Crollo al Museo, Oliveri: ‘Ma chi controlla?’

12 giugno 2017 | 17:47
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Crollo al Museo, Oliveri: ‘Ma chi controlla?’
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Crollo al Museo, Oliveri: ‘Ma chi controlla?’
Crollo al Museo, Oliveri: ‘Ma chi controlla?’
Crollo al Museo, Oliveri: ‘Ma chi controlla?’
Crollo al Museo, Oliveri: ‘Ma chi controlla?’

Sono tante le domande che Enzo Oliveri rivolge all’amministrazione comunale di Santa Croce. Domande sulla sicurezza e sulle modalità di esecuzione di certi lavori, dopo l’incredibile crollo di mattoni avvenuto al Museo della Conceria (leggi qui Crollano i mattoni al Museo della Conceria – Foto). Un episodio che risale al mese di maggio ma venuto alla luce solo pochi giorni fa.

“Dopo aver letto l’articolo pubblicato dal Cuoio in Diretta – scrive Oliveri in una nota – mi sono un po’ documentato con gli atti e con alcune foto. In data 10 maggio 2017, la responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Santa Croce sull’Arno, l’architetto Michela Mochi, in seguito ad un sopralluogo effettuato al Museo della Conceria ha redatto un verbale di somma urgenza dopo aver visto un distacco del rivestimento in mattoni della parte ‘nuova’ dell’edificio che stava creando un pericolo in concomitanza dell’evento che si sarebbe svolto il giorno successivo. Ha quindi emanato la determina 403 del 24-05-2017 per l’eliminazione di parte del rivestimento in mattoni pericolanti al Museo del Cuoio (ricordo che si chiama Museo della Conceria). I mattoni pericolosi sono stati eliminati da una ditta ma ora rimane il dilemma”.
E da qui le domande: “Chi paga questo lavoro e la rimessa in opera dei mattoni? I lavori eseguiti vengono realizzati in maniera corretta? E soprattutto, vengono controllati dai direttori dei lavori? L’architetto Massimo Carmassi ha elaborato un progetto sicuro?”
“Il progettista – ricorda l’ex vigile – è lo stesso che ha elaborato i lavori di riqualificazione del comune ristrutturando i locali del piano terra per collocarci ‘lo sportello del cittadino e delle imprese’ prendendo per la progettazione (compresa Iva) 75.651, 09 euro. Ma anche qui sono nati dei problemi: il pavimento ogni volta che piove diventa scivoloso e pericoloso per gli utenti, le porte in vetro sono pesantissime e quasi sempre vengono lasciate aperte perché sono dure da aprirsi. Il problema è sempre lo stesso: capire se i progetti vengono controllati prima, durante e dopo i lavori”.
“Oggi (12 giugno), per passare un po’ di tempo sono andato a scattare qualche foto a questo Museo e qui potete ben vedere in che situazione di degrado è circondato – prosegue Oliveri -. C’è la rete di protezione del campo sportivo che è rotta e chiunque può oltrepassarla, l’erba è alta quasi un metro e mezzo, ci sono delle piccole tribune adiacenti ad un campo da gioco circondate da erbaccia. Insomma, si vuol fare pubblicità a questo museo nascondendo il degrado che è di dietro. Ricordo che già il giorno dell’inaugurazione, il 15 dicembre 2013, alla presenta dell’allora Ministro all’ambiente Andrea Orlando ero presente con un cartello di protesta in quanto, proprio dietro al museo, c’era una discarica di auto vecchie e abbandonate. Alcuni tratti dell’intonaco nella parte dell’entrata al museo sono caduti, un mattone nella parte frontale è crollato. Non sarà il caso che qualche tecnico comunale controlli velocemente per bene tutto l’immobile? Dimenticavo: dalla parte destra del comune, da alcune settimane, sono caduti dei calcinacci dal tetto e sono state messe delle transenne per il pericolo. Non sarà il caso di rimetterlo a posto o non abbiamo i soldi nemmeno per questi piccoli lavori?”.