Articolo 1 su Unione comuni: “Dispiace non ci sia linea unitaria del Pd”

14 giugno 2017 | 11:36
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Articolo 1 su Unione comuni: “Dispiace non ci sia linea unitaria del Pd”

“Dispiace che nessuno di essi esprima una linea politica unitaria del Pd, il partito di cui fanno parte tutti e quattro i sindaci e che gli interventi dei singoli amministratori siano diversi l’uno dall’altro”. Lo dice la sezione del Valdarno Inferiore di Articolo 1 riguardo agli interventi sul tema caro al movimento dell’aggregazione dei Comuni del Valdarno Inferiore. 

“La posizione – scrive il Mdp – del sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, che sostiene che la collocazione unitaria dei quattro comuni nei collegi elettorali in via di definizione per la Camera dei Deputati e per il Senato ‘non ci interessa’ ci colpisce molto, ma non ci sorprende e la dice lunga sulle responsabilità dell’interruzione del processo di aggregazione sovracomunale. In totale contrasto con quanto sostenuto da Gabbanini e in maggiore sintonia con le posizioni degli altri sindaci, noi pensiamo che rinunciare a una rappresentanza politica unitaria dei 4 comuni anche al livello nazionale significherebbe rinunciare definitivamente a dare a questo territorio una presenza politica adeguata alla sua rilevanza sociale ed economica. E pensiamo anche (e ci interesserebbe anche conoscere in proposito la posizione del Pd) che una forza politica che si rendesse responsabile di tale rinuncia difficilmente potrebbe mantenere a lungo un ruolo di governo di questo territorio. Non crediamo nemmeno che la rappresentanza aggregata dei quattro comuni possa risolversi con una ‘istituzionalizzazione’ del distretto: noi non solo riteniamo che il distretto vada rilanciato, ma anche che le problematiche del comparto produttivo del cuoio, delle pelli e delle calzature mantengano una centralità che richiederebbe ben altra attenzione. Tuttavia una rappresentanza politica generale deve tenere conto anche di altri interessi e di altre problematiche e non è pensabile che si esaurisca nel rapporto tra i quattro sindaci e i presidenti delle associazioni imprenditoriali. Non siamo attaccati a soluzioni istituzionali predefinite, ma pensiamo che l’unico soggetto che potrà dirsi titolato a una rappresentanza politica unitaria del comprensorio dovrà essere un’assemblea rappresentativa delle maggioranze e delle minoranze, che operi in rapporto non solo con le associazioni imprenditoriali, ma anche con i sindacati, col mondo del volontariato sociale e con tutti gli altri soggetti associativi, che abbia al centro della propria funzione una definizione unitaria delle politiche urbanistiche, socio-sanitarie, scolastiche e della programmazione delle infrastrutture, e che abbia un’autorevolezza e una legittimazione tale da poter interloquire con la Regione e con gli organi dello stato: cosa che non può fare da solo nessuno dei 4 comuni, San Miniato compreso che, isolato nell’area fiorentina conterebbe quanto un’appendice di Empoli. Ci appare singolare anche che, intervenendo sulle vicende a lui ben note della Cassa di Risparmio di San Miniato a giochi ormai fatti, dopo un lunghissimo periodo di trattative durante il quale i sindaci del Comprensorio non hanno svolto alcun ruolo di peso, Gabbanini chieda garanzie solo sull’Auditorium, sulla struttura dei Cappuccini e su Palazzo Grifoni: tutte cose importanti, ma che vanno collocate al secondo posto. Al primo per noi ci sono il mantenimento di un rapporto tra il credito, la struttura produttiva e le economie familiari del nostro comprensorio che dia qualche certezza e la sorte dei dipendenti della Cassa di Risparmio”.