Lega Nord Castelfranco: “Sulle Foibe vorremmo un ricordo vero e senza però”

“Con questa amministrazione c’è sempre un però”. Lo scrive la Lega Nord di Castelfranco di Sotto, commentando così le iniziative del Comune di Castelfranco per celebrare il Giorno del Ricordo.
“La giunta castelfranchese, per fortuna – scrive la Lega in una nota – contrariamente a molti comuni d’Italia e ad alcuni dei vertici istituzionali del Paese, ha deciso di non snobbare questa ricorrenza (istituita da una legge dello Stato). Però… c’è comunque un però. Si sceglie, per celebrare il ricordo, una mostra intitolata “1918-1956: Fascismo Foibe Esodo”. Un titolo che è in linea con tutti coloro che per 50 anni non hanno voluto riconoscere e chiamare la tragedia dei territori di Istria e Dalmazia per quello che effettivamente è stata: una pulizia etnica meticolosamente organizzata da chi voleva che in quelle regioni sparisse ogni traccia di italianità. Un massacro pianificato dalle truppe del generale Tito con la connivenza di alcuni partigiani italiani. Ancora una volta il Sindaco Toti non ha il coraggio di far calare il velo di negazione su questa pagina di storia”.
Da qui l’accusa: “Forse per accontentare le frange del Partito (anti)democratico più restie a riconoscere una parte di storia per troppo tempo cancellata dai libri, forse per compiacere l’Anpi, forse per evitare di scontrarsi con scomode realtà: la motivazione è ignota. Certo è che ancora una volta assistiamo ad una parziale distorsione, ad un malcelato tentativo di sminuire una parte di storia, di creare vittime di serie B. Vorremmo, per una volta, vedere una manifestazione senza l’ombra di chi spesso ha ripetuto ‘ma quella era una rappresaglia conseguenza delle ignominie del regime fascista’, vorremmo vedere ricordati gli italiani gettati nelle foibe o costretti a lasciare la propria terra. Vorremmo un consiglio comunale aperto, con le scuole chiamate a raccolta, vorremmo l’intitolazione di una via o una piazza, un ricordo vero senza ma e però. Senza sporchi tentativi di giustificare (o far comprendere) questa tragedia come un banale eccesso di zelo con vittime collaterali. Per l’ennesimo anno l’occasione è persa. Perché in quelle terre, ancora, “le pietre parlano italiano'”.