Cinque Stelle alla M3: ‘Si rispettino le prescrizioni’

27 ottobre 2017 | 16:36
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Cinque Stelle alla M3: ‘Si rispettino le prescrizioni’
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Cinque Stelle alla M3: ‘Si rispettino le prescrizioni’
Cinque Stelle alla M3: ‘Si rispettino le prescrizioni’

“Che senso ha rifare un piano di emergenza esterno se l’azienda deve andarsene tra 11 mesi? Un piano in vigore c’è già e deve essere rispettato”. È con questa domanda che il movimento Cinque Stelle è arrivato oggi, 27 ottobre, di fronte alla ditta M3 di Ponte a Egola, per reclamare chiarezza e garanzie rispetto alla delocalizzazione dell’azienda, ma anche per chiedere il rispetto delle prescrizioni dettato dal piano di emergenza in vigore.

Richieste che i Cinque Stelle hanno inserito anche in un’interrogazione urgenze al governatore Enrico Rossi. “Perché vogliamo che tutte le procedure siano rispettate – ha detto il consigliere regionale Gabriele Bianchi -. Il piano di emergenza esterno, previsto per gli impianti sottoposti a normativa Seveso, non è mai stato completato in tutte le sue parti: l’informazione ai cittadini è stata fatta solo parzialmente, mentre le prove di evacuazione non sono mai state organizzate” “Prima che l’azienda venisse riaperta – ha ricordato la consigliera Chiara Benvenuti – i vigili del fuoco e la Asl avevano stabilito una serie di prescrizioni, ma ad oggi non abbiamo avuto modo di verificare se queste prescrizioni sono state rispettate. Tra queste, ad esempio, era prevista anche la bonifica dell’amianto dalle coperture che è stata fatta solo in parte”.
A preoccupare i Cinque Stelle, però, è soprattutto la partita della delocalizzazione. Partita sulla quale il Pd e l’amministrazione comunale hanno garantito di non voler concedere deroghe, ma che comunque non lascia affatto sereni i cittadini e gli esponenti del movimento. “La proprietà dell’azienda – ha ricordato Benvenuti – ha presentato ricorso al Tar contro la delocalizzazione, mentre contemporaneamente è stato avviato l’iter per il nuovo piano di emergenza esterno, che secondo l’amministrazione ridurrebbe l’area maggiormente a rischio all’interno dello stabilimento stesso”. Da qui il timore che il nuovo Piano di emergenza faccia decadere alla fine la necessità di trasferire l’azienda: “Che senso fare un nuovo Piano senza prima aver collaudato e fatto rispettare quello vigente? – ha chiesto Benvenuti -. E’ dal 2014, ad esempio, che chiediamo una simulazione di evacuazione che non è mai stata fatta. Tutta questa situazione lascia dubbi e perplessità”.
Da qui l’interrogazione in Regione, “per sapere – aggiunge il consigliere Bianchi – se e come la Regione si è attivata per la delocalizzazione, di chi è la responsabilità di non aver correttamente informato la popolazione fin da subito, e infine per quale motivo sia stata permessa la riapertura nel 2012”. (g.p.)