
“Non è ammissibile che la vicenda venga gestita in sordina. Serve una chiara e plausibile risposta da parte dell’amministrazione comunale”. È la posizione dell’associazione Territorio in Comune sull’annosa questione della cooperativa Primavera 90, il cui tracollo ha portato pochi giorni fa ad una pesante sentenza di condanna per i responsabili della cooperativa stessa (leggi qui Da 5 a 9 anni di carcere per il crac della Primavera 90).
“La sentenza ha posto in evidenza anche il dramma di numerose famiglie del comune di San Miniato – ricorda Territorio in Comune – che agli inizi degli anni duemila decisero di affidarsi a tale impresa per costruire alloggi in area di edilizia economica e popolare, nell’attuale via Contrada Nuova a Ponte a Egola. A San Miniato la vicenda che vede protagonista la fallita cooperativa Primavera 90, appare ancora più complicata rispetto a ciò che è accaduto a Montelupo Fiorentino e Calcinaia”.
“A San Miniato, infatti – ricorda l’associazione – le famiglie incappate nella rete della mala gestione della cooperativa lamentano anche una inadeguatezza nel comportamento tenuto dal Comune di San Miniato nella determinazione del prezzo di acquisto per metro quadro il quale, nel tempo, avrebbe subito incomprensibili oscillazioni, attestandosi infine su un valore significativamente superiore a quello iniziale e quindi con un importante incremento del costo delle abitazioni, che ha dato luogo ad un ulteriore motivo di disagio dei possessori degli alloggi. Poiché da anni i cittadini abitanti in area peep di Via Contrada nuova denunciano questa incresciosa situazione puntando il dito sull’operato del Comune di San Miniato, riteniamo che essi meritino una pubblica, chiara e plausibile risposta da parte dell’Amministrazione comunale. Non è ammissibile che la vicenda della Cooperativa Primavera 90 venga gestita in sordina e archiviata nel dimenticatoio come è avvenuto in passato per le vicende che hanno visto come protagonista un’altra cooperativa edilizia, il Consorzio Etruria”.