
Continua a far discutere la vicenda dell’impianto a biogas di San Donato a Santa Maria a Monte, in occasione della fine dell’annosa vertenza legale che ha visto confrontarsi l’azienda da una parte ed il comitato Tutela Salute e Ambiente, il comune e soprattutto nell’ultima fase i titolari del locale Oasi al Lago lì vicino. Una battaglia al Consiglio di Stato finita con un accordo fra le parti (leggi: Biogas a San Donato, un accordo mette fine alla battaglia) che oggi viene commentato anche da Sinistra Italiana Santa Maria a Monte.
“Nei giorni scorsi è stata riportata la notizia dell’accordo tra la Prati Bioenergia (titolare dell’impianto a Biogas di San Donato) e il ristorante l’Oasi del Lago (che fin da subito fu uno dei più fieri avversari del’impianto) perché – dopo la sentenza del Tar favorevole all’impianto e sfavorevole al ristorante, al Comitato di San Donato e all’attuale Giunta Parrella (che aveva assunto posizione contraria, creando anche una Commissione di monitoraggio), sembrano venire meno le motivazioni di ostilità: non sono emersi i paventati problemi al traffico veicolare, e nemmeno le temute maleodoranze dell’impianto che peraltro avevano creato, in campagna elettorale un certo allarmismo (si parlava addirittura di nausee, vomito, asma e problemi respiratori e persino botulismo e tetano) che – prontamente cavalcato dall’allora opposizione e che oggi è al governo del Comune – sicuramente ha dato anche una mano all’elezione dell’attuale Giunta Parrella/Del Grande” scrive il segretario di Sinistra Italiana Fabio Antichi. “Nel riportare la notizia era stato detto che tutto dipendeva dalla precedente giunta Turini, che era favorevole all’impianto a biogas. Allora, per dovere di cronaca, sono necessarie alcune precisazioni e considerazioni.
1) La precedente amministrazione non era affatto favorevole all’impianto a biogas, ma era, semplicemente, un’amministrazione che deve e doveva far rispettare e seguire le leggi in vigore. E quindi, essendo l’impianto del biogas a norma, non c’era possibilità di opporsi, o sarebbe andata incontro ad un ricorso legale che avrebbero pagato i cittadini.
2) Ed è questo, infatti, ciò che è appena successo, con il ricorso al TAR promosso dal Comitato Salute di san Donato e dal Ristorante “Oasi del Lago”.
3) Eppure la storia insegna (o almeno dovrebbe… ma si sa che a destra la storia se la ricordano sempre poco) perché qualche lustro fa – quando comandava una giunta ed un sindaco di centro-destra – si impedì ad un esercizio commerciale locale di fare ciò che la legge gli permetteva; non solo non riuscirono a fermarlo, ma, a distanza di decine di anni, il Comune – ovvero i cittadini – hanno ancora pendenti le spese del risarcimento.
Sapete cos’è che deve fare un’amministrazione quando si trova di fronte ad un evento non gradito, ma del tutto legale ed inevitabile?
Deve fare politica! Ovvero mediare, cercare dialogo, provando ad ottenere il massimo nell’interesse collettivo. Ebbene, nella passata legislatura, quel dialogo fu instaurato e, oltre ad ottenere lo spostamento dell’impianto il più lontano possibile dall’Oasi al Lago e dai centri abitati, portò fra le altre cose all’ottenimento di una centralina ARPAT sull’impianto stesso per monitorare costantemente sulle eventuali emissioni di ossidi di azoto e di particolato.
Ma il nuovo corso della Giunta Parrella – oltre a ricompensare il debito elettorale con un’arbitraria riduzione dell’IMU a San Donato per il presunto “danneggiamento da Biogas” (e perché allora non ridurre l’IMU, ad esempio, anche a Ponticelli, che è il maggior snodo di traffico veicolare del Comune? forse ci sono cittadini di serie A e di serie B?) – ha fatto un muro contro muro con la Prati Bioenergia, che ha dato i suoi bravi frutti: rotto il dialogo, addio centralina. E ora se le polveri sottili ci sono o no, per scoprirlo a cosa ci affidiamo? Ad una fantomatica “commissione” con la sfera di vetro e col naso sensibile? È bene che si sappia che di questo dobbiamo ringraziare tanto il Comitato di cui fa parte Busdraghi, quanto l’attuale amministrazione Comunale.
P.S. Per la prossima volta, se in futuro un imprenditore volesse realizzare qualcosa di non gradito ma legale, vi illustriamo la ricetta:
Non si fa la guerra senza quartiere all’imprenditore, che, appunto, ha dalla sua la ragione legale e, quindi, può andare avanti con i suoi progetti; perché, se gli causiamo ritardi e danni, gli dovremo anche pagare un risarcimento (come appena successo). Ma si va da chi fa leggi e si fanno battaglie (quelle sì!) per chiedere che le normative sbagliate o poco rispettose del popolo vengano cambiate, che certe situazioni sulla pelle della gente non si possano più presentare; e contemporaneamente, con l’imprenditore ci si va a ragionare per cercare di trovare un compromesso, una soluzione concordata, che permetta il male minore per i cittadini, valutando pesi e contrappesi: questo, Cari Signori – è bene ricordarlo in tempi di populismo spesso urlato e becero – è da sempre il compito della “Politica”, quella con la P maiuscola, quella – nel senso filosofico del termine – che si deve occupare dell’ “arte di amministrare il bene comune dello Stato”.
E cosi nel 2017 ci ritroviamo da sinistra a difendere gli imprenditori?
Ma no! Ci ritroviamo come da sempre a fare Politica, a difendere gli interessi di tutti, rispettando gli imprenditori che si muovono nella legge (e ripeto se la legge non mi piace, mi lamento da chi ne ha competenze e giurisdizione, non da chi ne usufruisce) e cercando il meglio possibile per i cittadini, che oggi – per gli errori commessi nel cavalcare inutilmente una protesta – si trovano a pagare gli esiti di un azione legale, ovviamente, senza aver ottenuto un bel nulla.
Complimenti.