Azienda farmacie, Niccoli: ‘Il Comune può acquisire lo scheletro e bonificare l’area’

25 febbraio 2017 | 17:05
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Azienda farmacie, Niccoli: ‘Il Comune può acquisire lo scheletro e bonificare l’area’

È una cartolina del degrado quella che il consigliere Alessandro Niccoli (Sanh Miniato Possibile) dedica a San Miniato Basso. Una cartolina allo scheletro di cemento che avrebbe dovuto ospitare la nuova farmacia comunale.

“La storia, portata nel consiglio comunale di dicembre con l’approvazione del bilancio previsionale 2017 – ricorda Niccoli – risale al 2010, quando l’Azienda farmacie del comune di San Miniato stipulò col Consorzio Etruria un contratto per costruire una nuova farmacia a San Miniato Basso. L’Azienda anticipò al Consorzio Etruria la somma di circa 1 milione e 80mila euro. La consegna dell’immobile, prevista a metà 2011, non è mai avvenuta e nel territorio, proprio davanti alla Casa del Popolo di San Minato Basso, è sorto uno scheletro di cemento al posto di una storica pista di pattinaggio e dei bellissimi pini quasi secolari. Una struttura che nasconde da anni il paesaggio e la collina di San Miniato con i suoi monumenti”.
“Fortunatamente – prosegue il consigliere – fu stipulata una fidejussione a garanzia, a differenza di quanto avvenuto con il disastroso project financing, sempre stilato con gli amici della coop Consorzio Etruria, la cui operazione ha visto il Comune rimettere milioni di euro, servizi e parcheggi mai realizzati. La compagnia di assicurazione (Unipol-Sai, chissà perché la compagnia del Pd?) deve restituire la somma di cui sopra, ma si è opposta in giudizio, presso il Tribunale di Pisa, e la Farmacie comunali stranamente non si oppone fortemente a questa lunga melina fatta di inutili rinvii di udienze. Ad oggi il primo grado è lungi dal finire, e prima di arrivare alla conclusione del processo serviranno almeno altri 3 anni, oltre ai gradi successivi (in tutto almeno 10 anni). Il Comune sta perdendo così 1.080.000 euro di soldi necessari per le sue opere e per il ripristino del decoro, deturpato dall’ennesimo scheletro di cemento nel centro di San Miniato Basso, oltre agli scheletri dell’interporto ormai presenti da 20 anni, e che nessuno toglierà per altri 50, forieri di degrado clamoroso”.
Niccoli ricorda quindi che nel consiglio comunale di dicembre il direttore generale dell’Azienza Farmacie ha illustrato lo stato della causa civile per il recupero della fideiussione prestata dalla compagnia di assicurazioni Unipol-Sai. “Ci ha informato – dice – che la compagnia di assicurazioni ha proposto una somma a stralcio pari a circa 950mila per chiudere la causa, somma pari a circa l’80% del dovuto. Ebbene il Cda dell’Azienda Farmacie, ha pensato bene di definire l’offerta svantaggiosa, nel silenzio della maggioranza, in accordo con l’ente Comune, per un presunto rischio infrazione da parte della Corte dei Conti. A tal punto ho riferito che il prosieguo della causa (considerati gli altri gradi di giudizio), può durare altri 10 anni, e per qualsiasi cavillo, può anche andare male e che la somma di 950mila euro potrebbe ben essere impiegata per riacquistare l’immobile-scheletro”. Da qui la soluzione proposta da Niccoli: “Una semplice via di uscita potrebbe essere valutata – dice -: accettando la proposta della compagnia di 950.000 euro anziché 1.080.000, nell’ambito della transazione (facilitata dalla causa da definire, il cui interesse alla definizione della questione è peraltro immanente per tutti), si potrebbe ottenere ad un prezzo modico anche la restituzione dello scheletro da parte del fallimento. In questo modo ci sarebbero anche le risorse per bonificare l’area invasa dal cemento a favore della comunità. Invece, mentre illustravo questa via d’uscita, gli uomini Pd guardavano le opposizioni e i loro telefonini, ansiosi di tornare nei loro consigli interni. Allora qual’è l’interesse? Il territorio e i cittadini non meritano il decoro e il ripristino del territorio violato dagli affari?”