Campi di sterminio, Pd ribatte a Corsi: “Affermazioni gravi”

“Certi valori dovrebbero essere patrimonio comune di tutti i partiti. Purtroppo dobbiamo rilevare che non è così”. Il segretario del Pd di San Miniato Simone Giglioli ribatte così alle parole di Carlo Corsi (Forza Italia) sul consiglio comunale aperto di pochi giorni fa, dedicato al pellegrinaggio degli studenti nei campi di sterminio.
“Giudico le parole del consigliere Corsi molto gravi – dice Giglioli -: affermare che i viaggi di istruzione ai campi di sterminio siano iniziative politicizzate e che si faccia politica anche dietro la formazione dei ragazzi è gravissimo. Vuol dire non capirne minimamente il senso”.
“Da circa 25 anni – ricorda il segretario – il nostro Comune aderisce ai pellegrinaggi ai campi di sterminio promossi dall’Aned (associazione nazionale ex deportati politici) voluti dal sopravvissuto Italo Geloni (al quale il nostro Comune ha dedicato una piazza e che tutti gli anni ricordiamo durante il giorno della memoria, il 27 gennaio). Il nostro Comune si fa carico di mandare in viaggio alcune decine di ragazzi “meritevoli” secondo i meriti scolastici. Molti altri ragazzi partecipano, con le loro famiglie che si fanno carico della quota. Dallo scorso anno si sono aggiunti anche il circolo Arci di Ponte a Elsa e quello di San Miniato Basso che contribuiscono con una quota ciascuno. Un momento molto importante, che ha una conclusione pubblica in un consiglio comunale dove i ragazzi riportano le loro impressioni, le emozioni provate durante il viaggio. Un consiglio molto toccante e molto partecipato. È un viaggio dal quale non si torna uguali e le riflessioni, i pensieri (raccolti ogni anno in una pubblicazione) che induce in questi ragazzi, ne sono la prova. Quello dell’amministrazione di San Miniato e di molte altre amministrazioni comunali è un investimento e non una spesa, tantomeno per la collettività. Un investimento su questi ragazzi che ogni anno vi prendono parte, con le istituzioni a loro fianco e con i testimoni dell’Aned. Prima dalla voce diretta di Italo Geloni, sopravvissuto al campo di Dachau, e poi dei figli Laura e Paolo e di Massimo Fornaciari che ne hanno raccolto il testimone. Ma è un investimento sull’intera comunità, perché così diamo alla memoria un futuro, che altrimenti si esaurirebbe con la scomparsa dei sopravvissuti”.
“La conoscenza e la testimonianza sono il miglior antidoto – conclude Giglioli – affinché tutto questo non succeda più. Non consideriamo il pericolo dell’ideologia nazifascista come superato, è ancora presente e rappresenta un pericolo tuttora, anche a 72 anni di distanza. Speriamo vivamente che tutte le forze politiche si facciano carico e sentano questa esigenza che dovrebbe essere, al contrario, patrimonio comune di tutti. Tocca rilevare che così non è”.