Conferenza programmatica Pd, assenza annunciata di Guazzini: la lettera

9 ottobre 2017 | 09:31
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Conferenza programmatica Pd, assenza annunciata di Guazzini: la lettera

Un’assenza che si è notata, quella di Manola Guazzini, alla conferenza di metà mandato del Pd, convocata dal segretario Simone Giglioli per sabato scorso e aperta a tesserati e simpatizzanti del Pd (Conferenza di metà mandato, Giglioli invita elettori e simpatizzanti). Un’assenza, dice l’ex assessore della giunta di San Miniato, che lei aveva motivato con una lettera inviata allo stesso segretario al quale aveva chiesto di leggerla in quell’assemblea.

“Mi risulta – dice Guazzini – non essere stata letta all’assemblea, come invece da me raccomandato, tant’è che alcuni dei presenti si sono interrogati sulla mia assenza. Tutte le volte che ho posto questioni di merito, pubblicamente o riservatamente mi è stato risposto non controbattendo le mie argomentazioni, ma dandomi della rancorosa. Non nutro alcun rancore. Anzi, considero una delle poche fortune della mia vita quella di aver separato la mia responsabilità da quella della giunta di San Miniato, specie considerando tutto quello che è successo da quando non sono più assessore. Però vorrei proporre in generale un’operazione di igiene del dibattito politico: rancore è una categoria morale che in genere viene usata per tentare di delegittimare avversari di cui non si è in grado di controbattere le argomentazioni di merito. Queste categorie morali nel dibattito politico andrebbero escluse: che una posizione sia dettata da rancore, o da speranza, o da amicizia, o da odio, o da qualsiasi altro sentimento interessa ben poco. Bisogna vedere se è una posizione fondata o no, giusta o sbagliata, utile alla collettività o solo a pochi”.
Poi la lettera, che pubblichiamo integralmente di seguito. 

Caro Simone,
solo lunedì 2 ottobre alle 19 ho ricevuto l’invito con cui convochi per sabato 7 pomeriggio quella che tu definisci “la tradizionale Conferenza di metà mandato amministrativo, che visto il periodo, si configura come Conferenza di fine mandato”.
Io non potrei comunque venire, perché sabato ho un corso di formazione (di cui sono l’organizzatrice) e un battesimo. Ma dico anche, e voglio dirlo con tutta la serietà di un intervento politico che rivolgo a te e all’intera Assemblea, e che per questo non diffonderò per canali esterni, ma ti prego di leggerlo a tutta l’Assemblea, che dietro la mia assenza c’è anche una ragione di dissenso politico.
Il modo in cui questa conferenza è stata indetta e (non) è stata preparata non ha purtroppo precedenti nella tradizione del PD e in quella dei DS. Sia quando ho partecipato a scadenze di questo tipo come militante e dirigente (nel 2012) sia quando vi ho assistito, precedentemente, da esterna, queste conferenze erano state precedute da una discussione in Assemblea e da mesi di lavoro preparatorio, che aveva coinvolto anche aree esterne al partito. Vi era stata un’impostazione politica discussa in Assemblea, che partiva da un giudizio e da un esame accurato del lavoro svolto e delle sue criticità, e a questa impostazione aveva fatto seguito un approfondimento programmatico; erano stati prodotti e venivano sottoposti all’Assemblea documenti, ovviamente discutibili, non in tutto condivisibili, ma seri.
Oggi non c’è niente di tutto questo. E la ragione non è certo che non ce ne sarebbe bisogno. Mai come in questo momento la nostra azione di governo mi è sembrata isolata e sottoposta a critiche, fondate o infondate, ma comunque molto dure, da parte della popolazione e di settori un tempo fedeli del nostro elettorato. Mai come in questo momento è difficile dire che “il programma elettorale è stato quasi integralmente attuato” nascondendo il fatto che molte delle cose più innovative che erano in quel programma non sono neanche mai arrivate in discussione, che su molti punti c’è stato un rovesciamento, e che la situazione, anche solo per le novità intervenute in questi tre anni, richiederebbe comunque un forte impegno di svolta e di discontinuità.
Le ragioni secondo me stanno nel fatto che, purtroppo, nel nostro partito, l’abitudine di discutere di politica si è quasi completamente persa, e c’è chi ritiene che questo non sia un male, ma possa addirittura rappresentare un risparmio di tempo, e che in particolare a San Miniato qualunque accenno critico viene ormai liquidato come un atteggiamento disfattista. Ma, quali che siano le ragioni, che le cose stiano così lo dimostra il programma della Conferenza, che prevede in sole tre ore e mezzo (perché di fatto i lavori cominceranno alle 16 e finiranno alle 19,30) l’insediamento e i lavori di 6 gruppi tematici. Che spazio ci può essere per una riflessione critica e per una discussione sull’impostazione politica?
E senza di questo, i lavori dei gruppi tematici, non potranno che lasciare il tempo che trovano.
Mi dispiace, ma a una discussione con queste regole e con questi limiti io non sono proprio interessata.
Nonostante la mia scarsa fiducia e il mio dissenso, vi auguro comunque buon lavoro.

Manola Guazzini