I lager nel patrimonio Unesco, bocciata la proposta di inserire anche la Foiba
Alla fine il voto è stato unanime, ma il tema è stato comunque acceso e dibattuto. Sui banchi del consiglio comunale di ieri a Santa Croce, infatti, arrivava la mozione presentata dalla maggioranza per iscrivere gli ex campi di concentramento e di sterminio nel Patrimonio dell’Unesco. Un obiettivo che ha messo tutti d’accordo, ma sul quale il gruppo di Ricostruiamo Santa Croce ha chiesto di aggiungere anche la Foiba di Basovizza, come suggerito recentemente anche dal consigliere Giovanni Donzelli.
“La memoria della Shoah – dice una nota dell’amministrazione – è ormai un indiscutibile patrimonio universale e dal 2005 l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 27 gennaio Giornata Internazionale della commemorazione delle vittime dell’Olocausto, anticipata dall’Italia che nel 2000 già aveva istituito il Giorno della Memoria. Come ogni anno il nostro Comune ha partecipato al pellegrinaggio ai campi di sterminio in Germania e Austria organizzato dall’Aned, un percorso emotivo forte che coinvolge profondamente e aiuta a comprendere. Ne abbiamo avuto testimonianza nelle riflessioni fatte da adulti e ragazzi nel corso del viaggio e, al ritorno durante il Consiglio Comunale aperto di “Restituzione” in cui la richiesta generale è stata quella di custodire quell’esperienza, di farne un’occasione di riflessione e di impegno. È stata spontanea quindi, da parte di molti di loro, la volontà di aderire alla proposta dell’Aned: che nei Consigli Comunali sia approvata la richiesta di impegnare il sindaco e la giunta ad attivarsi con il Governo centrale e presso il presidente del Parlamento Europeo affinché in quella sede sia affisso il testo integrale del giuramento di Mauthausen a memoria perenne dei valori comuni che uniscono e guidano l’Europa Unita e che i luoghi di dolore dove si è consumato lo Sterminio nazista siano tutelati dall’Unesco come “Patrimonio dell’Umanità”. Abbiamo voluto accogliere la loro richiesta che è anche la nostra, perché siamo convinti che sia un atto di civiltà e che possa contribuire a promuovere la cultura della pace, della libertà”.
Una posizione che ha messo d’accordo tutti, anche se, per il consigliere Marco Rusconi, la discussione di ieri poteva essere l’occasione per inserire anche le foibe nel patrimonio comune della memoria. “All’interno di un clima costruttivo – dice Rusconi – e convinti che sia necessario, oggi più che mai, la creazione di una memoria nazionale comune e condivisa, come gruppo consiliare abbiamo chiesto attraverso un nostro ordine del giorno che il Sindaco e la Giunta si impegnino a tutelare alla stessa maniera la Foiba di Basovizza, emblema degli eccidi consumati dai partigiani di Tito in Istria, nel territorio di Fiume e in Dalmazia e già dichiarato monumento nazionale nel 1992 dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Nonostante i massacri delle foibe e il dramma dell’esodo Giuliano-Dalmata siano universalmente riconosciuti da tempo e celebrati solennemente e annualmente in data 10 febbraio in occasione della “Giornata del Ricordo”, istituita ufficialmente con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 e nonostante il Consiglio Regionale della Toscana abbia già approvato una mozione avente per oggetto la promozione e l’inserimento della Foiba di Basovizza all’interno dell’itinerario del Treno della Memoria, la discussione che ne è scaturita nel nostro consiglio è stata a tratti deprimente, appiattita e spostata dalla maggioranza sul muro contro muro destra-sinistra che purtroppo fa pensare come di fronte a certi temi per qualcuno vi siano morti di serie A e morti di serie B”.
“Il voto contrario – conclude Rusconi – che ha liquidato il nostro ordine del giorno è stato sostenuto da interventi marcatamente giustificazionisti o riduzionisti che hanno sminuito il fenomeno meramente per la sua minor portata numerica, con posizioni a nostro avviso offensive nei confronti delle persone vittime di quei tragici eventi. Riteniamo di aver perso un’occasione per l’inizio di un percorso utile, anche per le generazioni a venire, volto alla creazione di una memoria storica condivisa, necessaria a dare rilievo alle crudeltà provocate dall’odio razziale, ideologico, religioso e politico a cui abbiamo assistito nel corso della storia e indispensabile a far capire come, quando ad essere in discussione è la sacralità della vita umana, non si possono fare dei distinguo sulla base di colori politici. Che dire, noi ci abbiamo provato. Purtroppo dobbiamo ammettere che non ci siamo riusciti, il nostro tentativo si è infranto contro il muro dei dogmi ideologici che impedisce ad alcuni di vedere oltre”.