo nemmeno tanto isolato per quanto riguarda il nostro distretto conciario, per questo non deve essere sottovalutato. Stiamo vivendo l’epoca del ‘decadentismo delle condizioni di lavoro operaio’, oggi il lavoratore deve difendersi e lottare per mantenere i propri diritti lavorativi già acquisiti (in passato ndr), che per la prima volta nella storia peggiorano invece che migliorare. Articolo Uno è un Movimento nato per stare dalla parte dei lavoratori e per incrementare i diritti di chi in questo paese ne ha sempre meno o non li ha più, per questo motivo abbracciamo e ci stringiamo ai 2 operai vittime dell’aggressione”.
Per la segreteria toscana di sinistra Italiana invece si tratta di una violenza inammissibili sui lavoratori. “La solidarietà – dicono dalla segreteria regionale – non basta, servono maggiori tutele e più controlli. Lavorare e non essere pagati, ma anzi, essere picchiati per aver osato ‘pretendere’ un compenso. O ancora, lavorare con turni massacranti ed essere scaraventati in mare per un controllo della Guardia costiera. È inammissibile che nel 2017 possano accadere episodi simili. E la solidarietà, per quanto doverosa, non basta”. Ad affermarlo sono Diana Kapo e Andrea Ghilarducci, rispettivamente responsabile Immigrazione e Lavoro di Sinistra Italiana Toscana, commentando quanto accaduto ai due lavoratori senegalesi di Santa Croce sull’Arno, impiegati a nero in un’azienda dell’indotto conciario e picchiati per aver chiesto di essere pagati e a un loro connazionale gettato in mare dal comandante del peschereccio, dove era arruolato abusivamente, per paura di un controllo a bordo. Due casi su cui Sinistra Italiana sta presentando in queste ore altrettante interrogazioni con la senatrice Alessia Petraglia. “Leggere storie come queste fa male, sono episodi da denunciare con forza, non solo vengono violati basilari ed elementari diritti dei lavoratori, ma anche i diritti umani. E non è un caso che siano coinvolti cittadini che un foglio di carta definisce non italiani e quindi considerati troppo spesso di serie B. In Toscana i residenti stranieri sono circa 400mila, molti e molte di loro rappresentano una forza lavoro spesso sfruttata, sottopagata perché sotto ricatto. Dobbiamo essere a fianco di queste persone, non solo con la solidarietà, ma continuando a batterci per chiedere alle istituzioni di rafforzare i diritti e le tutele nel mondo del lavoro, oltre a un aumento dei controlli”.
La consigliera regionale del Pd Alessandra Nardini eletta nel collegio della provincia di Pisa spiega: “Ci è capitato troppe volte, purtroppo, di leggere di episodi di violenza o caporalato, ma sembra quasi impossibile che accadano anche vicino a noi, in un territorio che siamo abituati a pensare civile e moderno. Il Distretto del Cuoio si caratterizza per operosità, capacità imprenditoriale, qualità delle produzioni e del lavoro, non è ammissibile che si verifichino fatti come quelli che ci hanno descritto nelle ultime ore: ragazzi pestati furiosamente perché chiedevano rispetto e dignità. Faccio mio e rilancio con convinzione l’appello dei Sindaci di Santa Croce e Castelfranco: solidarietà agli operai e ferma condanna rispetto a quanto avvenuto.
Chi soffia sul vento dell’intolleranza e della paura vorrebbe farci credere che la causa della crisi economica e sociale che stiamo attraversando siano gli immigrati – prosegue Nardini –, invece sono proprio questi comportamenti incivili, come anche quello riportato stamani sulla cronaca locale del proprietario del peschereccio livornese che ha costretto un ragazzo a buttarsi in mare perché a suo servizio senza contratto né assicurazione, che dovremmo condannare tutti insieme, non discriminare chi cerca una vita migliore, o semplicemente una vita degna di questo nome”.